E Santanché si arrabbia. L’emergenza sete nei reportage degli organi di stampa americani e britannici: “Anche fare una doccia è un problema”. La polemica della ministra

(di Tullio Filippone – repubblica.it) – “Dopo aver perso i raccolti, la Sicilia teme di perdere anche il turismo”. Dopo il reportage del quotidiano britannico Guardian nelle campagne desertiche dell’Isola, tra animali assetati e campi bruciati dal sole, l’emergenza della siccità irrompe anche nelle pagine del New York Times. Il quotidiano americano ha dedicato l’apertura del sito alla Sicilia senza acqua e ai rischi di perdere i flussi turistici dei visitatori che cancellano le prenotazioni spaventati dalla prospettiva di trovare una terra dove non è possibile farsi una doccia. Il Nyt descrive i terreni agricoli della Sicilia meridionale, tra “pendii bruciati che somigliano a dune del deserto” e la disperazione degli allevatori che guardano le proprie mucche “dirigersi al macello”.
Ma il focus del reportage è l’alta stagione turistica “a key economic lifeline”, “un’ancora di salvezza economica, che le autorità temono sia minacciata dalle notizie sulla scarsità dell’acqua e che per questo cercano di proteggere”. Alcuni B&B di Agrigento, una delle zone più colpite dall’emergenza idrica e dal razionamento – scrive il Nyt – hanno dirottato le prenotazioni verso altri hotel, mentre il presidente provinciale di Federalberghi Francesco Picarella lamenta “un calo significativo delle prenotazioni” da quando si sono diffusi i rapporti sulla siccità.
“Cioè che ha più fatto male – ha detto – sono state le notizie dei media che avvertivano che i turisti stavano scappando via a causa della mancanza d’acqua”. Ma c’è anche il settore del lusso come il Verdura Resort di Sciacca: “Non possiamo certo dire ai turisti di razionare le docce”, ha detto al Nyt Isidoro di Franco, direttore generale della struttura del gruppo di Rocco Forte.
La realtà, incontrovertibile, raccontata dal quotidiano americano ha fatto arrabbiare la ministra del Turismo Daniela Santanchè. “Nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia ma inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia”, scrive su X Santanchè. In realtà il Nyt ha solo raccontato l’emergenza sete esattamente come avevano fatto nei giorni scorsi altri organi di stampa stranieri.
Il New York Times riporta anche le rassicurazioni che arrivano dalle autorità regionali: “I turisti non si accorgono della siccità”, ha detto l’assessora regionale al Turismo di Fratelli d’Italia Elvira Amata. E poi le contromisure della Protezione civile. “Siamo costretti a sacrificare i danni nell’agricoltura, ma dobbiamo cercare di non danneggiare il turismo perché sarebbe ancora peggio”, ha detto il capo della Protezione civile siciliana Salvatore Cocina. Aggiungendo poi che l’agricoltura consuma la stragrande maggioranza dell’acqua, mentre la popolazione ne utilizza solo una frazione, anche quando include milioni di turisti durante l’estate.
Ad accorgersi degli effetti della siccità in Sicilia sul turismo è stata anche la Cnn, che ha fatto un report ad Agrigento, città Capitale italiana della cultura nel 2025, e ha scritto senza giri di parole: “L’acquedotto e altri costruiti in tempi moderni sono così asciutti che i piccoli hotel e le pensioni della città e della costa sono costretti a mandare via i turisti”. E poi ha aggiunto: “Non hanno abbastanza acqua per garantire agli ospiti un wc con lo scarico o una doccia, dopo una giornata trascorsa nella calura estiva”.
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cosa vuoi aspettarti se metti a ministro del turismo un idiota che fa della sua vita vacanze al Twiga , in questo paese ci sono persone che non sanno gestire il turismo poiché sanno solo vacanzare gratis , senza nemmeno avere nessuna nozione basilare , e causano l over turism buttando via 19 milioni di euro per promuoverlo! Una grande manager!brava Meloni gli amichetti vanno premiati
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qualcuno, giorni fa, faceva notare: se manca l’acqua, le centinaia e migliaia di autobotti per tutta la sicilia, che la vendono a prezzi lunari, dove la prendono?
nella gestione dell’acqua siciliana centra forse la criminalità organizzata, liberata da intercettazioni, troian e altre amenità voluti da nordiocartabiani?
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C’entra, eccome!
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La ministrella che invece che in galera sta allo Sfwiga del suo amichetto in ciabatte, invece che inalberarsi per le “cattiverie” scritte sul New York Times, tra chili di gomma e silicone è già perfettamente conciata da stregona per fare la danza della pioggia. E comunque da esperta di messaggi pubblicitari qual’è, accanto alla venere del Botticelli ridotta peggio di lei, pagando un piccolo sovrapprezzo per il ©opyright, faccia scrivere che… se non c’è l’acqua c’è Fresh and Clean!
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