Lo show del trio “Il Volo” sponsorizzato dalla Regione andrà in onda su Mediaset. Vestiti invernali obbligatori e polemiche: anche i turisti protestano

(Salvo Palazzolo – repubblica.it) – AGRIGENTO — Alle sette del pomeriggio, fa un gran caldo nella Valle dei Templi, ma lungo il viale d’ingresso si fa strada un signore di mezza età con un abito scuro di lana pesante: «Non hanno raccomandato altro — sorride — Mi hanno detto che bastava il vestito del matrimonio, purché fosse invernale. E io mi sono sposato a dicembre». La moglie indossa invece una gonna lunga, nella borsa ha una mantellina di visone: «Spero di resistere tutta la serata», sussurra. Dietro di loro, un signore tiene in mano un soprabito blu: «Magari cercano qualcuno da sistemare in prima fila», dice alla figlia, che ha preferito un elegante maglioncino di cachemire. «Ma che dici, papà — lo riprende ridendo — stasera, qui, noi siamo solo comparse per il gran concerto di Natale». E non è una battuta.

Per davvero, il 31 agosto, al Tempio della Concordia va in scena il concerto di Natale, con il trio “Il Volo”: «Sarà obbligatorio indossare un abbigliamento adeguato al periodo di messa in onda dello spettacolo su Mediaset, ovvero la notte di Natale», ha scritto il governatore Renato Schifani nel comunicato con cui annunciava trionfalmente «un progetto internazionale per promuovere la Sicilia» in vista di “Agrigento Capitale della Cultura 2025”. Un concerto registrato nel caldissimo agosto, per dicembre. E sui social si sono scatenate le polemiche: sullo «spettacolo metafora della politica siciliana fuori dal tempo», sulla «cultura senza verità», qualcuno ha parlato anche di «scempio per una terra ridotta allo stremo per la crisi idrica». Per certo, il concerto di Natale voluto da Schifani e una replica domenica sera costeranno una cifra considerevole: un milione e duecento mila euro. Novecentomila li ha sborsati la Regione, 300mila li ha messi il governo nazionale attraverso il ministero del Turismo e l’Enit, l’Agenzia nazionale del turismo. Una cifra importante, considerato che ai 770 spettatori delle due serate è stato fatto pagare un biglietto di ottanta euro, «che sarà devoluto per progetti di promozione sociale», è stato comunicato: più della metà del budget andrà al “Volo srl”, per i costi artistici e di produzione televisiva.

Una spettatrice del concerto

Così, ad Agrigento, è davvero già Natale. Davanti al Tempio della Concordia ci sono due grandi alberi addobbati. Una signora, arrivata da Palermo, sfoggia anche un bel colbacco e una mantella di flanella. Un’allegra famigliola — papà, mamma e figlio — indossa invece il cappello di Babbo Natale: «La Sicilia è una terra di grande fantasia — sorride la signora — per una sera ci divertiamo un po’, anche perché poi i problemi di tutti i giorni di quest’isola sono davvero tanti». Forse per evitare altre polemiche, alla fine il presidente Schifani ha preferito disertare l’evento, delegando l’assessore dei “Beni culturali e dell’identità siciliana” Francesco Paolo Scarpinato. Anche lui in rigido dress code invernale. Per lo spettacolo di domenica sera sono annunciati invece i ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e del Turismo Daniela Santanché. Sarà uno spettacolo in lingua inglese, perché destinato al mercato americano.

Il tempio della Concordia allestito per il concerto

«Intanto, però, sono stati creati grandi disagi per i turisti di tutto il mondo che avevano programmato mesi fa la loro visita nella Valle dei Templi», dice la presidente dell’associazione guide turistiche “Città di Agrigento”, Calogera Magro. Per organizzare il concerto, il parco archeologico è stato chiuso per due giorni. Ma anche oggi pomeriggio è un continuo via vai di turisti: una coppia arriva dalla Spagna, una famiglia dalla Germania; il custode cortese, ma un po’ a disagio, risponde a tutti: «Ci sono tante altre cose belle da vedere ad Agrigento». Un papà si arrabbia e si avvicina a una pattuglia della polizia: «Io lavoro all’estero — spiega — Sono tornato a Catania dopo otto mesi e avevo promesso ai miei bambini che avremmo visitato i templi». Ma non c’è nulla da fare. Le regole della tv, e della politica siciliana, non ammettono deroghe. E anche qualche spettatore non vuole più sentir parlare di polemiche: «Visconti girò alcune scene del Gattopardo in pieno agosto — dice la signora col colbacco — e Claudia Cardinale era infastidita per gli abiti invernali. Ma poi, quel film fu un capolavoro, speriamo lo sia anche il concerto». La stessa signora ammette però: «L’atmosfera di questa sera è un po’ surreale, direi felliniana». Chissà, forse anche il presidente Schifani si è ispirato a Visconti e a Fellini per il concerto di Natale ad agosto. «Lei non capisce proprio nulla — si avvicina infastidita un’altra signora — Io vengo dall’Austria per seguire i miei beniamini». In difesa del cronista arriva una signora di Pordenone: «Che cosa provinciale imporre l’abito scuro — dice — a teatro io vado in jeans. Comunque sia, godiamoci questo Natale siciliano».