(Stefano Rossi) – “E’ ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne. Il contenuto dei post e dei relativi commenti sono stati segnalati alle autorità competenti per accertare se sussistano estremi di reato”.

Così chiude il comunicato stampa del Quirinale su un post di tale Matteo Gracis, il quale, scriveva che Mattarella aveva prorogato, di altri otto anni, il segreto di Stato sul caso Ustica.

E’ noto ai più che il segreto di Stato è di competenza del presidente del Consiglio che è a capo dei servizi di intelligence.

Ma sulle fake grossolane meglio non raccogliere e passare avanti.

Quello che emerge da questa vicenda è un aspetto poco noto ai più.

A partire da Carlo Azeglio Ciampi, il ruolo, diciamo, mediatico del presidente della Repubblica, è lievitato oltre i suoi poteri.

Con Napolitano, complice una politica scialba e pavida, si è consolidata questa tendenza.

Con Mattarella deve essere sfuggita di mano ai giornalisti, per non chiamarli pennivendoli.

Il presidente della Repubblica è sempre stato considerato il “notaio” della Costituzione, eppure, per la riforma del Premierato, i detrattori si sono lamentati del fatto che lo avrebbero relegato a notaio della Repubblica.

Ricordo quando il presidente della Repubblica andava in visita ufficiale all’estero. Le notizie erano sempre di questo tenore: “Il presidente della Repubblica in visita … accompagnato dal ministro degli Esteri o dal sottosegretario con delega…”.

Nei viaggi ufficiali, oggi, sembra che vada da solo quando, invece, è obbligatorio che ci sia sempre il ministro degli Esteri o il vice ministro della Farnesina.

Senza un membro del governo il presidente deve rinunciare al viaggio.

E’ una forma di controllo, del governo, sull’operato del presidente.

Ecco cosa scriveva l’ANSA l’11 ottobre 2023: “Mattarella dal presidente uzbeko Mirziyoyev, firma accordi”

((https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/11/10/mattarella-dal-presidente-uzbeko-mirziyoyev-firma-accordi_93a82fab-c75c-4615-8970-f09846f781f6.html)

Questa è una fake! Metterebbe in subbuglio gli studenti di diritto Costituzionale alle prime lezioni.

La Costituzione prevede che il presidente della Repubblica sia un irresponsabile sul piano giuridico (art. 90: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione”).

Come può firmare accordi internazionali se egli non è pienamente responsabile degli atti che compie?

Difatti, nell’articolo citato dell’Ansa, artatamente confezionato, non vengono indicati i ministri competenti per materia,  deputati solo loro a firmare gli accordi.

E, infatti, è la Costituzione che ci fa capire cosa è successo, leggendo l’art. 89: “Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità”.

Non è dato sapere se Mattarella, in Uzbekistan, abbia firmato o no questi trattati bilaterali, ma è certo che la sua firma non avrebbe alcun valore legale se non controfirmato dai ministri competenti per materia, presenti proprio per questi trattati.

Tradotto: il presidente della Repubblica può anche firmare ma solo per una questione di stile diplomatico, non certo per dare efficacia legale all’atto stesso. La firma che conta è quella del ministro competente per materia.

Di fake del genere, confezionate ad arte per esaltare la figura di Mattarella e offuscare quella di un politico o di un partito, sono pieni gli annali.

Memorabile furono le fake del 2019, da parte di tutta la stampa quando venne in Italia Xi Jinping per firmare accordi di massima per ampliare i rapporti commerciali con la Cina. Accordi non più confermati dall’attuale governo della Meloni.

Ricordo i titoli dei giornaloni e le sciocchezze dei Tg; “Mattarella non firma”; “La moral suasion di Mattarella”; “Non si firma senza Mattarella”; “Di Maio al Quirinale: Mattarella vuole capire”.

Mattarella non poteva fare nulla perché non può e non deve esercitare funzioni politiche. Figuriamoci poi in quella estera!

Ma allora, i pennivendoli, erano tutti impegnati a cancellare la figura di Di Maio e del Movimento 5 Stella che stava prendendo decisioni con la futura potenza mondiale n. 1..

Ecco cosa insegna la vicenda della fake sul Segreto di Stato.

Le fake, tal volta, partono da posti inimmaginabili.