(Stefano Rossi) – Ieri, al “Bluenergy Stadium” di Udine, si è giocato Italia-Israele per la Nations League.

I pochi spettatori hanno fischiato l’inno israeliano e fischiato quando hanno visto il CT Spalletti abbracciare il collega israeliano.

Non si tratta di antisemitismo, come si vuol fare credere, ma di una ragionata, cosciente e sentita critica verso un Paese che sta compiendo crimini di guerra ed ha ucciso oltre 42.000 persone, bombardato in Yemen e Libano e arato gran parte del suolo palestinese a Gaza.

Sono andato di proposito a vedere le prime pagine dei quotidiani per vedere l’effetto che fa al giornalismo italiano questi fischi.

E non mi sono sbagliato.

Censura allo stato puro.

Solo il Resto del Carlino e Il Tempo ricordano i fischi.

La Repubblica, La Verità, Libero, il Manifesto, l’Unità, Domani, il Riformista, il Fatto, non mettono nemmeno la notizia. E sì, che l’Italia, è prima nel giorno, vince e convince.

Il Giornale parla di odio confondendo il diritto di critica e di dissenso dall’antisionismo.

Persino L’Identità, che in grande titola: “Difendere Uifil è difendere il diritto internazionale”, non scrive nulla sui fischi.

Anche il Dubbio, pubblica un articolo del Prof. Parsi, secondo cui, le democrazie, non sparano alle truppe dell’Onu, ma nulla sui fischi.

Insomma, andare a ricordare che gli italiani, come credo il resto dei cittadini europei, si sono fatti un’opinione non solo di Netanyahu, ma anche di tutti gli altri membri del governo e del popolo israeliano che, secondo i sondaggi, rivoterebbero questo esecutivo, non piace al giornalismo italiano che segue in modo ipocrita la vicenda.

Internet, i social, l’AI, la totale sfiducia nell’informazione tradizionale, hanno di fatto allontanato gli italiani dai quotidiani che, difatti, non si vendono più.

A dicembre 2023, l’AGCOM ha registrato un calo di spettatori davanti alla tv, dato che dovrebbe incoraggiare e far sperare, ma non è così.

Non è che si sono messi a leggere di più.

Viene registrato un crollo degli spettatori dei Tg, in particolare, del Tg1.

Così anche i talk politici registrano sempre meno spettatori.

Qui non si tratta di lanciare stracci bagnati ad una intera categoria, si tratta di cultura, educazione, rispetto delle regole e della realtà e senso di giustizia.

I fischi, ieri sera a Udine, sono stati il sacrosanto diritto di molti cittadini che sono stanchi di vedere annientato un popolo privo di qualsiasi difensore internazionale.