Bene destinare i 100 euro ai redditi più bassi, inaccettabile escludere i lavoratori autonomi. Tagliati fuori mamme e papà conviventi e separati che non hanno più la residenza con i figli

Cento euro alle famiglie sono un aiutino iniquo

(Chiara Saraceno – lastampa.it) – Cento euro una tantum sono una goccia nel mare, ma anche questa goccia può far comodo quando si ha un bilancio famigliare ristretto. Quindi non sbeffeggiamolo come una mancetta, per rispetto di chi fa fatica ad arrivare a fine mese. Ma l’emendamento proposto dal governo al decreto Omnibus, oltre a riprodurre la pur giustamente criticata politica dei bonus, degli una tantum che diluiscono le, scarse, risorse in mille rivoli di scarsa o nulla efficacia, salvo che nell’attimo fuggente, presenta diversi punti problematici dal punto di vista dell’equità.

Si può accettare che i 100 euro una tantum vengano riservati solo alle famiglie di lavoratori a basso reddito, per le quali possono fare una sia pur piccola e brevissima differenza, benché non sia chiaro, anche se fa una sostanziale differenza sia dal punto di vista della potenziale platea sia da quello dell’equità, se si tratti di reddito individuale o familiare o di Isee.

Andrà chiarito subito, anche per non alimentare aspettative destinate di nuovo ad essere deluse. Meno accettabile è che vengano riservati solo alle famiglie di lavoratori dipendenti. La giustificazione che si tratterebbe di una parziale compensazione della mancata realizzazione della promessa di detassare la tredicesima – istituto che riguarda solo i lavoratori dipendenti – non sta in piedi. Si tratta di due cose troppo diverse per poter essere viste una come compensazione dell’altra. Per non parlare del fatto che, anche entro la platea dei lavoratori dipendenti, al solito verranno escluse le colf, che per motivi oscuri non rientrano mai in nessuna categoria di aventi diritto quando si tratta di erogare qualche trasferimento (dal bilancio pubblico, non dei datori di lavoro).

Si può anche accettare che i 100 euro vengano destinati solo alle famiglie a basso reddito (o Isee) con figli, visto che tra questi più spesso si annida la povertà. Chiamiamolo un piccolo regalo di Natale. Anche se andrà chiarito se riguarda tutti i figli a carico o solo quelli minorenni. Ma è del tutto ingiusto e inaccettabile che siano riservati solo ai genitori coniugati, ad esclusione di tutti coloro che sono genitori con figli a carico pur non essendo coniugati o non essendolo più.

Sono esclusi i genitori soli che, specie se donne, hanno in generale redditi più modesti ed è maggiormente a rischio di povertà di chi è in coppia, ed anche quelli separati, che pur non avendo i figli residenti con loro (anche con l’affido congiunto ai figli è assegnata una sola residenza), tuttavia hanno la responsabilità del loro mantenimento.

Sono escluse le mamme e papà che vivono assieme, ma non sono sposate. E, naturalmente, sono escluse le mamme e i papà che sono in un’unione civile perché fanno parte di una coppia dello stesso sesso che, per legge, non può accedere al matrimonio. Eppure Meloni dovrebbe sapere per esperienza diretta che si può essere una coppia genitoriale a tutti gli effetti anche senza essere sposati e anche se a un certo punto ci si separa, e che può anche capitare di dover (o anche volere) crescere i figli da soli.

Se ciò che rende meritevoli di questo bonus è, oltre al basso reddito (o Isee), la presenza di figli a carico, l’aggiunta del requisito del matrimonio appare un di più ideologico fonte solo di iniquità, anche se si tratta solo di un piccolo una tantum che farà poca differenza nella vita delle persone.

Meglio, più pulito e equo e meno ideologico, sarebbe stato se, volendo perseguire la via dell’una tantum a favore delle famiglie con figli, si fosse proposto un emendamento per incrementare per le festività l’assegno unico per le famiglie a basso reddito. Tra l’altro avrebbe anche evitato di attribuire ai datori di lavoro la responsabilità di raccogliere le autocertificazioni e anticipare il bonus, stante che l’erogazione dell’assegno unico è compito dell’Inps, che ha già tutte le informazioni.