Mentre si sospetta che la “serrata” dei lidi sia stata insufflata dal governo per giustificare l’ennesima proroga, occorre ricordare che le maggiori concessioni si concentrano nelle Regioni “rosse”

(di Sebastiano Messina – lespresso.it) – Quella delle concessioni delle spiagge è la vicenda che racconta meglio di qualunque discorso la capacità italiana di difendere a oltranza – a dispetto delle norme, delle sentenze e del senso comune di giustizia – una categoria privilegiata sulla quale un pezzo della politica ha deciso di stendere la sua ala protettrice.
L’ultimo atto di questa sceneggiata che dura ormai da 18 anni è andato in scena ai primi di agosto, quando i balneari hanno chiuso i lidi, ma solo per un paio d’ore e la mattina presto, cioè quando ancora il grosso della clientela non era ancora arrivato. Non uno sciopero, come qualcuno ha frettolosamente scritto, ma una serrata. O meglio – vista la durata – una serratina. Indetta ufficialmente contro il governo Meloni, accusato nientemeno che di tradimento per non aver mantenuto la promessa di bloccare le gare per le concessioni che da tempo immemorabile loro si tramandano di padre in figlio.
Dopodiché, prima che fossero passate quarantott’ore, si è scoperto che il governo – il presunto traditore – aveva già preparato la bozza di decreto che permetterebbe di aggirare le regole europee e le sentenze del Consiglio di Stato: con il pretesto di rifare ancora una volta la mappatura delle spiagge, le concessioni sarebbero prorogate di altri cinque anni, fino al 31 dicembre 2029. La tempestività con cui è stata fatta filtrare la bozza autorizza persino il sospetto che la protesta dei balneari sia stata suggerita dal governo, in modo da avere un ottimo pretesto – la rivolta della categoria – per varare l’ennesima proroga.
Questa storia è intrigante perché contiene due misteri. Il primo riguarda il centrodestra. Cosa spinge Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia a continuare a difendere concessionari dei lidi – che sono solo seimila, un millesimo della popolazione italiana – sfidando l’Unione europea che dal 2006 ci chiede di rispettare la direttiva Bolkestein sulla concorrenza, fingendo di non sentire le bacchettate del presidente della Repubblica e ignorando le sentenze del Consiglio di Stato, che già aveva dichiarato illegittima l’ultima proroga?
Per quale motivo questi tre partiti si battono con tutte le loro forze da 18 anni, prima in Parlamento e ora al governo, per proteggere come se fossero una casta questi imprenditori con l’incasso assicurato che ogni anno versano allo Stato la cifra irrisoria di 115 milioni per le loro concessioni e dichiarano al fisco un reddito medio di 26 mila euro l’anno, recintando come proprietà private quasi la metà delle spiagge italiane e arrivando a chiedere 696 euro al giorno per un gazebo in prima fila al Beach Club di Pescoluse (nel Salento) e 600 euro per una “tenda araba” al Twiga di Briatore a Forte dei Marmi?
Il secondo mistero riguarda la sinistra e gli ambientalisti. Che negli ultimi trent’anni sono stati a lungo al governo, e dunque avrebbero avuto tutto il tempo di far approvare una legge come quella che la Francia ha adottato nel 2006: in ogni Comune almeno l’80 per cento delle spiagge devono essere pubbliche. Il centrosinistra non ha neanche provato a combattere questa battaglia. Non solo: i Comuni italiani che hanno concesso ai privati la maggior quantità di spiagge sono proprio in Toscana e in Emilia-Romagna, le due Regioni rosse: Rimini con il 91 per cento, Forte dei Marmi con il 93, Pietrasanta con il 97 e Camaiore con il 98. Dunque la destra protegge i balneari, ma è la sinistra che ha consegnato loro le spiagge. Non è un intrigo avvincente?
Articolo onesto. Facciamo stessa onestà anche circa l autonomia, di fatto introdotta con la riforma della sinistra, fatta, qui è il problema, non per convinzione, ma nel tentativo di inseguire e neutralizzare la lega a suo tempo? Giusto per recuperare un po’ di credibilità. …..
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Non esistono ne’ sinistra ne’ destra, ma solo due ridicole caricature che si combattono come nel wrestling in modo del tutto indolore e trovano sempre il modo di accordarsi per i reciproci interessi incrociati. Vedi le leggi di Berlusconi di cui non ne hanno toccata una e quando Europa 7 vinse la gara per le frequenze televisive, le impedirono di operare. Per venire ai giorni nostri, vecchi tromboni come Violante e Cassese scodinzolano intorno al governo dato che per solleticare la loro vanita’ senile, gli hanno fatto intravedere il Quirinale.
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c’è un errore di fondo.
Si parla di SINISTRA, invece si dovrebbe parlare di diversamente DESTRA.
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la sinistra in italia l’è morta nel congresso della bolognina del 12 novembre 1989.
“ochetto”, bravo a starnazzare per preavverti mire i padroni quando gli operai volevano scioperare…
difatti la sedicente sinistra che nacque in quel luogo distrusse tutti i diritti democratici ed economici, fin li, conquistati da lavoratori e pensionati.
precarizzando selvaggiamente il lavoro e tagliando le pensioni.
contribuendo, attivamente e fattivamente, a far arricchire i ricchi e impoverire i poveri.
chiamarla, ancora oggi, sinistra è una offesa che dovrebbe far indignare lavoratori, precari, pensionati e le loro famiglie…
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What else?
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Semi citazione: “Quando un politico di sinistra, che dice di voler fare politiche di sinistra, incontra un politico di destra, che dice di voler fare politiche eque…, entrambi mentono spudoratamente, e l’elettore – di destra o sinistra – sarà un elettore morto”. Una prece per chi ancora oggi crede che esistano “destra” / “sinistra” e non una lobby, con sede in Parlamento, che – oltre ai loro – fa beatamente i cactus di chi li comanda.
Contratto Stato (ahahahah!)/Benetton docet.
“I politici sono i camerieri dei banchieri”
Prosit.
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“Dobbiamo fare questo e quello se vogliamo battere la destra!”
È la frase che scaturisce dalla bocca di chi non è ancora pronto.
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Ma l’ottimismo (cauto) mi spinge a credere che questi soggetti forse lo saranno (pronti).
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Vabbè… 6 mila concessionari su 60 milioni di abitanti è 1/10.000, non uno su mille.
Fatto sta che un ennesimo rinvio delle gare è una clamorosa presa per il q.lo dei 59.990.000 italici che dovranno pagare sanzioni europee (non crederete le paghi il bagnino in nero) ed un ombrellone più caro l’anno prossimo.
Tiè!
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