La presidente del Consiglio sosterrà il social contro le richieste di Bruxelles. Colloqui con i manager di Google e Microsoft

(Tommaso Ciriaco, Paolo Mastrolilli – repubblica.it) – New York — Si muove senza troppe cautele, Giorgia Meloni. Perché su Elon Musk ha scelto di scommettere. Farsi premiare da lui nella cerimonia dell’Atlantic Council stasera a New York è mossa ponderata. Ufficialmente, una decisione dettata dalla necessità di collaborare con un imprenditore che gestisce dossier strategici, capaci di generare miliardi di dollari. Ufficiosamente, portata avanti per mostrarsi al fianco del più stretto alleato di Donald Trump. Così però si mette in aperto contrasto con Kamala Harris, a quasi un mese dalle presidenziali americane, al punto che fonti dell’amministrazione non nascondono informalmente come lo sgarbo sia stato notato. Non produrrà uno strappo, perché Usa e Italia hanno interesse a preservare l’alleanza, ma neppure aiuterà le relazioni, se la scommessa di Meloni su Trump risultasse perdente e il 20 gennaio Harris entrasse alla Casa Bianca.

E allora a Musk, riferiscono fonti autorevoli, la presidente del Consiglio garantirà sostegno politico su un terreno simbolico, ma delicatissimo: quello legato al ruolo del social X. Elon si è già scontrato col governo del laburista inglese Starmer, a causa del megafono del social nelle violenze di piazza in Gran Bretagna. E ora rischia una reazione delle istituzioni europee per il Digital Services Act, la legge sui servizi digitali che impone alle piattaforme – quindi anche X – di bloccare la disinformazione, soprattutto a ridosso di passaggi elettorali. Meloni è pronta a mettersi di traverso a Bruxelles, per aiutare “l’amico” fondatore di Tesla, seguendo il suo slogan sulla “libertà di pensiero”.

I social sono un asset decisivo per le prossime battaglie di consenso, viste anche le denunce ripetute da Washington sulle interferenze russe e non solo. Non a caso, Musk ha pensato di celebrare l’arrivo della premier postando solo poche ore fa un video di Meloni risalente al settembre del 2023, in cui provava a difendersi nel pieno dell’emergenza sbarchi (uno dei principali fallimenti del suo esecutivo) rivolgendosi direttamente a chi partiva con queste parole: “Se entrate illegalmente sarete rimpatriati”. Il ceo di Tesla rilancia quell’intervento, dodici mesi dopo e senza contesto, plaudendo all’italiana con una sola parola: “Bravo!”. Dimostrando come X sia sempre più potentissima arma in mano alla propaganda sovranista e ultraconservatrice.
Ma non basta. Nel primo giorno della missione a New York, Meloni incontra pure i top manager Microsoft e Google, giganti tech. Sono i due big che lavorano gomito e gomito nei progetti per l’intelligenza artificiale. Piano che interessa la premier e si intreccia con i dossier cari a Musk: non a caso, Meloni non pubblicizza i colloqui per non urtare l’imprenditore trumpiano, in competizione con queste aziende. Musk, infatti, aveva inizialmente investito su Open Ai di Sam Altman – il creatore di Chat Gpt – ma poi aveva abbandonato l’impresa. A subentrargli era stata proprio l’azienda fondata da Bill Gates, investendo 10 miliardi, e ne era nata una causa. Parlare con Google e Microsoft significa inoltre relazionarsi con giganti da tempo sotto la lente delle autorità antitrust europee: il terreno è dunque minato e la premier deve evitare di forzare troppo la mano con la Commissione europea.

Un altro corto circuito pericoloso lo rischia con Washington, perché se Trump vincerà il 5 novembre avrà fatto la scommessa giusta e ne trarrà i relativi vantaggi, ma se a prevalere sarà Harris potrebbero restare ruggini. Fonti autorevoli dell’amministrazione, in un contesto del tutto informale, confermano infatti che lo sgarbo è stato notato. A poche settimane dal voto, la stragrande maggioranza dei leader internazionali evita di prendere posizioni nette, e in questo quadro risalta la scelta di Meloni di farsi presentare da un sostenitore di Trump finito sotto inchiesta del Secret Service, perché su X si è chiesto come mai nessuno abbia ancora cercato di uccidere Biden e Harris. Scherzava, ma come puoi essere sicuro di come la prenderanno i tuoi milioni di seguaci?
La risposta è che Musk era stato scelto prima di queste “esternazioni”, ma la verità è che già nel maggio 2023 aveva lanciato su Twitter la candidatura presidenziale di Ron DeSantis, allora favorito per la nomination del Gop, e quindi non c’erano dubbi sulla sua posizione contro Biden e Harris. Il timore dei vertici dell’Atlantic Council è che trasformi la serata di oggi in un evento di campagna elettorale, creando imbarazzo a tutti.
Dopo la sua vittoria nelle elezioni italiane, Washington temeva che Meloni diventasse la nuova Orban, più potente. Invece è rimasta piacevolmente sorpresa dal suo pragmatismo, le posizioni ferme su Ucraina e Cina nonostante le riserve di Matteo Salvini, e il G7, dove come presidente di turno deve gestire il trasferimento a Kiev dei 50 miliardi di dollari ricavati dai beni russi congelati. Usa e Italia hanno, e continueranno ad avere un stretta alleanza, ma anche gli errori inutili hanno un peso.
E’ lui che è alto o lei che è bassa ? Comunque la foto l’ha fatta e questo è l’importante. Quella col rimbambito venne na schifezza (gli sbavo’ sulla fronte e non fu piacevole) ma comunque era un pezzo grosso e conveniva farla per l’album di famiglia.Con Trump sarà necessario il campo largo altrimenti tagliano la testa dell’americano .
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L’Italia, storicamente, ha sempre scommesso su più tavoli. Negli ultimi 500 anni – in genere – le è andata bene, considerando il fallimento di numerosi imperi e il ridimensionamento di altre più fondate ambizioni di dominio mondiale. C’è da chiedersi come facciano gli stranieri a cascarci sempre.
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Ad ogni modo, chi cambia casacca in genere non è considerato niente nemmeno dai nuovi padroni.
Siamo passati dai baci di Biden alle strette di Musk, quasi non c’é da crederci che razza di cialtroni abbiamo al govenro.
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Egregio SM79, lei ne fa una questione d’onore. Altri badano alla sopravvivenza. Qual è, in politica, la scelta più utile per sé stessi e per lo Stato ?
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