Aumentano gli arenili contingentati dove è d’obbligo prenotare e nei lidi i rincari sono del 5%. Mare Libero: “Così non si garantisce il diritto alla fruizione del mare”

Il miraggio spiaggia libera: sempre più a numero chiuso, nella giungla del caro-lettini

(di Federica Angeli e Giulia D’Aleo – repubblica.it) – Frequentare il mare, quest’anno, è un percorso a ostacoli. Gli avventori della spiaggia libera potrebbero scoprire che la striscia di litorale dove sono soliti fare il bagno è oggi ad accesso contingentato: niente da fare, bisognava prenotare prima di uscire da casa. O che il gestore addetto ai servizi della vicina spiaggia libera attrezzata abbia già posizionato all’alba tutti i lettini — pratica tanto illecita quando tollerata e diffusa —, non lasciando spazio sufficiente per piazzare il proprio telo. E se si decide, a quel punto, di ripiegare sul lido privato, non si ha molta più fortuna: solo prezzi in aumento e posti limitatissimi ed esclusivi.

Le “ore di calma sensoriale”

Questo perché le migliaia di gestori di tutta Italia sono in corsa per assecondare un cambiamento inequivocabile: la fine dell’era del sovraffollamento, dei pranzi chiassosi di gruppo e dei bambini che giocano a palla tra i lettini. Dietro i tramezzi in legno verniciato che proteggono l’intimità degli stabilimenti balneari, l’imperativo della stagione appena iniziata — finora repressa dai capricci meteorologici e dagli esiti incerti della battaglia sulla direttiva Bolkestein — è infatti già chiaro: il relax prima di tutto.

L’offerta, per chi è in grado di spendere più degli altri e, forse, più del dovuto, ruota intorno a una patinata idea di benessere fatta di massaggi, yoga, spa. Tutto a un passo dal proprio lettino e, soprattutto, il più distante possibile dagli altri.

Il nome di questa nuova operazione è già eloquente: le chiamano «ore di calma sensoriale», riferisce Fabrizio Licorari, presidente Assobalneari, e a renderle possibili sono i generosi distanziamenti tra gli ombrelloni, eredità della normativa Covid, abolita nel 2022, che fissava a 10 metri quadrati lo spazio di sicurezza intorno a ciascuna postazione. La direttiva nazionale è tornata poi ai consueti 7.5 metri, ma i gestori degli stabilimenti scelgono spesso di aumentare le distanze in autonomia.

Posti limitati e prezzi in aumento

Succede al “Zeus Beach”, sul litorale di Gallipoli, «anche se l’erosione della spiaggia ci lascia sempre meno spazio», dice un addetto. «I clienti ormai sono abituati a stare larghi, così sono più contenti», conferma Maurizio, titolare del “Lido delle Sirene”, sul lungomare di Riccione.

Ecco, quindi, che le località di punta possono facilmente andare in overbooking, vista la consuetudine di gestire le prenotazioni online. Perché un altro trend «è il ricorso alla digitalizzazione — informa il presidente di Federbalneari, Marco Maurelli —. Nella costa laziale stiamo puntando alle prenotazioni per tutto: posto in spiaggia, sauna, persino passeggiate a cavallo».

I costi, però, non sono adatti a tutte le tasche. Dopo un aumento dell’11% nel 2023, il rincaro del 5,2% di quest’anno «non è più giustificato nemmeno dai costi dell’energia — sostiene Michele Carrus, presidente Federconsumatori —: è pura speculazione». Ai bilanci familiari, falciati dall’inflazione, non resta che optare per la mezza giornata o virare sulla spiaggia libera.

Anche le spiagge libere si chiudono

Peccato che in tutta Italia, nonostante l’emergenza pandemica sia stata lasciata ormai alle spalle, quelle ad accesso contingentato continuino ad aumentare: dalla Baia del Silenzio a Sestri Levante, a Cala Violina a Scarlino, in provincia di Grosseto, fino alla Baia delle Zagare sul Gargano, con appena venti posti disponibili.

Ogni regione ne ha almeno una. In Sardegna se ne contano circa quindici, tra cui tre novità: Le Piscine a Cannigione, nel comune di Arzachena, Cala Luna a Nuoro e Rena Bianca a Santa Teresa Gallura. Non è un caso che gli affari del vicino “Lido 4 Mori” vadano a gonfie vele: «Da quando l’ingresso alla spiaggia è limitato e costa 3.50 euro, molti preferiscono venire da noi», riferisce la titolare, Cristina Bocognano.

La spiaggia della Pelosa a Stintino, nel nord della Sardegna
La spiaggia della Pelosa a Stintino, nel nord della Sardegna 

In molti casi si tratta di aree o riserve chiuse per esigenze ambientali, ma «se la maggior parte delle spiagge è in mano ai privati non ci si può lamentare che quelle rimaste siano troppo frequentate — lamenta Agostino, attivista di Mare Libero —. Non siamo contrari al contingentamento, ma solo se si riesce a garantire il diritto alla fruizione del mare».

Il caso di Napoli

Di certo non è garantito a Napoli, dove due delle spiagge del quartiere di Posilipo, quella Delle Monache e quella di Donn’Anna, sono ormai accessibili solo su prenotazione. «Qui le limitazioni non servono a nulla, se non a favorire i vicini lidi — dice Rosario di Mare Libero Napoli —. Il comune poi si è inventato una norma discriminatoria che impedisce ai minori di prenotare senza i genitori, così un 17enne non può andare al mare con gli amici».

- NAPOLI 20 GIU  2020 -   Spiaggia Posillipo ai tempi del coronavirus. Il bagno  Sirena
– NAPOLI 20 GIU 2020 – Spiaggia Posillipo ai tempi del coronavirus. Il bagno Sirena 

A ciò si aggiunge la pratica del preposizionamento: «Registriamo casi in tutta Italia. Soprattutto al sud, ma anche in Toscana e Liguria — denunciano dal comitato —. Nella Riviera adriatica accade meno, ma solo perché c’è una saturazione di spiagge in concessione. Non solo: ci sono anche segnalazioni di persone che affittano abusivamente i lettini sulle spiagge libere, dal Cilento al Salento, anche a Ostia».