IL GOVERNO IN TOUR – Comizi e nastri. Il capo leghista usa il pretesto dell’Italia del Sì Gli altri in giro: da Sangiuliano a Urso, da Valditara a Bernini, da Giorgetti a Lollobrigida

(DI LEONARDO BISON E TOMMASO RODANO – ilfattoquotidiano.it) – Fermi, ci sono le elezioni. Le Camere si svuotano, i lavori parlamentari sono interrotti fino al 10 giugno. E i ministri? La campagna elettorale ha divorato anche le loro agende.

Passi per la premier, Giorgia Meloni detta Giorgia, che è candidata in tutte le circoscrizioni alle Europee. Ma gli altri? Quasi tutti in giro, per tirare la volata a candidati amici o al partito che li ha fatti nominare.

La campagna elettorale di Gennaro Sangiuliano, per esempio, ha un nome: Raffaella Docimo, in lista con FdI nella circoscrizione Sud. Dal 12 maggio, giorno in cui ha annunciato la candidatura ringraziando appunto Sangiuliano, suo amico “dai tempi del liceo”, il ministro la accompagna pressoché ovunque in Campania, quasi ogni giorno: Eboli, Padula, Nola, Procida, Pompei, convegni, parchi, musei. Il 16 maggio, per dire, erano a Napoli insieme alla direttrice dell’Archivio di Stato, il 29 maggio a Benevento a parlare del nuovo “Museo Egizio” voluto anche da Sangiuliano. Docimo è medico, direttrice della Scuola di Odontoiatria pediatrica di Tor Vergata, ma a giudicare dall’impegno che ci sta mettendo il ministro della Cultura, sembra la candidata del MiC.

Matteo Salvini ha trovato una soluzione creativa. Il travestimento si chiama “l’Italia dei Sì”: Salvini viaggia per il Paese da mesi indossando – formalmente – le vesti istituzionali, con il pretesto di presentare i risultati da ministro dei Trasporti. Per una strana coincidenza gli eventi si sono concentrati nelle città interessate dal voto: sono comizi elettorali a tutti gli effetti. A metterci i soldi è il Salvini ministro (quindi lo Stato: si calcolano circa 50 mila euro a tappa, ne ha fatte una dozzina), a beneficiarne è il Salvini segretario. L’ultimo comizio ibrido del ministro dei sì è stato il 31 maggio a Messina, città simbolo dell’opera più importante. E durante la cena elettorale del candidato leghista Nino Germanà è stata servita una torta immaginifica, per nulla pacchiana, a forma di Ponte sullo Stretto. Ma c’è pure chi dice no, come il siciliano Ismaele La Vardera. L’ex Iena, oggi alleato di Cateno De Luca in Sud chiama Nord, ha rispedito al mittente l’invito del ministro: “Ho ricevuto un invito da parte di Matteo Salvini a presenziare a una iniziativa a bordo di una nave della Guardia costiera per raccontare i progetti in cantiere e quelli realizzati dal ministro delle Infrastrutture, chiaramente un’iniziativa propagandistica. Presenterò un esposto alla Procura per chiedere di individuare eventuali illeciti di utilizzo di beni dello Stato a fini politici”.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, gira per ospedali: Piombino, Livorno, Massa Marittima. Un tour elettorale, accompagnato da dirigenti e candidati di centrodestra, che per il Pd toscano è “insostenibile e sconcertante”, anche perché “il governo Meloni ha ridotto i finanziamenti alla salute pubblica”. Diversi faticano nel distinguere istituzioni e propaganda politica. Venerdì Antonio Tajani è partito per Praga come rappresentante della Farnesina, lo attendeva la riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato. Ma in guerra e in campagna elettorale ogni varco è prezioso, così quella mattina Tajani ha anticipato gli impegni istituzionali ricevendo nella sede dell’ambasciata un gruppo di imprenditori italiani, per pronunciare un discorso che con la diplomazia c’entra poco: “Ho confermato l’impegno del governo a sostegno dell’export”. L’incontro politico è stato pubblicizzato anche sugli account ufficiali della Farnesina. Per non parlare del cognato d’Italia Francesco Lollobrigida che ha fatto inviare dalla segreteria del ministero dell’Agricoltura una mail al Consorzio tutela Grana Padano, che poi l’ha girata alle aziende associate, indicando i nomi dei candidati più sensibili alle loro istanze. Ovviamente “solo per chi intendesse votare Fratelli d’Italia”, ha raccontato ieri Repubblica.

A proposito di ruoli “confusi”: è proprio necessario per il ministro leghista dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, indossare la spilletta di partito con il logo di Alberto da Giussano quando visita una scuola pubblica? (L’ha fatto, per esempio, nell’incontro del 23 maggio all’Itis Galileo Galilei di Roma o in quello del 27 maggio all’Istituto Comprensivo Sorelle Agazzi di Milano).

La medaglia d’oro per il maratoneta elettorale la vince GIlberto Pichetto Fratin. Il ministro dell’Ambiente è una trottola: un giorno è “a Saluzzo con il popolo di Forza Italia e Giovanni Damiano, il candidato sindaco del centrodestra”, l’altro è “a Recanati, con la comunità di Forza Italia e del centrodestra, per sostenere la candidatura a sindaco di Emanuele Pepa e la nostra campagna per le Europee”.

Giancarlo Giorgetti va a portare l’entusiasmo e le promesse del Mef a Sassuolo, con gli imprenditori del distretto della ceramica. Adolfo Urso, ministro delle Imprese, visita il nuovo stabilimento di Stm a Catania e non si contiene: “Questa è una giornata storica, per la Sicilia che diventerà la terra del futuro. Sono convinto che a fine anno raggiungeremo i 10 miliardi di investimenti nella microelettronica”.

È tempo di tagliare nastri: mica solo Meloni a Caivano; più modestamente, anche Anna Maria Bernini ha la sua palestra da inaugurare. Elegantissima, nel suo tailleur bianco, giovedì la ministra dell’Università ha battezzato “nuove strutture per lo studio e lo sport” nell’ateneo di Pavia. “Le Università – scrive – sono anche potenti strumenti di riqualificazione urbana”. E di campagna elettorale, ma quella si fa davvero ovunque.