(ANSA) –  “Il destino del Movimento non è nella mani di Grillo. È nelle mani di un’intera comunità che deciderà del suo futuro all’assemblea costituente del prossimo settembre”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte commentando con i cronisti in Transatlantico le recenti dichiarazioni del fondatore pentastellato Beppe Grillo.

(Giancarlo Selmi) – Attacco frontale di Grillo a Giuseppe Conte. Grillo: ‘Conte mi fa tenerezza, il Cav morto ha preso più voti di lui’. “Io essenziale, M5s vaporizzato, non so come finirà con Giuseppe” (Ansa.it).

E non è tutto, è solo un estratto.

Punto primo: non si è degnato neppure di andare a votare per le europee. Già da questo si misura la reale affezione dell’uomo a un progetto politico che, non è secondario, gli assicura 300.000 euro all’anno, per uno strano accordo che, non è certamente un errore affermarlo, somiglia molto a un contratto di “affitto del simbolo”.

Ci vuole “francescani”, ha detto una mia amica, però non rinuncia al benefit. Vabbè, direbbe qualcuno, è genovese. E lo posso pure comprendere. Ma, allora, perché si spende tanto a frastagliare gli organi riproduttivi di Conte? Peraltro l’unico leader che quel sontuoso affitto può continuare a garantirgli? Ma dato che a pensare male si fa peccato, ma quasi sempre si azzecca, qual è esattamente il gioco e l’obiettivo (vero) di quest’uomo?

Non ha detto una parola durante la campagna elettorale. O meglio, lo ha fatto attaccando implicitamente Conte per l’uso dell’azzurro nei teatri. Non ha detto una parola sull’infame aggressione a Leonardo Donno. Però ha avuto il tempo di fare trapelare il suo consenso a una donna nelle funzioni di “capo politico”. Accompagnato dallo splendido e assordante silenzio di altri presunti 5 stelle. Cominciando dalla Raggi. Quest’ultima mai vista negli ultimi tempi, né sentita neanche per un invito al voto, se non nei gazebo del Dibba su Gaza e in un’intervista al Corriere della Sera. Dove… Beh, leggetela e fatevi un’idea. Il fuoco amico contro Conte continua. Non si è fermato alla foto postata. Ed è sempre rigorosamente alle spalle.

Ma, tornando all’elevato: giunge a Roma, dedica una mezz’oretta a Conte. Dichiara la sua avversione alle modifiche che la stragrande maggioranza del Movimento, non solo Conte, vogliono introdurre. Poi partecipa a un pranzo con Villarosa che lui stesso ha fatto espellere. Con la presenza di quel Davide Casaleggio che, da quando è stato privato della sua macchina da soldi, sputa veleno su Conte e il Movimento. E poi? Scappa dalla Raggi. Guarda caso il giorno prima della citata intervista.

Sarà elevato. A me sembra che stia combattendo una battaglia sotterranea e di retroguardia. Non passerà molto tempo e lo sapremo. Sapremo dove andrà a parare l’agire di un uomo piu amico di Draghi, con il quale parlava sempre, che di Conte, che evidentemente odia. Lo dico sinceramente. Così come dico sinceramente che non mi dispiacerebbe se si prendesse indietro il suo simbolo e tutti gli accoltellatori che si stanno palesando in questi giorni, i duri e puri nostalgici dell’astrattismo metafisico del vaffa (cit), (che, peraltro è stato lui il primo a tradire. Vedi Draghi grillino) da Toninelli alla Raggi. Dovrei solo cancellare la mia iscrizione. Non è faticoso, si tratta di un click. E seguire, ovunque andasse, l’unica speranza che ci rimane per cambiare questo Paese.

E, ovviamente, parlo di Giuseppe Conte. Di nessun altro.