Premiership – Il capo di Iv è l’unico a sostenere la leader dem nella corsa per il governo. L’ex premier 5S invece ha aperto alle primarie

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Il sospetto dell’avvocato cresce, con il passare dei giorni. Alimentato da certe voci nel Pd come da certe indiscrezioni di palazzo, indirettamente rafforzato dallo stesso Matteo Renzi, che in quasi tutte le sue interviste ripete che a Palazzo Chigi dovrà andare la leader del partito con più voti nel centrosinistra. Cioè Elly Schlein. Ecco perché Giuseppe Conte si è convinto che l’apertura della segretaria dem nei confronti del fu rottamatore sia dovuta principalmente a quello, al sostegno che Renzi promette di darle nella corsa verso la Presidenza del Consiglio. Non tanto in termini di voti, anche perché dopo il disastro nelle Europee Italia Viva ormai è una scatola semi-vuota – ieri se ne è andato Luigi Marattin – ma anche e soprattutto sul piano dei rapporti e dei consigli. “Renzi le ha promesso di aiutarla vantando i suoi presunti contatti internazionali e ventilando di poterle dare suggerimenti” è la tesi che circola ai piani alti del Movimento. Ma Schlein “sbaglia di grosso a fidarsi” è il prevedibile corollario, perché chi si fida del fu rottamatore prima o poi deve pentirsene.
Un big del M5S va oltre: “Renzi lo conosciamo, sta cercando di convincere Elly di come possa essere lei la vera federatrice del campo largo, e di come lui possa esserle utile come contrappeso al Movimento: in questo Matteo è molto abile. Certo, sarebbe incredibile se lei gli credesse davvero”. Di sicuro la voglia di premiership di Schlein è un punto centrale, nei ragionamenti incrociati sul fronte giallorosa. “Non leggete i giornali quando dicono che voglio tornare a Palazzo Chigi” aveva assicurato Conte venerdì scorso dal palco della festa nazionale dem, a Reggio Emilia. Ma è un fatto che settimane fa, in un’intervista, l’ex presidente del Consiglio abbia indirettamente aperto perfino alle primarie come possibile metodo per scegliere il futuro, possibile premier del centrosinistra. Un’altra via per ribadire che per lui non è affatto automatico che il partito con più voti esprima il capo del governo. Nell’attesa, Conte rimarrà sul no totale a Renzi, “una presenza inquinante” come lo ha definito domenica sul palco della festa del Fatto, da dove l’ha accusato di “essere votato al campo degli affari” e di “voler entrare nella partita del litio”.
In tempi di assemblea costituente, dove si discuterà anche di rotta e collocazione politica, deve rimanere inflessibile verso Iv, anche per tenere calmi i gruppi territoriali del Movimento.
E la prima conseguenza diretta può proiettarsi sulla Liguria, dove la travagliatissima costruzione dell’alleanza di centrosinistra non è ancora conclusa. Per i tentennamenti di Carlo Calenda – che ormai però sembra recuperato – ma anche per il cronico nodo sono sempre gli italovivi. Perché se nei giorni scorsi il Movimento aveva aperto alla possibilità di ospitare due o tre renziani – possibilmente sconosciuti – nella lista del candidato presidente, quindi senza simbolo, ora la consegna da Roma sta virando verso il no totale a chiunque sia anche indirettamente riconducibile al fu rottamatore. “Non li vogliamo, punto e basta” conferma una fonte di peso. Chissà cosa ne pensa Orlando, che ieri sera era ancora possibilista: “Iv? Stiamo discutendo e parlando con la coalizione, ci sarà una solida componente di centro, e la sua fisionomia sarà definita nelle prossime ore”.
Ma dove e come collocare i renziani è una preoccupazione anche per Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e candidato dem in Emilia Romagna, dove Iv è nella giunta uscente. Quando gli hanno chiesto di Renzi proprio sul palco di Reggio Emilia, e proprio con Conte accanto, De Pascale ha dovuto prenderla molto alla larga: “No alle sommatorie di partiti, ma una sintesi andrà trovata”. Perché lui una coalizione deve definirla, in fretta, possibilmente con i centristi dentro. E vaglielo a spiegare, che quell’abbraccio tra Elly e Matteo alla Partita del Cuore ha cambiato troppe cose. Cosa resta? Magari Bruno Vespa, che la butta lì: “Mi farebbe piacere ospitare a Porta a Porta un incontro tra Renzi e Conte”. A naso, il capo di Iv cercherà in tutti i modi di accontentarlo. Conte e Schlein invece sono attesi giovedì sera alla festa di Alleanza Verdi e Sinistra, a Roma. E chissà se parleranno anche di Palazzo Chigi.
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“Per i tentennamenti di Carlo Calenda – che ormai però sembra recuperato”
Fiuuuuu! Meno male!
Un progetto solido e credibile senza Carletto? Non scherziamo!
Per il resto, a parte le opinioni, aspettiamo gli eventi.
🍺 🍿
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dacci oggi la nostra razione di veleno del decarolis serpe!!
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Mi dispiace, neanche turandomi il naso potrei votare per uno schieramento che include Renzi. I 5 stelle dovrebbero starne bene alla larga e porre l’assenza di Renzi come condizione per aderire alla coalizione col PD
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Senza dimenticare Carletto, stessa razza, stessa pasta, stessa utilità!
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Il NEOLIBERISMO HA CONQUISTATO LO STATO, COMPLICE LA SX.
Berluscameno
Fantozzi non poteva neppure immaginare che il fine ultimo del Socialismo si trasmutasse in quella avventura senza senso di condurre l’umanità degli attuali dipendenti nella più cupa schiavitù, tipo laogai cinesi (campi di lavoro).
E’ falso che il liberismo fosse contro l’ingerenza dello Stato in economia. Mentivano: il neoliberismo ha assoluto bisogno dello Stato, per creare leggi favorevoli alle multinazionali e alle banche, moltiplicando i loro profitti speculativi.
Senza la complicità della sx, il neoliberismo non avrebbe raggiunto un tale grado di penetrazione e perversione.
Le politiche ultra liberiste, dalla Thatcher a Reagan nei primi anni ’80, si sono perfezionate con la terza strada di Blair, che ha cantato le lodi del mercatismo facendone il principio ispiratore di un’intera stagione di contro-riforme (alla Renzi) che ha smantellato welfare, diritti del lavoro e solidarietà sociale.
La sx si è convertita alle ragioni del management, ripetendo l’arrogante bugia di presentarsi come portatrice di un valore in netto contrasto con strategia della spoliazione statale attribuita dalla dx..
Due bugie: la SX NON HA DIFESO UN BEL NIENTE , e la dx – anziché svuotare lo Stato lo ha plasmato in funzione pro-business privati.
Già da tempo il neoliberismo aveva precisato la funzione fondamentale dello Stato subalterno ai mercati la priorità nei programmi economici e sociali. Quindi uno Stato in funzione di grandi interessi economici.
Il cosiddetto laissez faire è rimasta solo una delle posizioni del neoliberismo. Invece proprio lo Stato garantisce la realizzazione non della concorrenza sempre e dovunque, ma della prevalenza degli squali del mercato e la monetizzazione di ogni cosa.
La distinzione tra dx e sx è stata un falso. La sx attuale si è consegnata anima e corpo al predominio del profitto più alto, distruggendo il patrimonio di Keynes.
Questa è una post-sx, che ha realizzato la scomparsa della lotta delle classi ma non nel senso di Marx, nel senso dell’annientamento totale delle classi media e bassa.
La responsabilità della sx, specie nell’accettazione dell’euro, ha fornito alla dx finanziaria e bancaria i suoi strumenti istituzionali. Lo Stato a servizio delle banche e dei potenti. La sx ha fregato un’intera umanità di lavoratori, stravolgendo giorno dopo giorno il modo di intendere il ruolo del lavoro, la dignità della persona, il rispetto della vita. La solidarietà sociale è scomparsa, risucchiata dalla cessione della sovranità monetaria ai nemici della classe subalterna! Ed è stato grazie a questa cessione che il neoliberismo ha vinto.
E ora siamo arrivati alla chicca finale: come nella Germania hitleriana lo scontento della gente fu buttata su un capro espiratorio che furono gli emarginati e gli ebrei, i poveracci di oggi, disoccupati e malpagati sono buttati contro i nuovi emarginati: i migranti. E il cerchio si chiude.
Quando milioni di poveracci sono convinti che i propri problemi dipendano da chi sta ancora peggio, siamo di fronte al capolavoro delle classi dominanti e alla sconfitta dei popoli.)
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Ma tu guarda.
E quindi pare di capire che Conte s’è scoperto progressista duro e puro (e chi non ci sta può pure andarsene) solo perché così spera di tornare a Chigi?
Ma chi se lo sarebbe immaginato!
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chi sarebbe più progressista di Conte, nel m5s? O non serve esserlo? E lui perché non lo sarebbe?
lei preferisce cone pdc la Schlein, Renzi, Meloni, Draghi, Raggi? Voti per chi tra loro preferisce.
Io vorrei rivedere Conte Pdc. Mi fido più di lui. Non voteremo dalla stessa parte, credo
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Ma Conte non è progressista. Conte è Conte. Lui fondamentalmente sta dappertutto, come Figaro. Se domani gli servirà essere conservatore si scoprirà conservatore duro e puro, come si è scoperto prima populista e poi progressista.
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quale sarebbero i provvedimenti o le idee populiste? Rdc spazzacorrotti decreto dignità riduzione parlamentari abolizione vitalizi abolizione contributi all informazione pnnr conflitto interesse sarebbe populismo? O progresso civile e sociale del paese? E poi chi non è populista? Che significa populismo?
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Ale2bis
E questa da dove l’hai tolta, da De Carolis?
Nemmeno lui afferma questo, anche se è in grado di insinuare quotidianamente la qualunque, ma chi non sopporta Conte ha il dono di creare con la fantasia qualsiasi realtà parallela.
Tolkien scansati.
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Non ho nemmeno letto l’articolo ché già dal titolo ho capito essere decarognis.
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Sì, ma nemmeno De Carognis arriva al livello di creatività di certi anticontiani qui presenti.
Addirittura al punto di pensarlo, proprio lui considerato (dispregiativa mente)sx da sempre dai più rigoristi grillini, una specie di Zelig… conservatore all’occorrenza o magari renziano…e perché no, diciamo anche neofascista, già che ci siamo…
Tutto per aspirare alla carica di PDC!
🙄Siamo alle comiche.
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Ma quale anticontiano!
Qua il vero anticontiano è proprio Conte!
È Conte che si è definito populista durante il governo gialloverde e adesso si definisce progressista e (viene da pensare, visto il tipo) se tra una decina d’anni gli serviranno i voti dei conservatori per diventare, per ipotesi, PdR si definirà tranquillamente conservatore.
Questo è il tipo. E non lo dico io, lo dice lui col suo comportamento.
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Certo che quando si vuole proprio interpretare a membro di segugio… o è tipica semplificazione, per non dire analf0destr0nzismo?
Lui ha detto, “a senso”: “se per populista si intende ascoltare le esigenze del popolo allora, in quel senso, sono populista.”
Ma si è sempre dichiarato politicamente progressista.
Poi pensala come ti pare… parli senza conoscere o per partito preso.
Questo è il-tuo- tipo. E non lo dico io, lo dici tu con quello che scrivi.
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