UN PROBLEMA POLITICO – Il testo di De Luca “legittima” la legge Calderoli: “Ma cambiarlo è impossibile”

(DI LUCA DE CAROLIS – ilfattoquotidiano.it) – Per loro il quesito per l’abrogazione parziale della legge sull’autonomia, votato di corsa lunedì dalla Regione Campania e approvato due giorni dopo anche dall’Emilia-Romagna dell’ormai uscente Stefano Bonaccini, è un mezzo pasticcio tecnico. Quindi anche un problema politico. Così la pensano i Cinque Stelle, compreso Giuseppe Conte. Perplesso, raccontano, dal quesito che tutti i cinque Consigli regionali di centrosinistra – quindi anche Toscana, Puglia e Sardegna – dovranno votare pedissequamente assieme a quello per l’abrogazione totale della legge Calderoli, così da depositare la richiesta congiunta di referendum in Cassazione, come prevede l’articolo 75 della Costituzione. “Così com’è scritto, il testo lascia in piedi parti rilevanti della legge Calderoli, e di fatto sembra legittimare l’autonomia” dicono più voci dal M5S, dove hanno letto con grande attenzione l’articolo sul Quotidiano del Sud e poi l’intervista al Fatto del costituzionalista Massimo Villone, durissimo (“è un imbroglio, rischia di trasformarsi in un assist a Calderoli”).
Critiche ampiamente condivise dai Cinque Stelle: per ora solo fuori taccuino perché, riconoscono, “la vicenda è delicata”. Anche perché a coordinare le Regioni è Alessandra Todde, presidente contiana della Sardegna. È al tavolo tra i presidenti di centrosinistra che si è arrivati al testo approvato in Campania ed Emilia-Romagna, quello che De Luca ha calendarizzato per primo anche per la consueta voglia di condurre il gioco. Ma i 5Stelle non lo volevano, il secondo quesito: “Andava chiesta solo l’abrogazione totale, anche per coerenza”. Conte ne ha discusso mercoledì sera in una conference call con alcuni parlamentari e dirigenti, riservandosi di affrontare il tema con gli altri leader del campo progressista.
I suoi sospettano che sia stato varato un quesito più morbido delle attese come favore a Bonaccini, antico fautore dell’autonomia differenziata, che a brevissimo lascerà la presidenza dell’Emilia-Romagna per andare a fare a tempo pieno l’eurodeputato. “È stato un gioco interno al Pd” sostengono. Fonti dem ovviamente smentiscono: “Nessun gioco interno, è un testo equilibrato a cui hanno lavorato esperti”. E poi, “un secondo quesito serviva per forza”. Perché il rischio è sempre quello, ossia che la Consulta respinga la richiesta di abrogazione totale grazie all’espediente di Calderoli, che ha collegato la sua legge a quella di bilancio, per la quale non è consentito il referendum. Non solo: “C’è il pericolo – spiega chi segue il dossier – che la Consulta rigetti il quesito, ritenendo quella sull’autonomia come una legge attuativa di una disposizione costituzionale” ossia dell’articolo 117 della Carta, modificato nel 2001 dalla riforma del centrosinistra. Rischio che pende anche sul quesito già depositato in Cassazione dai partiti, per cui dovranno raccogliere almeno 500 mila firme entro il 30 settembre. Ma il secondo quesito ha fatto scuotere la testa anche a qualche esponente dem. Anche perché nel Pd già si affaccia un tema che potrebbe crescere nelle prossime settimane, ossia come impostare la futura campagna referendaria. “Se qualche riformista del nostro e di altri partiti pensa di giocarsela a suon di distinguo, senza chiamare alla mobilitazione il Sud, non potremo mai farcela a raggiungere il quorum di votanti” ragionano un paio di dem. Ma nell’attesa, cosa fare con il quesito campano? Per cambiarlo bisognerebbe votare un testo diverso nelle tre restanti regioni, e quindi farlo approvare anche ai Consigli di Campania ed Emilia: praticamente impossibile. Come non è percorribile l’ipotesi che pure qualche 5Stelle ha ventilato, ossia che proprio la Sardegna di Todde approvi solo il quesito per l’abrogazione totale. Scelta che potrebbe portare a una lacerazione tra le Regioni di centrosinistra.
L’unica soluzione è quella prospettata nell’intervista qui a fianco dal dem Alessandro Alfieri: “Se la Consulta ammetterà il quesito per l’abrogazione totale, un secondo dopo ritireremo quello per la cancellazione parziale”. Chissà cosa ne pensa il leader della Lega Matteo Salvini, che ieri in Campania ha provato a infierire: “L’autonomia è prevista in Costituzione, ce l’ha messa lo stesso centrosinistra di De Luca. È una grande opportunità di crescita soprattutto per un Sud che oggi è più arretrato”. Parole per ostentare una bandiera, in attesa del referendum che verrà: in qualche modo.
attenti al PD…..!!!!!
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Ma sì, se non ci piace la torta allo zabaglione, protestiamo, alziamo le barricate, raccogliamo le firme e finalmente facciamo avanzare la nostra proposta alternativa: un’altra torta…allo zabaglione , però con la scritta ” de sinistra e progressista “.
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La missione: da movimento a partito ridotto ai minimi termini, e fare risorgere il pd.
In cambio di?
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ad una proposta PD che lascia nel dubbio si oppone una soluzione sempre di fonte PD. Se non è zuppa è pan bagnato. Il tutto spiegato da De Carolis. Ma come si può sperare che convenga al m5s?
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“L’Italia non si spacca: dobbiamo reagire tutti insieme da cittadini, da italiani. Oggi in Cassazione con altre forze politiche e sociali abbiamo depositato il quesito per il referendum contro un’autonomia differenziata che spacca l’Italia. Questo referendum è l’occasione per cancellare tutti insieme questa condanna a morte per sanità, istruzione e infrastrutture nelle aree più in difficoltà del Paese. Un macigno che peserà anche sul nord e sulle imprese, che saranno soffocate dalla burocrazia con 20 sistemi di regole diverse. Non fermeranno certo con calci e pugni in Aula chi come noi difende il tricolore e l’unità del Paese.”
Giuseppe Conte
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