Il Giornale non presume l’innocenza degli ultrà

Garantismo a due velocità. E presunzione d’innocenza a corrente alternata. È la linea di estrema coerenza (si fa per dire) applicata da Il Giornale nel trattare i casi di cronaca giudiziaria. Un ottimo esempio lo troviamo sull’edizione di ieri. Dopo mesi passati a pontificare contro gli atti giudiziari pubblicati per intero sui quotidiani e le inchieste che, guarda caso, gettano fango sui poveri politici – di destra, ovviamente – messi alla gogna, il quotidiano degli Angelucci – già di proprietà della famiglia Berlusconi – è riuscito nell’impresa di pubblicare quattro pagine in cui sono letteralmente copiate e incollate intere parti dell’ordinanza di custodia cautelare sugli ultrà di Milan e Inter arrestati nel capoluogo lombardo. Senza fare sconti a nessuno: foto segnaletiche degli indagati raggiunti dalle misure cautelari e anche immagini di persone che non sono indagate, come il rapper Fedez, o che potrebbero essere perfino parte lesa, come l’allenatore Simone Inzaghi. Noi ovviamente difendiamo la scelta di pubblicare tutto: viva la libertà di stampa, viva l’informazione. Che però dalle parti del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti non è una scelta così univoca. E così ci domandiamo: se uno degli ultrà arrestati si fosse chiamato Marcello Dell’Utri, quale sarebbe stata la scelta finale della direzione?
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” E così ci domandiamo: se uno degli ultrà arrestati si fosse chiamato Marcello Dell’Utri, quale sarebbe stata la scelta finale della direzione?”
Un’immagine dice più di mille parole:
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Ma l’editoriale di Travaglio oggi dov’è?
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Vabbé, “ghe pensi mi”🤭…
“RAZZE INFERIORI di M. Travaglio
Quando pensi che si sia toccato il fondo, leggi
Repubblica e ti rincuori: c’è ancora molto da
scendere, o da scavare. La rappresaglia
iraniana dopo la strage israeliana del 31 luglio a
Teheran per uccidere Haniyeh, capo politico di
Hamas, non c’era stata, grazie alle pressioni di
Usa e Russia. Ma dopo la strage israeliana di
Beirut per uccidere anche Nasrallah, leader di
Hezbollah, è arrivata: un morto (palestinese) e
qualche ferito in Israele. Improvvisamente il
direttore Molinari, che s’era distratto un attimo
per un anno sui 42 mila morti ammazzati a
Gaza e sulle migliaia di morti ammazzati (più
un milione di profughi) in Libano, ha riscoperto
il valore anche di una sola vita umana e ha
titolato il suo editoriale: “Se la morte viene dal
cielo”. I titoli con il “se” introducono un’ipotesi
che spetta al lettore completare: qui ci sta un
bel “…dipende da chi sgancia i missili dal cielo
e da chi c’è sotto”.
Ma il meglio viene con il commento di Stefano
Folli. Che, anziché denunciare l’impunità
garantita dall’Occidente allo sterminatore
Netanyahu, il doppio standard sulle sue
innocenti invasioni e su quelle indecenti di
Putin, l’afasia balbettante e inconcludente del
Pd che vota la dichiarazione di guerra alla
Russia e non osa proporre il ritiro
dell’ambasciatore da Israele e qualche straccio
di sanzione economica e militare, attacca i dem
per la ragione opposta: sono troppo
antisraeliani perché non chiedono di vietare il
corteo pro Pal di Roma, già peraltro vietato dal
governo (ma una vera opposizione il governo lo
previene). Infatti Folli già sa che vi si invocherà
“lo stesso proposito messo in atto 80 anni fa
dai nazisti di Kappler” e si “inneggerà al
terrorismo”. Quello arabo, s’intende, perché
quello israeliano già lo giustifica il suo giornale.
Del resto, come ebbero a dire B. e i neocon,
quella araba è una civiltà inferiore. E non solo
quella. Folli testuale: “Le migliaia di morti civili
a Gaza sono una tragedia che scuote le
coscienze. Ma le scuote solo in Occidente, dove
esiste una civiltà giuridica e un senso di
umanità”. E certo, tra i baluba del mondo arabo,
ma anche del resto dell’Asia, in Africa, in Centro
e Sud America, quando ammazzano decine di
migliaia di civili, per metà bambini, si brinda a
champagne. E le coscienze non si scuotono
perché chi non ha la fortuna di stare in
Occidente una coscienza non ce l’ha: e forse
neppure un’anima. Di certo non ha senso di
umanità: non si tratta di uomini, ma di bestie.
Non resta che continuare a civilizzarli, per quel
poco che capiscono, a suon di guerre e bombe,
per esportare ovunque i nostri valori di
democrazia, umanità e soprattutto civiltà
giuridica. Se poi si ostinano a non imparare e
organizzano una manifestazione, gliela
vietiamo. Siamo o non siamo i buoni?”
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Che c’è, adesso mi moderate il pezzo di Travaglio?
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