RETORICA E FAVORI AI RICCONI – Povera patria. Non solo le Terme di Diocleziano “affittate” a Bulgari: in Liguria un convento – già privato ma vincolato – in vendita extralusso: diventerà off limits

(DI TOMASO MONTANARI – ilfattoquotidiano.it) – Senza alcun imbarazzo il governo Meloni tiene insieme la celebrazione del culto dello Stato (addirittura dello Stato etico: si pensi all’esaltazione di Giovanni Gentile) con la sperimentata prassi del primato del mercato: un dualismo evidentissimo nel patrimonio culturale, dove la torrenziale retorica dell’identità italiana va tranquillamente a braccetto con la svendita del patrimonio stesso, ancora e sempre à la Franceschini. Si pensi alle Terme di Diocleziano, chiuse nelle sale più importanti per ben due settimane perché ‘affittate’ a Bulgari: degna impresa di uno Stato straccione, col cappello in mano di fronte a interessi privati che usano i monumenti come cartelloni pubblicitari. Altro che democrazia della cultura: un patrimonio mantenuto anche con le tasse degli operai e delle maestre elementari viene poi sostanzialmente regalato a un brand del lusso, e ai suoi facoltosi clienti.

E si pensi, ancor peggio, alla prossima vendita dell’abbazia di Santa Maria della Croce a Tiglieto, tra Genova e Savona, all’interno del Parco Naturale del Beigua. L’annuncio pubblicato dall’agenzia di lusso che sta curando l’affare suona così: «Esclusiva proprietà con chiesa e altri edifici affacciati sul chiostro in vendita tra il Monferrato e il mare. Nel contesto idilliaco dell’Appennino ligure, nel territorio della città metropolitana di Genova e non lontano dal confine con il Piemonte, si trova questa abbazia medievale in vendita. Il maestoso complesso, che ha conservato nei secoli la sua importanza culturale e architettonica, si compone di diversi edifici tra cui casali, un fienile e una chiesa consacrata con campanile, per una superficie interna complessiva di oltre 4200 mq. Tutto intorno, solo la natura incontaminata. I terreni di proprietà, tra giardini, campi e boschi, contano un totale di 78 ettari. Uno spazio che si presta perfettamente alla realizzazione di un eliporto». Un eliporto: del resto, cos’altro potrebbe venire in mente di fare nella prima abbazia cisterciense in Italia, costruita novecento anni fa? Ogni epoca ha la trascendenza che si merita: e noi al cielo ci saliamo in elicottero. Chi può, ovvio: ma mica il cielo è fatto per tutti, che diamine! Salgono alle labbra le celebri parole di san Bernardo, il più grande pensatore cisterciense: «che cosa ci fa l’oro nei vostri santuari … i beni dei poveri servono a degli abbellimenti che incantano lo sguardo dei ricchi!».

Ora, Tiglieto è già – purtroppo – in proprietà privata. Ma – come sempre in Italia – ciò non elimina affatto la ‘superproprietà collettiva’ del popolo italiano, che insiste su tutti i beni, appunto, vincolati: una superproprietà che impone che beni come questo siano accessibili ai cittadini, e non vengano snaturati nella loro funzione. E invece, come ha opportunamente denunciato lo storico dell’arte Giacomo Montanari (collega e omonimo, ma non parente, di chi scrive) «questo bene, di pertinenza privata, è stato per troppo tempo chiuso al pubblico, privato di indicazioni e attività di divulgazione, fino ad arrivare all’assurda situazione degli ultimi due anni, con la chiusura del parcheggio e la mancata partecipazione all’importante rete culturale ed escursionistica del Cammino dei Santuari del Mare. Eppure, i restauri – negli anni – sono stati a carico anche degli enti pubblici». Del resto, per ricordarsi che in Liguria le istituzioni pubbliche paiono avere tutt’altri interessi, basta leggere qualcuna delle recenti cronache relative alle gesta eroiche del presidente Toti e della sua eletta cerchia di collaboratori e sodali.

Poco rassicurano le rassicurazioni del sindaco di Tiglieto, che annuncia come imminente «un accordo tra proprietà, Comune e Città Metropolitana per assicurare l’apertura al pubblico di questo inestimabile tesoro». Non solo questo accordo si sarebbe dovuto fare molto tempo fa, ma soprattutto da solo non basta affatto a garantire che Tiglieto non venga snaturata: così come, di per sé, non bastano nemmeno i vincoli. L’Italia è piena di antiche abbazie trasformate in resort di lusso: e dunque di fatto (anche se non di diritto) consegnati a una fruizione esclusiva. Non sorprendentemente, l’italiano è una lingua piena di nascondigli e ipocrisie: che tuttavia non bastano a nascondere che ‘esclusivo’ ed ‘escludente’ sono perfettamente sinonimi. Chi arriverà a Tiglieto in elicottero non vorrà certo avere tra i piedi i figli dei propri camerieri in gita scolastica: «pensi che ambiente che può venire fuori, contessa!»

Questo governo vuol provare a sostenere con qualche fatto la sua propaganda sull’identità nazionale? La smetta di gettare soldi in sciocchezze grottesche come le mostre su Tolkien, faccia valere in modo ferreo i vincoli su Tiglieto (e, se serve, li aumenti) e poi compri l’abbazia al prezzo ragionevole che a quel punto essa avrà. Sempre che il problema non sia che i cisterciensi erano nati in Francia, protagonisti di una sostituzione etnica monastica che ancora fa fremere i cuori patriottici dei nostri ministri…