Non solo la politica estera. Lo smarcamento di Conte da Schlein

(di Emanuele Buzzi – corriere.it) – Alleati sì, ma divisi su quasi tutto. «Chiamateli, se volete, smarcamenti», scherzano nel Movimento. Sta di fatto che gli smarcamenti tra Pd e M5S in queste ultime settimane si stanno ammonticchiando fino a diventare una sorta di piccola montagna. Il referendum sulla cittadinanza, le nomine Rai, la posizione internazionale sull’Ucraina e anche la presenza dei renziani in Liguria nel campo largo: a leggere le cronache politiche delle ultime due settimane le divergenze tra dem e stellati sembrano una costante.
L’ultimo caso in ordine cronologico riguarda la votazione dei nuovi vertici di viale Mazzini. Il Movimento sarà in Aula, scartando l’ipotesi di un aventino ventilata dal Pd. Toni e posizioni opposte rispetto al 2021 quando i Cinque Stelle si astennero dalla partecipazione ai programmi Rai proprio per una questione di nomine non condivise. «Ho ripetuto mille volte che non voteremo Agnes presidente. Ma si chiama Tv pubblica, è un servizio pubblico. Quindi non è una questione privata della destra. Per questo domani andiamo a votare: ê una questione di garanzia, di vigilanza», ha detto ieri il leader Giuseppe Conte.
Il leader, a differenza di alcuni parlamentari stellati, ha deciso anche di non firmare il referendum sulla cittadinanza. Ai piani alti del Movimento — proprio nel giorno in cui festeggiano il superamento delle 50mila firme online per presentare la legge sul salario minimo — provano a spiegare la mossa come una decisione politica, non di merito. «Il referendum sulla cittadinanza rischia di creare una spaccatura nella popolazione e vanificare il percorso per fare tutti insieme, in modo trasversale, una legge che introduca lo Ius Scholae», chiariscono. E aggiungono: «C’è il serio rischio di commettere un errore politico. Quel quesito si limita a proporre il dimezzamento dei tempi per ottenere la cittadinanza, lasciando invariati i requisiti. Si tratta di una proposta molto riduttiva rispetto all’incentivazione di seri e virtuosi percorsi integrativi con lo Ius Scholae e vediamo il pericolo che nel Paese si crei una frattura tra chi è favorevole a dimezzare i tempi e chi è contrario».
Ma non sono solo le questioni interne a separare i due alleati. La frattura più evidente è quella sull’invio di armi all’Ucraina, con i dem schierati su posizioni filo-Nato in Italia e in Europa e il Movimento contrario. I Cinque Stelle, come la Lega e altri partiti, hanno votato no alla risoluzione per chiedere di eliminare le restrizioni all’uso di armamenti Ue in territorio russo. Il Pd l’ha appoggiata. Conte prova a sedurre l’ala dei pacifisti. Ha partecipato alla marcia Perugia-Assisi, spiegando solo poche ore prima: «Siamo amici della Russia, ma non siamo filoputiniani. Nessuno fraintenda la nostra battaglia per la pace, abbiamo condannato una invasione che è contro il diritto internazionale. Abbiamo preso tanti insulti, tengo a chiarire subito la nostra posizione». Il Movimento predica anche una sorta di equidistanza per la corsa alla Casa Bianca, mentre i dem sono schierati con Kamala Harris.
«Con queste premesse che fine farà il campo largo?» è la domanda che serpeggia tra gli stellati e non solo. Ma anche sulla definizione dei confini dell’alleanza si discute. In Liguria la presenza o meno di Matteo Renzi nella coalizione a sostegno di Andrea Orlando ha creato frizioni tra le parti. Alla fine la lista dei riformisti aprirà le porte del campo largo (porte apertissime in Emilia-Romagna e Umbria) ai renziani. Troppe divergenze? C’è chi ironizza: «La lista è lunga, ci sarebbe da parlare anche di welfare e infrastrutture»
La cavalla si prepara al governo di ammucchiata neo-centrista ,PD renzini, calendini, forza itaglioti e dissidenti legaioli e fratellini per scalzare la nana.
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Conte non ha un ruolo semplice. Il brutto di questa situazione è che fra i Grillini c’è uno scontro interno che può essere fatale. Mi dispiace dirlo ma la colpa di questo è tutta di Conte che ha creato un clima da resa dei conti, una lotta fratricida fra i 5 Stelle di oggi e quelli della prima ora. Purtroppo Giuseppe (che ha svariati pregi) pecca di strategia politica. Stesso discorso per Casalino, adesso stanno sbagliando tutto
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A dire il vero è Grillo ad aver creato e ad alimentare quel clima.
Conte sta guidando il movimento attraverso una maturazione dello stesso, come è naturale che sia.
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Troppe divergenze fra piddì e M5S? Solo il corriere della serva si poteva accorgere di questa sottigliezza.
A Conte, leader del Mov. non gliene frega nulla se al governo del Paese c’è la destra o la finta sinistra, anzi, forse è meglio se c’è l’originale al governo piuttosto che la finta sinistra.
Guardando un pochino indietro nel tempo abbiamo visto che la finta sinistra al governo ha fatto le porcherie che la destra non si osava di fare.
Ne consegue che, se si astiene saggiamente da un’alleanza anomala, ha tutto da guadagnare.
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Troppe divergenze? C’è chi ironizza: «La lista è lunga, ci sarebbe da parlare anche di welfare e infrastrutture»
Ma anche di Giustizia, Ambiente e Lavoro. Ecco perché l’alleanza PD-M5S è impraticabile a livello nazionale. Un’alleanza è possibile se le varie forze di una coalizione condividono gli stessi temi. Mettersi insieme solo per battere l’avversario può essere utile per vincere le elezioni, ma non per governare. Emergerebbero subito le divisioni e il governo cadrebbe nel giro di una settimana. Le alleanze vanno fatte dopo il voto e non prima.
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Prima o dopo si presuppone sempre una certa vicinanza delle idee altrimenti succede come con Salvini. La fai dopo e trascorso uno o due anni crolla il governo perché le divergenze non si Appianano e quindi gli elettori stessi non sono soddisfatti. Un’ alleanza “con chi ci sta” mi sa tanto di paraculata che non regge perlomeno con la media dei politici che abbiamo.
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L’alternativa è una alleanza con chi ha abbastanza punti in comune.
Al netto di chiacchiere/promesse/buoni intenti e guardando con molta attenzione alla storia di pd e movimento (vero) io vedo che il pd ha molti punti in comune con le destre e il movimento ritengo sia un unicum che vanta alcuni tentativi di imitazione.
Dunque, qual è la strategia migliore?
I duri di comprendonio la risposta la potranno trovare senz’altro nelle urne.
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Allora non è questione di prima o dopo ma di idee. Di fatti trovo corretto che conte provi a vedere se riesce a fare un’alleanza perché buona parte dell’ elettorato PD e di sx e condivide diversi punti. Il problema è che invece buona parte dei loro dirigenti è di destra, quindi da qua alle elezioni c’è da vedere se qualcosa cambia. Nel mentre a livello locale invece è diverso per una serie di motivi. Partire già con una censura Totale visto sta m…a di legge elettorale per me sarebbe poco utile e farebbe solo stancare la gente che smette di votare se vede chi vota non governare mai. Però c’è da andare con calma e valutare poiché come ho detto in altre notizie il nostro PD come tutti gli altri europei si sono parametrati sui dem USA e non sulla sx europea e i dem usa è una destra liberale non troppo conservatrice e solitamente non di estrema destra. Quindi non parlo di alleanzd sempre e comunque ma di continuare a trattare.
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il PD, al netto delle parole, ha più convergenze con FDI
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la probabilità di un accordo organico tra pd e i 5s di Conte è inversamente proporzionale alla tenacia con cui i rondoliniani lo danno per certo, molto probabile, sicuro. Senza alcuna evidenza che un simile percorso sia in atto. Ma comunque avverrà. Conte è ondivago, inganna i suoi sostenitori, senz altro accettera’ le schifezze del pd per la poltrona. È andato al compleanno di… È amico di Bettini. Si sentono sempre.
l ultima intervista di Bettini lo presentava amico di Conte un po come lo è Grillo. Centralità del pd, complementarietà degli altri. Prodi pacatamente lo stesso, senza veti ma con temi. Bla bla…
Nessuna dichiarazione della Schlein a sostegno delle certezze rondoliniane. Temi non nomi, niente veti…
La sostanza è una cronaca di percorsi paralleli, scarsa occasioni di compresenza, nessuna presenza ad eventi comuni, se non con evidente imbarazzo di Schlein. Renzi è un ostacolo insormontabile, cone altre differenze radicali praticamente su tutto, giustizia, guerra, cittadinanza
Una manfrina ben recitata, vero?
L apparenza è che l anima prodiana del pd non voglia neanche per scherzo Conte come alleato. Come quasi tutti nel pd. Figuriamoci se imbarcano uno che poi li obbliga a mantenere le promesse elettorali.
Quello che si vede, per I miopi come me, è che 5s e Avs hanno capito l estraneità del.pd al progetto del campo largo a sx. Prodi e Draghi preferiscononil campo.largo al centro. La nuova dc. Il governo Draghi senza salvini e 5s. I 5s grillini faranno argine alla partecipazione reale, quella che vota, affidando agli insulti, alle grida e all invito al non voto l loro missione politica.
Certo che la Raggi in una cosa come la nuova Dc, di dx e di sx a fasi alterne, si troverebbe benissimo.
I 5s Contiani e AVS sono un discreto inizio. Federazione altre anime di sx e di impegno civico, qualche voto lo raccatterebbero. A meno che gli elettori del PD…
Come sempre, decideranno gli elettori.
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Basterebbe che non rifacessero le divisioni tipo Santoro che si piglia il 2,5% e poi con un 1 su 40 ottenuti, ha zero seggi mentre M5S va in crisi nera perché sta sotto quota 10%. Che doppio colpo di c… per la destra al potere.
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