
(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – In Moldavia l’opposizione all’ingresso nell’Unione europea è fortissima. Il sì referendario (50,3%) ha vinto sul no (49.7%) grazie al voto dei moldavi all’estero. Come sempre, i principali quotidiani italiani spiegano i “no” con la disinformazione del Cremlino. Per fortuna, le scienze sociali forniscono gli strumenti per un’interpretazione meno irrazionalistica. Un popolo, già diviso alla radice, si preoccupa se l’integrazione europea causa uno scontro con la Russia. In una democrazia sana, i media ragionerebbero sul modo in cui gli errori della Commissione europea si sono ripercossi sul referendum in Moldavia. Mi riferisco alla decisione di saldare l’ingresso nell’Unione europea all’odio per la Russia. La creazione del binomio: “Amo l’Europa quindi odio la Russia” è una responsabilità della classe dirigente europea.
Dai microfoni di Radio 24, Paolo Mieli e i suoi “figli minori” riconducono tutti i problemi al “putinismo”. Cerchiamo di capire quale tipo di dibattito le società libere dovrebbero animare in base ai principi contenuti in La società aperta e i suoi nemici di Karl Popper, riproposti da Luciano Pellicani (1939-2020) in capolavori come La genesi del capitalismo (Rubbettino), Dalla società chiusa alla società aperta (Rubbettino) o La società dei giusti (Rubbettino).
In primo luogo, essendo le società libere radicate nel progetto illuministico, il dibattito dovrebbe essere critico. Come tale, dovrebbe interrogarsi sugli errori della classe dirigente europea giacché l’Illuminismo nasce per liberare, prima di tutto, gli europei dalla loro “minorità” dovuta al cattivo uso dell’intelletto. Il primo errore (Mario Draghi su tutti) è di avere sbagliato a stimare i rapporti di forza tra Mosca e Kiev con la conseguente devastazione dell’Ucraina, che ha perso quasi tutto lo sbocco al mare, la metà della popolazione in fuga e le regioni più ricche. Richiedere ai moldavi o ai georgiani un giuramento d’odio contro la Russia per aderire all’Unione europea non è una buona idea. Il secondo errore è stato di non riconoscere l’inadeguatezza di Zelensky che ha sbagliato tutte le decisioni più importanti, controffensiva inclusa, con cui ha distrutto l’esercito ucraino. Per non parlare della mossa a Kursk, dove gli ucraini boccheggiano mentre sprofondano in Donbass. Questi errori colossali hanno fatto apparire la Russia fortissima agli occhi dei moldavi. Il terzo errore è stato tassonomico: la classe dirigente europea non ha saputo classificare questa guerra che, per la Russia, è “esistenziale”. Il quarto errore è di avere sottostimato il rischio nucleare, come conferma Bob Woodward, il quale ha rivelato nel suo libro che Putin è stato vicino a usare l’atomica nella battaglia di Kherson. Il quinto errore è di non avere compreso la fragilità economica dell’Europa: la Germania è in recessione. Il sesto errore è di avere sbagliato a valutare la capacità di resistenza dell’economia russa, che cresce invece di andare in bancarotta. Il settimo è di avere sottovalutato l’industria militare della Russia che sovrasta quella della Nato. L’ottavo è di avere creduto che i russi fossero schierati con la Nato contro Putin. Il nono è di avere creduto che l’Ucraina sarebbe stata affossata dalla diplomazia e salvata dalla guerra. Il decimo errore è di avere promosso politiche che hanno aumentato il rischio di una guerra in Europa anziché ridurlo.
Il sogno del Corriere della Sera è una società in cui tutti gli italiani abbiano le stesse idee della Casa Bianca senza critiche per i governanti. Ma questo è un incubo totalitario, mica una società libera.
ha fatto scuola il “metodo” di conteggio dei voti per corrispondenza negli IUESEI nelle precedenti elezioni presidenziali,
per capire l’inversione del voto dalla sera alla mattina in Moldavia, qualche manina “occidentale” l’ha salvata dalla figuraccia.
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Sulle colpe di Zelenski rifletterei. In realtà la sua volontà non ha contato molto in quanto le varie iniziative belliche a cominciare dalla preteso ingresso nella Nato sono state tutte dettate dagli anglo-americani ed ancora più evidente il dominio estero sul manichino di Kiev quando si prospettò un accordo che mettesse fine al conflitto appena un mese dopo il suo inizio e che fu subito bloccato imponendo al governo ucraino il proprio volere.
A proposito della Moldavia mi piacerebbe sapere se i cittadini della Transinistria hanno partecipato al voto.
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“Sebbene circa mezzo milione di moldavi viva in Russia e circa mezzo milione di moldavi in Occidente, il governo moldavo ha aperto solo due seggi elettorali in Russia, davanti ai quali si sono formate naturalmente lunghe code perché potevano accogliere solo circa 10.000 elettori.
Per l’altro mezzo milione di moldavi esiliati che vivono in Occidente e votano in linea con il governo filo-occidentale, sono stati aperti 234 seggi elettorali in 37 paesi, ovvero quasi 90 seggi in più rispetto alle ultime elezioni del 2020.
Nonostante ciò, solo due seggi elettorali sono aperti in Russia, mentre ce ne sono 60 in Italia, 26 in Germania, 20 in Francia, 17 nel Regno Unito, 16 in Romania, 16 negli Stati Uniti, 11 in Spagna, 10 in Irlanda e sei in Portogallo“.
Nella repubblica separatista della Transnistria, dove la maggioranza della popolazione è contraria all’adesione della Moldavia all’UE, il governo moldavo ha anche limitato le possibilità di voto, riducendo il numero di seggi elettorali da 41 a 31 rispetto alle ultime elezioni del 2020.
Quest’anno la Moldavia ha consentito per la prima volta il voto postale, sebbene con significative restrizioni. Solo i moldavi esiliati che vivono in Norvegia, Islanda, USA, Finlandia e Svezia, in altre parole, paesi in cui ci si aspettava un risultato elettorale particolarmente filo-occidentale, hanno avuto la possibilità di votare per posta.
In Russia, tuttavia, dove ai moldavi esiliati fu di fatto negata la possibilità di votare aprendo solo due seggi elettorali, non vi era alcuna possibilità di voto per corrispondenza.
Poiché i voti provenienti dall’estero sono gli ultimi ad essere inclusi nel risultato elettorale, questo spiega perché il risultato sia cambiato così significativamente quando è stato conteggiato l’ultimo dieci percento dei voti”
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“Nella Transnistria secessionista il sì ha nettamente perso (37,4% contro il 62,6% di no). Nella regione autonoma della Gaugazia i contrari hanno segnato un plebiscito (al 94,8%).
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E i due seggi in Russia, che non è proprio piccolissima, erano entrambi a Mosca.
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A chiunque voglia stare con la Russia non direi altro che un: “ Prego, si accomodi “.
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Bada bene che se la melona dovesse riuscire a portare a termine il progetto di fare la storia o se l’UE si mutasse in una colonia povera dell’impero in decadenza potremmo essere in molti a pensare di chiedere asilo politico a zio Vladimir Vladorimovich.
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Non si tratta di stare con la Russia o contro la Russia, scelta di impostazione propagandistica statunitense, come se l’ Europa fosse uno degli stati federali americani, ma di scegliere se avere paesi europei , e quindi NATO per illegittima sovrapposizione, a ridosso del confine russo sia troppo rischioso per un conflitto che coinvolga direttamente l’ Europa! Un rischio che i sani di mente dovrebbero evitare…..Quindi chiunque voglia andare in guerra contro la Russia , per soddisfare le esigenze di oltreoceano, si accomodi…….L’ Europa in questa sudditanza servile fino alla guerra per procura contro il nemico altrui, e’ destinata al peggio, e quando arriverà , quella metà di moldavi, come probabilmente la metà degli europei che hanno valutato il rischio, esattamente come loro, non sarà disposta a mettere il proprio cubo al posto di chi ha sta fregola di scontro e saranno gran casini, instabilità di ogni tipo su cui gli americani potranno mettere la propria mano, o meglio pugno di ferro, per continuare a gestire la colonia…..Il problema è questo, non se con o contro la Russia, o chiunque altro, ma se può esistere e deve esistere un’ Europa, quale tipo di Europa, dove al momento ne esistono tre, una mediterranea, una germanocentrica ed una baltica, con interessi diversi , soprattutto nei confronti della Russia, e con gli USA che la vogliono una nel solo scopo di servirli!
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Grazie prof Orsini, avanti
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