Carl von Clausewitz, teorico militare prussiano del diciannovesimo secolo, come si sa, affermava che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Dietro questa frase si nasconde la fiducia che, sulla base delle analisi realistiche, esistono […]
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(DI ELENA BASILE – ilfattoquotidiano.it) – Carl von Clausewitz, teorico militare prussiano del diciannovesimo secolo, come si sa, affermava che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Dietro questa frase si nasconde la fiducia che, sulla base delle analisi realistiche, esistono conflitti che perseguono obiettivi razionali. Dobbiamo chiederci se la sconfitta della Russia, potenza nucleare, possa mai essere un obiettivo perseguibile. Allo stesso modo potremmo chiederci se la sconfitta di Hamas, organizzazione terroristica per la liberazione della Palestina dall’occupazione israeliana, sia realisticamente plausibile. Hamas è un’idea che permarrà finché ci saranno palestinesi sotto occupazione, martoriati, oggetto di discriminazioni e delle più grandi ingiustizie della terra.
Clausewitz riconosceva che le guerre hanno la loro indipendenza dalla politica e che nelle dinamiche militari l’escalation diviene purtroppo una variabile indipendente. Questo spiega come mai, per esempio, le potenze europee siano entrate nella Prima guerra mondiale credendola un conflitto di pochi mesi. La sicumera con cui la classe dirigente occidentale crede che il rischio possa essere controllato anche in uno scontro tra blocchi di potenze nucleari appare storicamente poco fondata. Ricordo che anche in Medio Oriente, se Israele consegue l’obiettivo di trascinare il Libano in guerra, non è scontata la reazione dell’Iran, forte delle sue alleanze con potenze nucleari come la Cina e la Russia.
La nomina di Mark Rutte a segretario generale della Nato non è un buon segno. I nostri editorialisti senza vergogna lo hanno definito “europeista”. Di fatto l’Olanda nell’Ue ha ereditato il progetto britannico inteso a eliminare lo slancio comunitario di Ventotene e a trasformare l’Ue in un mercato allargato a beneficio dei creditori. Dal punto di vista della sicurezza, l’Europa è per Rutte essenzialmente un vassallo degli Stati Uniti. È patetico che Mario Draghi o Enrico Letta, con il loro servilismo atlantico, abbiano potuto nutrire ambizioni di incarichi Nato. L’Italia come la Germania è una potenza sconfitta della Seconda guerra mondiale. A noi toccano le basi militari Nato, ma non la voce in capitolo. Gli olandesi, i danesi, i nordici sono gli alleati fidati.
Stiamo preparando la guerra? A leggere Angelo Panebianco sul Corriere della Sera, “solo quando i cittadini europei si convinceranno che il loro mondo è a rischio sarà possibile attrezzare l’Europa”. Quindi avremo un’Europa maggioritaria, unita sotto il diktat atlantico, solo con il rischio di guerre imminenti? Secondo l’economista Emiliano Brancaccio, la spiegazione dei conflitti odierni va individuata nell’analisi marxista della centralizzazione dei capitali che può ormai avvenire a opera delle potenze del surplus come Cina e Russia a svantaggio dell’economia occidentale. In poche parole, le guerre sono la reazione paranoica dell’Occidente dinanzi alla tendenza che vede la Cina rinunciare alla sua subalternità, non limitarsi più a finanziare il debito Usa e minacciare l’intero sistema monetario, riversando i suoi capitali per acquisire parte dell’economia occidentale. Altro che libertà dell’Ucraina, altro che valori etici! Lo scontro in corso dipende dalla competizione tra due imperialismi capitalistici per la salvaguardia dell’egemonia economica. Ho espresso in parte la stessa teoria nel libro L’Occidente e il nemico permanente, anche se – diversamente da Brancaccio che considera i fattori geopolitici e culturali derive ideologiche – ritengo che l’analisi internazionale debba includere tutti i fattori, non solo di quelli economici.
Ma la questione fondamentale da porsi è se sia ancora possibile un compromesso politico-diplomatico. Nel mio libro auspico che l’Occidente dimentichi la sua visone patologica del mondo e conservi la propria egemonia con una riforma del multilateralismo e della governance economica, concedendo alla Cina, agli emergenti la rappresentanza e il potere a essi spettanti in base al nuovo sviluppo economico. Anche Brancaccio, soffermandosi sugli aspetti economici, perora un compromesso in base al quale l’Occidente smetta le sue politiche protezionistiche, il suo arroccamento e le guerre economiche; e la Cina accetti una regolamentazione politica e non di mercato del credito accumulato verso gli Stati Uniti. Credo che, purtroppo, i poteri finanziari occidentali, con la Cia, il Mossad e i servizi segreti europei, considerino questo compromesso impossibile. “Vita tua, mors mea”. L’unica risposta è la guerra che si spera rimanga a bassa intensità per erodere le potenze del surplus e bloccare il loro espansionismo economico. Hanno anche messo in conto il rischio nucleare tattico, la fine dell’Ucraina e di una parte dell’Europa, come sacrificio indispensabile al mantenimento della supremazia occidentale?
“La Cina accetti una regolamentazione politica e non di mercato del credito accumulato verso gli Stati Uniti”. E perché mai i cinesi dovrebbero accettare una regolamentazione politica? E soprattutto, cosa significa “regolamentazione politica”?
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I cinesi hanno gia’ i loro problemi…Il debito della Cina è uno dei più grandi al mondo, con debiti di ogni tipo, che ammontano all’equivalente di 51.900 miliardi di dollari, quasi tre volte la dimensione dell’economia cinese misurata dal prodotto interno lordo del Paese.
Il debito cinese supera il 250% del PIL, un valore superiore a quello degli Stati Uniti e di tutte le nazioni europee, ma inferiore a quello del Giappone, l’economia leader più indebitata al mondo. A metà del 2022, l’onere del debito relativo della Cina era del 40% superiore a quello dell’America, suo principale competitor economico. Negli ultimi 12 mesi il debito nazionale cinese è aumentato di quasi tre volte rispetto a quello degli Stati Uniti, ed è già superiore del 60% rispetto alla media degli altri Paesi. Il famoso “sorpasso” dell’economia cinese su quella americana e’ stato spostato al 2035 , la Cina verra’ poi superata dall’India. Quindi secondo la logica dell’articolo, la Cina sara’ la guerrafondaria del futuro.
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porta la fonte o le fonti del debito cinese e poi dopo verifica forse ti credo.😂🤷♂️
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Domanda:
E’ vero che debito della Cina è uno dei più grandi al mondo?
Risposta
Sì, è vero. Il debito nazionale della Repubblica Popolare Cinese è la somma totale del denaro dovuto dal governo centrale, dai governi locali, dai rami del governo e dalle organizzazioni statali della Cina1. Secondo Standard & Poor’s Global Ratings, i governi locali cinesi potrebbero avere un ulteriore debito fuori bilancio di CN¥ 40 trilioni ($5.8 trilioni)1. Il debito dovuto dalle imprese industriali di proprietà statale rappresenta un altro 74% del PIL secondo il Fondo Monetario Internazionale1. Le tre banche di proprietà del governo (China Development Bank, Agricultural Development Bank of China e Exim Bank of China) devono un ulteriore 29% del PIL.
Nel 2023, il debito esterno lordo della Cina era di $2.38 trilioni1. Nonostante le preoccupazioni espresse da molti analisti sulla “dimensione” del debito governativo cinese1, le autorità cinesi hanno respinto queste preoccupazioni, insistendo sul fatto che “il paese ha ancora spazio per aumentare il debito governativo”1.
Tuttavia, è importante notare che il debito è un problema complesso e la sua gestione richiede un equilibrio tra vari fattori economici. Ad esempio, un alto livello di debito può essere sostenibile se un paese ha anche un alto tasso di crescita economica. Inoltre, il debito può essere utilizzato per finanziare investimenti che portano a una crescita economica a lungo termine. Pertanto, mentre il debito della Cina è effettivamente uno dei più grandi al mondo, la questione di come questo debito influenzi l’economia cinese è un argomento di ampio dibattito tra gli economisti1.
Queste le fonti
1.1. https://en.wikipedia.org/wiki/National_debt_of_China
2.2.
https://www.scmp.com/economy/china-economy/article/3267997/china-urged-cut-zombie-firms-roll-out-reforms-auditor-flags-misused-funds
3.3.
https://www.msn.com/en-us/money/companies/china-s-millionaires-are-leaving-the-country/ar-BB1oO6Tj
4.4.
https://finance.yahoo.com/news/china-expands-debt-support-another-071027957.html
5.5.
https://www.ft.com/content/630f828c-ce4b-4f41-a867-9593bfaf0528
6.6.
https://www.scmp.com/economy/china-economy/article/3135883/china-debt-has-it-changed-2021-and-how-big-it-now
Buona lettura
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”guerrafondaia” ovviamente.
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la Cina non ha bisogno di guerre per invadere, basta guardare le nostre città, siamo già invasi senza per altro sparare un colpo
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Verissimo! La Cina non ha bisogno delle guerre per dimostrare la sua forza e portare avanti le sue politiche. Sta conquistando l’Africa, insieme alla Russia, senza sparare un colpo. L’Occidente ha bisogno della guerra per dimostrare che ancora esiste e conta qualcosa.
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Grazie Ambasciatore, avanti
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