(di Nanni Delbecchi – ilfattoquotidiano.it) – Il trionfo di ascolti di Temptation Island, la Waterloo subita da Alberto Angela a opera di Filippo Bisciglia con le sue coppie in crisi sta suscitando sui media un dibattito di stampo morettiano. Mi si nota di più se stronco i telecoatti fedifraghi, o se invece spernacchio la puzza sotto il naso di chi li stronca? Difficile dire qual è la posizione più snob. Cos’è la destra, cos’è la sinistra? Andy Warhol era un coatto? Sarebbe interessante avere un’opinione di Alain Elkann. La prima scuola di pensiero è quella classica, che vede in Temptation l’ultimo stadio del reality, popolato da sconosciuti pronti a stendere le proprie mutande in piazza per vedere se diventano famosi. Una critica che nel panorama odierno appare un po’ datata; in Rete lo fanno tutti. La seconda scuola di pensiero difende l’egemonia coatta come più autentica di quella radical chic, e ha il vento che soffia dalla sua parte; in fondo la famiglia tradizionale si difende anche così, con le corna preventive (in più, c’è il vantaggio di non pestare i piedi a Maria De Filippi, la donna più potente della televisione italiana).

Infine, bisogna ammettere che proprio per via della sua brutalità Temptation è il più onesto del reality (come il Tg4 di Emilio Fede era il più onesto dei telegiornali): non finge di raccontare casi umani o lotte di sopravvivenza; scarica direttamente sul video una vagonata di tronisti in costume da bagno per la felicità dei guardoni da telecomando. Vediamo chi cornifica chi, chi fa volare gli stracci con chi. Tutto il resto è noia. Poi c’è l’asso nella manica del falò di confronto sulla spiaggia. Cosa ci sia da confrontarsi se il tuo fidanzato ha appena limonato con la prima che capitava, non è chiarissimo; ma l’atmosfera al chiaro della luna e dei riflettori, tra Baglioni e Caravaggio, è così finta far sembrare tutto possibile. Altro che i talk con i conduttori pronti ad alzare la palla; noi sogniamo un grande Talk di Confronto sotto la luna piena. Renzi e Calenda; Grillo e Conte; Meloni e Giambruno, Ferragni e Fedez… L’Italia di oggi non è tutta qui?