L’ABECEDARIO DELL’IDEOLOGO FDI – “La fedeltà? Ma non siamo bacchettoni. Il sesso? Senza diventar ciechi”

(DI ANTONELLO CAPORALE – ilfattoquotidiano.it) – Cos’è la destra e cosa è la sinistra. Anzi: cos’è di destra e cosa di sinistra. Il grande Giorgio Gaber ci aveva messi sull’avviso: “Fare il bagno è di destra, fare la doccia è invece di sinistra”. E anche: “Una bella minestrina è di destra. Il minestrone è sempre di sinistra”. Nelle righe che seguono abbiamo approntato il piccolo vocabolario quotidiano della destra di governo, illustrato da Federico Mollicone, ideologo meloniano, ottimista e governista.

La barba è di destra o di sinistra?

Giove, il padre degli Dei, è sempre stato rappresentato con la barba, il nonno di Heidi pure. Oggi chi ha la barba – curata – rappresenta l’eleganza formale.

E la barca?

È simbolo di libertà, ci ricorda il coraggio temerario dei nostri esploratori – Colombo, Vespucci e Caboto – e non certo la barca radical-chic Capalbio Style (che comunque ora governiamo…).

Il buono spesa è compassionevole, vi piace.

Ai superbonus che creano il superbuco per scambi elettorali preferiamo da sempre il sostegno diretto e concreto alle famiglie fragili e in difficoltà.

I ristoranti stellati ai ricchi, le osterie ai poveri.

La destra è glocale e l’identità si esprime anche a tavola: dalle osterie “di fuori porta” alle 3 stelle di Cannavacciuolo.

Con l’etica siete nei guai.

Tra Aristotele e Platone siamo sempre stati “in squadra” con il secondo. Gentile sintetizzò le due visioni. L’uomo e lo Stato devono seguire delle regole morali attraverso la Legge. Il resto è anarchia.

Pronti a rivendicare i diritti, più annoiati quando si tratta di doveri.

“La libertà non esiste senza uguaglianza, ma non esiste libertà e uguaglianza senza una profonda coscienza dei doveri”. Al contrario di qualcun altro, noi non abbiamo dimenticato le lezioni di Mazzini.

La giustizia è giusta se assolve, ingiusta se condanna.

La destra è per la certezza della pena ma garantista.

Solidarietà è una parola per voi ancora indigesta.

Aiutare i senza fissa dimora ma come il Buon Samaritano nel Vangelo insegna, albergando, ricostruendogli una dignità sociale e non solo lasciandoli per strada portandogli cibo e coperte.

Amate il merito a parole, gli amici nei fatti.

Il merito, prima di tutto e sempre. Niente amichettismo sinistro.

E la piazza.

Giorgio (Almirante), Giorgia (Meloni) e tutti noi veniamo dalla piazza. La destra si santifica e si sacrifica nella piazza. Del resto anche Gaber cita Celine (Luporini docet); la strada è l’unica salvezza.

E la pizza.

La pizza è chiaramente di destra. Del resto la Margherita fu un omaggio alla Regina ed era già tricolore: basilico, mozzarella e pomodoro. W l’Italia.

Ah, la famiglia.

Il nucleo fondante della patria. Madre, padre e figli. Nel rispetto della natura e delle leggi nazionali. Rispettiamo tutte le altre unioni, ma sono un’altra cosa.

La parola patria sembra una vostra esclusiva.

La terra dei padri, i racconti intorno al fuoco, i concetti del fondamento, la difesa dei confini e dei costumi degli avi. Facile no?

Fedeltà.

Intesa come coerenza ai valori non negoziabili, ma senza essere reazionari e bacchettoni.

E cultura.

È la parola magica, non egemonia (gramsciana, ma anche Gramsci scriveva di “cultura nazionale”). “Coltivarsi” dentro e fuori per preservare e trasmettere il nostro patrimonio identitario e letterario.

Col fisco nemici a vita.

Meno tasse per tutti, ma tutti devono pagarle. Non diremo mai che “le tasse sono bellissime”.

I paesi sono di destra, le città di sinistra.

I borghi sono il sistema nervoso della nostra identità italiana. Mille campanili, mille rievocazioni storiche, mille tradizioni. Dallo strapaese di Maccari alla destra divina di Pasolini e Langone.

Sesso.

Sano, sicuro e spiegato bene ai ragazzi e alle ragazze. Esclusi bacchettoni. Ma attenti che diventate ciechi.

Destra.

Siamo il buon senso, “le merende dei ragazzini fuori scuola… il bacetto della sera, il balcone con i gerani, il suono di una caffettiera… la piazza che protesta e la gente che fa festa…” (Orchestraccia docet).

Sinistra.

Sarebbe facile liquidarla con Flaiano… “non sono comunista perché non me lo posso permettere”… ma è meglio Gaber “il vecchio moralismo è di sinistra” ma sulla Nutella sbagliava. È di destra.