(ANSA) I social per un movimento che ha sempre promosso la partecipazione (reale e virtuale) alla vita pubblica sono sempre una buona cartina di tornasole.

E, con tutti i limiti dell’istantanea, gli oltre 4mila commenti piovuti sotto l’ultimo post di Beppe Grillo in poco più 24 ore – oltre a decisi malumori che stanno montando nelle chat interne dopo le recenti uscite del fondatore – rivelano quanto il garante abbia mandato la base in subbuglio: a volte arrabbiata, a volte delusa, spesso divisa in tifoserie, tra chi sostiene le ragioni del garante e chi – a occhio la grande maggioranza – lo critica in favore del presidente Giuseppe Conte.

Sotto l’autointervista di Beppe Grillo, su Facebook – che pure incassa migliaia di like – c’è chi punta il dito contro “l’infelice battuta su Conte” fatta da “chi invece dovrebbe sostenerlo in tutti i modi”, chi ricorda al garante di aver “portato il movimento a fare alleanza con Draghi, la vera rovina del movimento” e chi avverte: “Conte non si tocca”.

Alcuni, invece, sostengono la ricetta del garante o invitano l’ex premier a farsi un suo partito lasciando il M5s ad un nuovo presidente, “ad esempio Virginia Raggi”. Intervento dolceamaro quello dell’ex senatrice, Giulia Grillo: “Avremmo potuto parlare della spaccatura del centrodestra sull’autonomia detto SpaccaItalia, ma temo che si parlerà ancora del Movimento e le sue spaccature interne.

Al di là del merito, è che siamo così umani da riuscire a far parlare di noi”. Tra gli eletti di fede contiana a microfoni spenti, più di uno si interroga su quale sia la reale intenzione del fondatore del Movimento.

Tornare ad incidere politicamente? Ma come? Il piano di Grillo potrebbe essere così sintetizzato: blindare la regola aurea dei due mandati, promuovere una maggiore collegialità (un direttorio che coinvolga esponenti come Roberto Fico o Virginia Raggi?), reindirizzare il movimento verso una ‘terzietà’ dagli schieramenti tradizionali.

Una visione, quest’ultima, da sempre sostenuta dall’ex sindaca di Roma Raggi (tanto vicina a Grillo e a Di Battista, quanto distante da Conte), ma agli antipodi della collocazione nel campo progressista indicata dall”avvocato del popolo’. A testimoniare la guerra dei mondi in atto nel movimento, tra vecchia e nuova guardia, c’è una frase postata dal capogruppo del M5s in Senato, Stefano Patuanelli, su X: “‘Né di destra, né di sinistra’. Lo sento dire da molti anni. Da quelli di destra”.