L’idea del dem Walter Verini. Salvo una breve parentesi, il paese che è uno dei perni del narcotraffico internazionale, da più di un decennio non riesce ad avere un’amministrazione

A San Luca, dove nessun candidato si è presentato alle amministrative, arriva la proposta dell’Antimafia: presentiamoci alle elezioni

(di Alessia Candito – repubblica.it) – “Se qui non si riesce ad avere un sindaco perché nessuno si candida, allora dobbiamo essere noi ad impegnarci anche in prima persona perché succeda. Non è tollerabile – dice il senatore dem Walter Verini – che ci sia un pezzo del nostro Paese tagliato fuori dal processo democratico”. Qui è San Luca, cuore della Locride, nella provincia jonica reggina. È il paese che detiene “il marchio” della ‘ndrangheta, insieme ad Africo e Platì, uno dei perni del narcotraffico internazionale. Ma salvo una breve parentesi, da più di un decennio non riesce ad avere un’amministrazione.

Per l’ennesima volta, alle amministrative non è stata presentata nessuna lista e San Luca si avvia verso l’ennesima stagione di commissariamento. Era già successo dal 2013 al 2019, quando l’amministrazione era stata sciolta per mafia, poi nel 2015 perché meno del 50 per cento degli aventi diritto aveva votato, ancora nel 2017 e 2018 perché il paese alle urne ha voltato le spalle.

Anche per questo, la commissione parlamentare antimafia ha deciso di presentarsi personalmente. Per vedere con i propri occhi, capire. “Non un appuntamento rituale”, ci tiene a sottolineare Verini, che chiede ai colleghi in primo luogo e a tutta la politica in generale di impegnarsi. E metterci la faccia.

“Bisogna far capire che un’alternativa possibile c’è, si può costruire – dice Verini – Dopo il commissariamento, alle prossime amministrative candidiamoci noi. Accompagniamo chi vorrà far rinascere il paese. Ma che non sia una manovra di facciata. Chi viene eletto deve restare, deve contribuire alla rinascita di San Luca”. E magari coinvolgere anche nomi di peso della cultura, dello spettacolo dello sport.

La proposta arriva dopo una lunga interlocuzione con i magistrati della procura antimafia di Reggio Calabria, la Prefettura, le forze dell’ordine che ha restituito un quadro desolante. Perché nella provincia di Reggio Calabria, testa e capitale mondiale della ‘ndrangheta, mancano forze e mezzi – in procura, nei tribunali, tra la polizia giudiziaria – ma soprattutto sembra mancare chi riempia gli spazi sociali, politici e culturali che “la squadra Stato” libera con inchieste e arresti. E il vuoto non esiste. Né in natura, né nella società. I clan, forti della capacità di fornire prospettiva e risposta tossica a bisogni reali – in assenza di alternativa, lo riempiono in fretta.

San Luca ne è l’esempio. Noto come “mamma” della ‘ndrangheta, paese d’origine dei clan che con la strage di Duisburg hanno mostrato all’Europa quanto le ‘ndrine abbiano messo radici anche lontano dalla Calabria, il paese – spiega Verini – può e ha il diritto di rinascere, di percorrere altre strade.

La proposta è stata ben accolta in commissione. Adesso toccherà trovare la strada, giuridica e legislativa. “Ci lavoreremo”. Così come proseguirà il cantiere per trasformare in legge il protocollo “Liberi di scegliere” che permette ai figli di ‘ndrangheta o alle madri che vogliano salvarli da un destino già scritto di allontanarsi dalla Calabria e da una famiglia allargata che troppo spesso coincide con il clan.

Sul tavolo rimane la modifica della norma sullo scioglimento per mafia delle amministrazioni, da una parte tagliola che trasforma una parentela in condanna, dall’altra incapace di incidere sulla struttura burocratica e amministrativa, spesso vero crocevia degli interessi di ‘ndrangheta. Un altro cantiere.

“Da qui sono partite tanti locali, tante ‘ndrine arrivate in tutta Italia e persino in tutto il mondo – dice la presidente della commissione parlamentare Chiara Colosimo – Da qui vogliamo dire soprattutto ai giovani, potete cambiare strada, potete cambiare verso e volto a questa città”. E a quanto pare anche il Parlamento ha intenzione di dare una mano.