Sul piano internazionale, in Europa la premier Meloni si trova di fatto in una posizione di isolamento rispetto alla composizione della maggioranza a sostegno della riconfermata presidente Ursula Von Der Lyen

(di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista – affaritaliani.it) – Ogni leader politico segue, durante la sua carriera, un percorso che, come per qualunque altra vicenda umana, ha un andamento a forma di parabola. C’è una fase di crescita, poi una di consolidamento, poi una di maturità e infine una di possibile calo di consenso. Questo vale anche per ciascun singolo governo. Tipicamente, alla sua nascita il governo ottiene un credito iniziale di consenso, che può anche crescere nella fase della “luna di miele”. Dopo uno o due anni, di solito, l’innamoramento dell’opinione pubblica finisce e può invece cominciare una fase di ridimensionamento. A una ventina di mesi dal suo insediamento come presidente del Consiglio, a che punto è la traiettoria di opinione di Giorgia Meloni?
Sulla solidità del governo Meloni, e sulla conquistata posizione di primo partito per consensi di Fratelli d’Italia, non ci sono dubbi. Il test elettorale delle europee ha dato un’indicazione chiara in questo senso. Tuttavia, vi sono dei fattori che possono, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, impensierire Giorgia Meloni. Sul fronte interno, nonostante una gestione complessiva dei vari dossier ispirata a un sano principio di prudenza (cosa che ha evitato a Giorgia Meloni di commettere significativi errori), e un andamento del Paese nel suo complesso che non è stato peggiore di quello di altri Paesi europei, sinora è mancata quella “scossa” percepibile, soprattutto in economia, che molti cittadini si aspettavano dall’arrivo del primo governo a guida femminile e di destra.
In aggiunta, nella sua maggioranza i due partiti di supporto a Fratelli d’Italia, ovvero sia la Lega che Forza Italia, devono comunque (pur nella lealtà dell’accordo di maggioranza e governo) portare avanti una comprensibile strategia di differenziazione (con una crescente concorrenza a destra da parte della Lega e al centro da parte di Forza Italia). E questo rende meno probabile che, nel prossimo futuro, possa arrivare quella “scossa” positiva di cui abbiamo detto.
Sul piano internazionale, in Europa la premier Meloni si trova di fatto in una posizione di isolamento rispetto alla composizione della maggioranza a sostegno della riconfermata presidente Ursula Von Der Lyen, con minore possibilità di esercitare una funzione propulsiva per se stessa e più in generale per la destra europea. Il sogno di un’Italia che conta veramente in Europa, in questo scenario, sembra almeno per il momento di difficile realizzazione.
Questa minore spinta sia interna che esterna (con l’appannamento di quel “tocco magico” che aveva portato Meloni a vincere le elezioni del 2022) , insieme con l’aumentata concorrenza a sua volta sia interna (nella maggioranza) che esterna (in Europa), fa pensare, anche ricorrendo ai modelli di andamento a parabola che possiamo ricavare dallo studio demoscopico dei governi precedenti, che attorno alla primavera del 2025 potrebbe iniziare una fase di ridimensionamento del consenso per la stessa Meloni. Andrà veramente così? In buona misura, dipenderà proprio da Giorgia Meloni confermare oppure smentire questa previsione statistica.
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La luna di miele di cui si auspica la fine , purtroppo durerà ancora molto come è durata tantissimo quella con B . Il motivo è semplice : l’interesse personale dato dalla promessa velata di non perseguire l’evasione, consentire gli abusi edilizi e di vario tipo, condonare quelli commessi, proteggere la classe padronale .
D’altro Canto dall’ altra parte anziché fare l’ opposto si rincorre in modo miserevolmente lo stesso obiettivo ma con risultati, ovviamente, pessimi.
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Non sarei così sicuro che la luna di miele durerà ancora molto.
Io ho la vaga impressione che Meloni sia colei che rimarrà col cerino acceso in mano.
Inutile discutere dell’isolamento europeo che si è autoinflitta; sul piano politico/mediatico lo potrà far apparire come un trionfo della coerenza; ma sul piano sostanziale/pratico sarà un boomerang.
L’Italia cresce poco e quel poco di adesso è dovuto al PNRR che già di suo è mal sfruttato; è facile immaginare quanto sia difficile ottenere le altre tranche con l’isolamento in cui si trova e quali possano essere le conseguenze.
L’Italia è sotto procedura di infrazione, ci sono le promesse portafoglistico/elettorali da rispettare; servono tanti soldi e subito; il bacino da cui si è attinto per anni, quello dei lavoratori dipendenti si sta prosciugando a colpi di precariato e salari reali in calo.
In quest’ottica il viceministro Leo sta cercando di fare una “nuova” sanatoria Tremonti style (da cui il virgolettato) che all’epoca fallì miseramente e non si comprende perchè adesso dovrebbe avere successo.
Comunque ognuno è libero di crearsi le illusioni in cui vivere così come la realtà non ha bisogno di chiedergli il permesso per svegliarlo a calci nei OO.
Quindi Meloni ha due possibilità: o inizia a combattere l’evasione e se lo fa va a casa o Meloni l’evasione non la combatte va a casa lo stesso.
Tertium non datur
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Se Meloni fa quello che vogliono gli italiani sarà Soros a cacciarla via se invece fa quello che vuole Soros saranno gli italiani a cacciarla via.
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E così spero di voi
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Non questione di quello che fa o non fa la servetta di berluscone. agli italiani piacciono i wanna marchi/giorgio mastrota che vendono merducce facendole passare per pomodorini. in attesa del prossimo imbonitore ci teniamo questo.
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Mah, fancamente ho i miei dubbi che questa benedetta “Luna di miele” ci sia mai stata, con la Meloniera. La quale ha vinto il primo posto grazie a vizi elettorali cuccandosi i voti di un terzo di un quarto del corpo votante, cioè una bischerata numericamente parlando, eppure la tizia (s)governa come se fosse stata eletta con un plebiscito. Insomma la Luna di miele c’è soltanto perché i giornaloni ci raccontano che ci sia. Un po’ come ci raccontano che Biden sia il bravo quaglione come Zezeski, Bibi Netanyahu e la Usa fon der Nazi, e che ci raccontano altresì che Putin e Trump (e soprattutto Orban) siano invece i fetentoni. Dipende davvero da chi li paga, i giornaloni, poi ti raccontano quel che vuole chi offre di più. Letteralmente dipende da the highest bidder. 🤷🏼♂️
Ma… è informazione questa? 🤘🏼
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Penso che la stronza abbia esaurito il suo compito (farsi eleggere con mille promesse di marinaio politicante), e che a breve verrà scaricata. Come l’Afghanistan, o il Vietnam o l’Ucraina (e zelensky) a breve, o renzi o salvini …
Una volta che la propaganda ti molla torni ai tuoi numeri naturali e sparisci (-25-30% circa). Nel frattempo gonfiano un altro pallone e ce lo propongono come nuovo salvatore, e noi ci riririririricaschiamo.
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“Ogni vittoria reca il germe di una futura disfatta”. Simone Weil
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Non ci voleva un politologo per capire che è iniziata la parabola discendente della Meloni. Ne abbiamo avuto un assaggio alle Europee e al secondo turno delle Comunali. Stare al governo fa perdere consensi. Se poi si disattendono le promesse elettorali, la discesa diventa inevitabile. Il guaio è che lascerà solo macerie a chi verrà dopo di lei. 😕
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