Revival di berlusconismo da sagra cringe: proteste, auto in divieto, balletti contro gli insetti… Miss Padania scongelata dopo dodici anni in freezer, sarà ancora b(u)ona? Siamo stati al concorso di bellezza (reinventato dall’europarlamentare antieuropeo Angelo Ciocca della Lega) per sole ragazze del nord per concludere la sua campagna elettorale fatta di orsetti, cartellini rossi e balletti contro gli insetti e l’islam. Tra auto in divieto, proteste dei genitori locali, musica anni Ottanta e turbofr*gne, ecco il reportage

Siamo stati a Miss Padania, scongelata da Ciocca. Revival di berlusconismo da sagra cringe: proteste, auto in divieto, balletti contro gli insetti... Ecco il  reportage

(di Jacopo Tona – mowmag.com) – Scongela la gnocca, che festeggiamo la campagna elettorale! Sarà andata così? L’ultima fascia di Miss Padania fu assegnata nel 2012, dodici anni fa esatti. Poi non si sa che cosa sia successo ai concorsi di bellezza, in generale. Sarà che i social hanno fatto il botto, e su Instagram trovi gnocca ovunque, e la voti tu con un cuoricino, senza giurie di porcelloni incompetenti né favoritismi. Sarà che sono venute fuori tutte le polemiche sul sessismo, che i concorsi di bellezza fanno molto anni 90 ma senza l’hype del revival. Sarà che si è capito che la bellezza non è quantificabile, e che quindi non si può nemmeno misurare? La risposta è: boh. Però quando mi è stato detto che a San Genesio, un sobborgo 8 km a nord di Pavia, ci sarebbe stata Miss Padania 2024, e che volendo avrei potuto andarci, mi sono sentito come quando bevi l’acqua del Po che non hai mai bevuto. Stonato. Leggo il programma. Giochi gonfiabili e animazioni per bambini nel pomeriggio, poi risotto “made in Italy” per tutti, niente basmati o cinesate, che la Lomellina è già abbastanza cinese di suo, a livello di risaie. Quasi quasi ci porto tutta la famiglia, penso: i bambini giocano, scrocchiamo un risotto e ci guardiamo la sfilata. Poi leggo che ci sarà un concerto di Iva Zanicchi, ma mi viene in mente che mia ha figlia ha quattro anni e forse le due cose sono incompatibili, e la sento già che mi dice andiamo, andiamo, andiamo. Poi poveretta le viene anche la febbre, e il motore della mia Alfa Romeo made in Italy, uscito da Mirafiori nel 2013, mi abbandona senza nemmeno un po’ di preavviso. Sfiga? Mi sarebbe capitato lo stesso, se fosse stata una festa dell’unità? Non lo sapremo mai, ma recupero la vecchia 600 di mio padre, annata 2005. Dovete di cronaca, l’edizione 2005 di Miss Padania si tenne al Mazda Palace di Milano, e venne vinta da una certa Laura Albertin che l’anno seguente partecipò alla Pupa e il Secchione. 

L'esterno del centro polifunzionale di San Genesio (PV), sede di Miss Padania
L’esterno del centro polifunzionale di San Genesio (PV), sede di Miss Padania

Mi metto in macchina come se fosse il 2005, senza bluetooth né Spotify. Unico optional i finestrini elettrici. Ne approfitto per parlare un po’ con Google, e mi faccio raccontare che Miss Padania ha avuto presidenti di giuria del calibro di Tinto Brass, Stefano Zecchi, Renato Pozzetto, Francesco Alberoni ed Elenoire Casalegno. Null’altro di interessante: mi concentro sugli autovelox, che la strada è piena. Quando arrivo lo farò presente a chi di dovere. Piano piano arrivo. Il paese è piccolo, seguo i cartelli che mi portano al centro polifunzionale dove si svolge la festa. Ci sono gazebi e manifesti elettorali ovunque. No insetti, no auto elettriche, no case green. Entro, è pomeriggio. Ancora presto per la sfilata. Il sole è alto. Gli adulti stanno all’ombra, i bambini sulle giostre gonfiabili di gomma a fare casino. Angelo Ciocca, l’organizzatore, è famoso per aver fatto vedere il cartellino rosso a Ursula Von der Leyen, e l’immagine che campeggia sui cartelloni è proprio questa. L’eurodeputato che fa retorica antieuropea è un big, in zona, e sa di poter contare su una buona partecipazione all’evento, al punto di averlo organizzato in contemporanea al grande incontro elettorale di partito che si svolge proprio oggi a Milano, soli 34 km da qui, a cui partecipano Matteo Salvini e il Generale Vannacci. Alle 16.45 parte la musica, a tutto volume. She’s a maniac, la famosa canzone di Flashdance. Moonlight Shadow, tutte canzoni anni 80. Cominciano a girare le prime volanti all’esterno, polizia e carabinieri.

Le indicazioni per Miss Padania

No Ursula Von der Leyen, no Islam, no guerra, recita un altro cartellone, mentre Madonna canta Isla bonita. Poco oltre, davanti alla scuola elementare, iniziano a raggrupparsi i genitori del paese. La polemica è in agguato: la scuola è chiusa da novembre perché era a rischio crollo, dopo che i lavori di manutenzione furono eseguiti male dalla ditta incaricata di realizzarli, con i soldi dell’UE. Il bello è che il titolare della ditta, poi finito ai domiciliari, era un socio proprio di Ciocca. Ecco la prima nota di colore: la 500 tappezzata di spot elettorali di Ciocca è parcheggiata in divieto, davanti all’ingresso della manifestazione. Arrivano i vigili, l’autista è fuori che passeggia e uno degli organizzatori gli urla di spostare la macchina immediatamente. Dentro c’è l’immancabile orso che ha accompagnato Ciocca durante tuttavia campagna elettorale. Spillette aperitivi, volantini, le solite cose da festa di partito. Riparte la musica: Rino Gaetano, qualcuno saprà perché. Arriva il corteo dei genitori. Cantano, suonano, protestano contro Ciocca che protesta contro la Von der Leyen. La scuola locale, il partito, l’Europa: il mondo è piccolo come San Genesio, che adesso assomiglia un po’ meno a un parco tematico tipo Cioccaland.

La 500 griffata Ciocca, spostata dopo l'intervento dei vigili
La 500 griffata Ciocca, spostata dopo l’intervento dei vigili

Dentro, intanto, si entra nel clou della serata. Il risotto, il famoso balletto sugli insetti da mangiare, il comizio di Ciocca sul mega condominio europeo dove bisogna cambiare amministratore, ma non è mai chiaro se la nuova amministrazione vorrebbe buttarlo giù il condominio oppure no. Intanto la serata passa, un po’ festa di paese e un po’ webinar di populismo. Iva Zanicchi fa Iva Zanicchi: canta, la stuzzicano su Orietta Berti, ricanta. Passano le miss. In giuria c’è Edoardo Raspelli, critico gastronomico ed esperto di patata. C’è Giulia Pelagatti, ex di Amici ed ex velina, e il titolo di miss si potrebbe darlo direttamente a lei ad honorem, chiudendo la gara. Poi altri interventi di Ciocca, che nessuno abbia dubbi sul nome da scrivere alle elezioni, l’incoronazione della miss, Isabella Marchetti, già finalista a Miss Italia e alle selezioni di Miss Mondo. Si può tornare a casa, nel presente, consapevoli del fatto che la politica è un gioco sempre uguale, nel 2012 come oggi, e che non c’è nulla di cui discutere davvero. Le ideologie rimangono, e forse i concorsi di bellezza erano già una cosa stupida anche prima dei discorsi sul patriarcato, superflua come gli optional della macchina e i balletti sui social.

Un momento della serata, con Iva Zanicchi
Un momento della serata, con Iva Zanicchi