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(Rosaria Amato e Diego Longhin – la Repubblica) – Le difficoltà finanziarie delle aziende, aggravate dalla discesa più lenta del previsto dei tassi d’interesse, le tensioni geopolitiche e il calo dei consumi spingono in alto la cassa integrazione.
E cresce anche il numero di imprese in crisi, soprattutto nel settore metalmeccanico: il numero dei lavoratori coinvolti, calcola la Fim Cisl, è cresciuto di quasi 19 mila unità, superando così la soglia dei 100 mila addetti.
A maggio, comunica l’Inps, le ore totali autorizzate di cassa integrazione sono state 47,2 milioni, in crescita rispetto ad aprile (38,1 milioni), ma anche rispetto a maggio 2023 (34,5 milioni). I settori maggiormente coinvolti sono l’industria metalmeccanica, tessile e delle costruzioni (nel Nord Italia) e quello delle pelli, cuoio e calzature.
Rispetto ad aprile, è la cassa integrazione straordinaria (che viene chiesta per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale) a registrare un balzo del 71%, mentre quella ordinaria cresce solo del 5,7%.
Gli incrementi registrati dall’Osservatorio, spiega l’Inps, sono dettati dalle dinamiche di mercato di alcune grandi aziende, che stanno attraversando un momento di profonda riorganizzazione e di riposizionamento nel mercato. Simili invece le variazioni su base annua, più 43,6% per la Cig e più 42,3% per la Cigs. In numeri assoluti, le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a maggio 2024 sono state 26,3 milioni; 20 milioni la Cigs.
Se si guarda alle Regioni, per la Cig emergono aumenti tendenziali percentuali molto significativi, fino al 356%, per la Sardegna, seguita da Trentino e Puglia. Mentre per la Cigs in testa le Marche (+277%), seguite da Sicilia e Toscana.
Nelle aziende censite dalla Fim, in tutto 712, «si registra un forte calo delle commesse e la conseguente apertura della cassa integrazione in molte imprese». Si tratta di nomi di imprese che sono ormai entrate nella cronaca quotidiana: ex Ilva, Jsw di Piombino, Fimer che ha due sedi, Arezzo e Vimercate, ex Alcoa di Portovesme, Blutec, ex Lucchini, Superjet.
Resta sostanzialmente immutato secondo i metalmeccanici della Cisl il quadro delle “crisi storiche” affrontate al ministero delle Imprese e del Made in Italy per quanto riguarda il comparto metalmeccanico. Oltre 50 i tavoli di crisi, anche se ieri si è aperto uno spiraglio per una di queste aziende: la Fos di Battipaglia, gruppo Prysmian. Il sito sarà reindustrializzato con l’ingresso di Jcoplastic. Salvati i 278 lavoratori che saranno impiegati nella produzione di energia verde da idrogeno.
Costoro: giornali, sindacati, industriali, politici agiscono, dicono, programmano come se non ci fossero DUE guerre in corso che fanno saltare a gambe all’aria ogni previsione economica e finanziaria: qualcuno ha dato un’occhiata ai costi dei noli marittimi, a quelli delle assicurazioni, al calo di produzione in Cina in India, nel sud Est asiatico e agli accumuli nei porti di partenza? Qualcuno ha pensato che l’Ucraina non esporta più tutti i cereali di prima e che quelli che esporta sono tutti contaminati dell’uranio impoverito ( infatti vanno nel terzo Mondo, tanto…) ? Quante corbellerie si dicono e si proclamano.
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Deve essere proprio così
Quante corbellerie si dicono, si proclamana e …. si scrivono
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La notizia non è per niente bella, non solo per i numeri impietosi.
La crisi economica che sta interessndo la Germania non poteva non avere ricadute in Italia essendo l’industria italiana ( quel che ne rimane) una parte della catena del valore tedesco e va ad interessare anche uno dei pochi settori ancora ritenuti sani nel nostro paese, vale a dire il settore metalmeccanico.
La crisi ( di cui Vespa e Fazio non parlano) sembra assumere connotati più strutturali che congiunturali.
Certamente giocano un ruolo non secondario l’instabilità in medio oriente e la guerra in Ucraina, ma le ragioni più profonde, che rendono questa crisi di tipo strutturale sono da ricercare nella guerra commerciale esistente tra gli USA ed i suoi alleati da una parte e la Cina dall’altra.
Guerra commerciale scatenata a sua volta da uno squilibrio nei saldi di parte corrente ( esportazioni – importazioni) di USA ed Europa nei confronti della Cina.
La Cina nel corso degli ultimi 40 anni ha saputo capitalizzare bene gli investimenti esteri che il “blocco occidentale” ha fatto.
Per fame di profitti gli abbiamo dato le armi ed adesso ci lamentiamo se ci sparano contro; in perfetto USA style
E’ cresciuta sul piano tecnologico, ha sviluppato grandi industrie e poli finanziari molto competitivi.
Ha altresi posto in essere misure di politica economica indegne persino di un manicomio.
L’industria locale, piccola o grande, pubblica o privata è stata pesantemente sussidiata a debito, la quale, pur di prendere i sussidi statali, non ha esitato ad inondare i mercati di prodotti a basso costo, saturandolo e generando appunto una crisi che interessa noi e anche loro visto che hanno un mercato interno molto debole, incapace di assorbire l’eccesso di capacità produttiva di cui dispongono.
La Cina presenta infatti uno di tassi di disuguaglianza più alti al mondo; non esistono più i comunisti di una volta, signora mia!
Adesso stanno cercando di porvi rimedio con la filosofia della “prosperità condivisa”
https://www.aljazeera.com/economy/2021/1/19/bb-chinas-wide-income-gap-holds-back-consumer-spending
https://www.bnnbloomberg.ca/china-consumption-unexpectedly-slows-in-warning-sign-to-economy-1.2074228
( capito paolodiamanted25de5ac87 ? sull’acqua di quale piscina hai visto scritto che la Cina registra un calo di produzione? Pure “Avvenire” ti smentisce https://www.avvenire.it/economia/pagine/la-cina-ha-fatto-scoppiare-la-bolla-dei-pannelli-s)
E non è l’unico
https://www.energiaitalia.news/news/solare/fotovoltaico-in-crisi-il-gigante-cinese-login-taglia-del-30-la-forza-lavoro/28284/#:~:text=Dall'inizio%20del%202022%20infatti,
E non è l’unico settore
https://www.pantalonesrl.it/it/2022/03/03/crisi-siderurgica-post-covid/
La politiche dei dazi che l’EU intende adottare, specie sulle auto elettriche, hanno carattere compensativo e non protezionistico, cioè finalizzate a far fronte alla concorrenza sleale che la Cina ha posto in essere
https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=International_trade_in_goods_-_tariffs#Tariffs_applied_to_the_value_of_imports_of_selected_par
La Cina è come un animale ferito gravemente
https://www.imf.org/external/datamapper/profile/CHN
(ci troveret anche il pil/gdp che tanto sussulto produce negli italiotici cuori)
e lascerà sul terreno parecchie ossa.
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