Verso la Costituente – Calcoli. Conte pensa alla soluzione già ventilata nel 2022, con una norma ad hoc, dipenderà però dalle indicazioni degli iscritti

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – A dare le carte nell’assemblea costituente, cioè a formulare le proposte sulle regole del Movimento e su tutto il resto saranno gli iscritti. E questo Giuseppe Conte continua a giurarlo, nelle riunioni come nei corridoi. Ma sul nodo dei nodi, cioè sulla regola dei due mandati, il presidente del M5S ha un’idea che è più che una speranza. Ossia che si superi quel totem con una nuova, apposita norma, consentendo poche e mirate deroghe, almeno per i parlamentari. Un pugno di nomi da salvare, su indicazione stessa di Conte, del presidente. Un elenco da sottoporre al comitato di Garanzia, quello composto da Roberto Fico, Virginia Raggi e Laura Bottici, e poi a una ratifica degli iscritti. Il leader dei 5Stelle, raccontano le voci di dentro, spera di poter uscire così dall’assedio a cui l’hanno sottoposto sulla regola.
Da una parte la stragrande maggioranza degli eletti – non solo deputati e senatori – che da tempo reclama l’abbattimento della norma, con la motivazione ufficiale di dare corpo a una vera classe dirigente e di avere finalmente a disposizione veterani conosciuti per le liste, evitando il disastro nelle recenti Europee, quelle del 9,99 per cento. Dall’altra il Garante, Beppe Grillo, per cui i due mandati sono la carta d’identità del Movimento, intoccabile. In mezzo c’è il leader, che non ha mai avuto urgenza di ritoccare la regola, almeno per i parlamentari. Ma ora sente che la spinta della base per cambiarla potrebbe in buona parte coincidere per intensità con quella degli eletti, per i quali cambiarla è quasi un’ossessione. E sa bene che il problema delle liste troppo fragili va affrontato strutturalmente. Un’altra via per farlo è rimettere in discussione un altro dogma come le parlamentarie, ovvero la selezione tramite web dei candidati. Ma prima vengono sempre loro, i mandati. E allora riecco le deroghe, a cui Conte aveva già pensato in vista delle Politiche di due anni fa. Almeno dieci big al secondo mandato erano convinti che il leader li avrebbe rimessi in lista, quell’estate. Ma Grillo fece muro, un veto che a suo tempo aveva ben altro peso. E l’ex premier alla fine non ne fece affatto un dramma, vista anche la campagna elettorale identitaria di quelle settimane. Due anni dopo, il quadro è completamente mutato. E i due mandati a naso saranno la prima portata della Costituente, che Conte dopo alcuni rinvii vorrebbe tenere a Roma nella seconda metà di ottobre (la data ipotetica è quella del 26-27 ottobre). Da ritoccare, dettaglio non secondario, modificando non lo Statuto ma il codice etico, dove la regola è tuttora racchiusa nell’articolo 2. Ma siamo ancora alle ipotesi. Perché si arrivi a discuterne, serve innanzitutto una volontà concreta degli iscritti in tal senso, da esprimere prima e durante l’assemblea. Quanto dettagliata, è da capire. Perché un conto è se venisse richiesto a gran voce il semplice e totale superamento della regola. Un altro è se la base richiedesse innanzitutto di “liberare” i mandati per consiglieri circoscrizionali e comunali. “Non è affatto esclusa una soluzione mista” sussurra un veterano. Ossia, deroghe per i parlamentari, accompagnate da regole specifiche per gli eletti locali.
Nel dettaglio, ai secondi mandati verrebbe consentito di candidarsi come sindaci – innovazione su cui un anno fa in una riunione si disse favorevole perfino Grillo – e magari come consiglieri e presidenti regionali: passaggio molto meno scontato, ma che chiama in causa un big come Fico, possibilissimo candidato del Movimento alle Regionali in Campania del prossimo anno. La conferma di quanti equilibri siano in gioco, nella partita. “Ma prima bisogna vedere come ci arriviamo, alla Costituente”, sospirano fuori taccuino un paio di parlamentari.
L’idea di sorteggiare 300 iscritti per l’assemblea ha fatto storcere il naso a parecchi. “Era meglio prevedere 300 delegati dai territori” è la rimostranza diffusa. Ma Conte, tra un colloquio con il Pd e riunioni ristrette, ha difeso la scelta. Perché ormai deve andare dritto.
chiedo per mio cugggino;
c’è mai stata una cosa scritta dal De Profundis che si sia mai avverata?
mia considerazione:
quelli che chiedono la deroga giurano che in cambio rimarranno fedeli al movimento, altrimenti faranno una scelta di vita hahahahah
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Non do credito a una sola parola di costui.
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Zero in politica ,10 in poltronificio .Gianroberto si rivolta nella tomba
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Parlare per ipotesi è facile ma chissà cosa avrebbe detto e cosa direbbe Casaleggio se fosse ancora vivo. Lui è morto nel 2016 e molto è cambiato nel frattempo.
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È cambiato tutto in peggio, a cominciare dalle tensioni geopolitiche. E in casa nostra lo vediamo cosa succede.
L’unica forza politica in grado di tracciare una via diversa ha preferito omologarsi. Anzi, normalizzarsi.
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Casaleggio dichiarò che se il M5S si fosse alleato con i partiti di sistema lo avrebbe abbandonato. Ora sai cosa avrebbe fatto.
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Hanno distrutto un movimento e spinto una comunità a lacerarsi sulla figura di un capo; il risultato è la perdita di consenso, astensione in aumento e risultati assai modesti. Trovatemi un astensionista che, in preda all’ entusiasmo nel vedersi proporre una accozzaglia di sinistra farlocca, deciderà di votarla. Adesso stanno apparecchiando il rientro in pompa magna dei Gianni e Pinotto terzopolisti falliti. Lì non si scappa: o aderisci oppure rendi evidente anche ai de coccio che due anni sono finiti nel ce$$o. In entrambi i casi è la conferma di una catastrofe politico-strategica.
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Ricordiamo che Conte non si è mai voluto iscrivere al Movimento 5 Stelle fino a che non è stato costretto per assumerne la carica di Capo Politico (e quindi la sicura elezione in Parlamento).
Non c’era molto da aspettarsi da costui.
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Prima di aprire il post(non letto) ho immaginato chi lo avesse scrittoi…ho indovinato…. e te pareva… il cercatore di pulci!
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Al netto delle esigenze legittime del giornalaio che deve scrivere un pezzo ogni giorno per portare a casa la pagnotta, non mi sembra che il post evidenzi qualcosa di nuovo salvo, per i maligni, lasciare intendere che Conte esterna la sua idea e poi la plebe propone il cambiamento.
Niente di nuovo quindi.
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Anche Conte tiene famiglia. Se questi diventano un PD 2.0 la speranza è in Alessandro Di Battista a cui si aprirebbero praterie sterminate di elettori in fuga da questi ipocriti.
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Considerando il limite dei due mandati una stupidaggine tout corta, non mi appassionano deroghe, distinguo sul tema.
Comunque non ho capito nulla di quanto descritto dal renziano del Fatto, se non che Conte starebbe cercando un modo per intortare iscritti e simpatizzanti. Che poi credo sia lo scopo dell articolo. Come sempre per lui. Tesi sicuramente cara anche ai critici che la sanno tutta.
non capisco nemmeno perché si continui a descrivere il M5s come un unicuum.
finalmente tornano i fondatori, fuori gli usurpatori. Punto. Di cosa ci sarebbe da discutere? Se Conte va bene o no? Se non va bene, a chi?, metteranno dibba. Se vogliono il limite dei due mandati, se lo tengano. Progressisti non va bene? Rimangano ne di dx ne di sx. Niente alleanze? Non ne facciano. Mantengano la simpatia per Renzi, alla bisogna. Grillo i 300.000 euro li ha avuti per un altro anno?li usino per le spese della nuova formazione politica.. i soldi del m5s di Conte se li possono scordare. De Carolis può essere il cantore delle buone idee, come oggi. Dovrebbero gioire di una rinascita della vera militanza politica, il territorio, gli spettacoli di Grillo, le ospitate a Telecairo. E lasciare in pace chi va da un altra parte, in una direzione sola, senza spettacoli, senza ospitate e persino con Decarolis contro. Un branco di sfigati che non amano nemmeno mandare affa gli altri (uno pochino si) con un leader dalla pronuncia e dall incedere dendennante.
Un confronto impari. Ma noi, vi assicuro, guarderemo e impareremo. Con la doverosa modestia.
E cmq per me il vincolo dei due mandati rimane una stronzata elitaria non rispettosa degli elettori. Anche se a promuoverlo fosse Conte.
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Nel dramma politico, perché dramma è, di questa vicenda, ciò che mi dà il buon umore e leggere chi vede in questo o quello (Dibba pare il più gettonato) il taumaturgo capace di ricondurre agli antichi fasti i 5S.
Il pensiero di queste persone, che invocano sostanzialmente radicalità, è un capolavoro di comprensibile delusione, voglia di rivalsa, ma soprattutto ingenuità.
Cosa c’era di piu radicale dei 5S degli albori? Nulla. A che è servito, cammin facendo? A nulla, dato che stanno, nei fatti, addirittura mettendo in conto una scissione, in modo che i filoPD vadano a sinistra e gli ultimi Moicani dove preferiscono.
Sia le vedove di Conte sia quelle dei Dibba o chi per lui si facciano spiegare da un qualsiasi pubblicitario addentro alla sua materia dove sta la crisi che è più preparato per fornire, senza ironia, la risposta giusta.
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intendevo, sia detto senza ironia.
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Era così semplice. Candidare patuanelli e crimi per risalire al 20% e fico alle regionali per conquistare la Campania. Perché non ci si è pensato prima a eliminare la regola del doppio mandato? E’ la panacea a tutti i mali; l’unico modo per invogliare milioni di astenuti antisistema a votare il puzzolente partitino di sistema di conte. 🤣🤣🤣🤣🤣
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Forse non si è pensato prima a modificare più che eliminare la regola del doppio mandato perché solo dopo il disastro alle europee si è preso coscienza che questa potrebbe (condizionale) essere una delle cause delle crisi di consensi.
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Massimo, ricordiamoci sempre che il 25% prima e il 33% poi lo presero dei perfetti sconosciuti.
Non votavamo i volti, ma tutto il resto.
Ora i volti ci sono e proprio perché ci sono non li vota nessuno. È tutto il resto che manca.
La soluzione alla crisi non è sfornare altri gasparri, casini, fassino, salvini o meloni che nascono, crescono e muoiono sulla poltrona.
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Le cose nella vita cambiano così come le aspettative dell’elettorato. Nel 2013 e 2018 è stato votato il contenuto ma dopo il 2018 si è verificata una marea di defezioni (Di Maio e i 60 in primis) e forse l’elettore oltre al contenuto vuole votare un candidato che gli dia una ragionevole garanzia di non fare il salto della quaglia. Forse l’elettore si fida di più di un candidato anche non di primissimo piano ma che ha dato prova di fedeltà alla causa rispetto a un esordiente che potrebbe decidere da un momento all’altro di cambiare casacca. Io la penso così. Se debbo fare una scelta fra uno nuovo e un altro che ha già alle spalle due legislature preferisco quest’ultimo di cui mi fido di più.
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