
(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Giacomo Matteotti, un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Giorgia Meloni
A destra esiste un ufficio Promozione Intellettuali e Martiri di Sinistra (PIMS) che, gli va dato atto, lavora egregiamente. Dopo lo straordinario spot a favore dello scrittore Antonio Scurati – reso possibile grazie al genio di una illuminata dirigenza Rai che ha rifiutato di pagare il dovuto compenso di 1.800 euro – ecco che da Mauro Mazza, nominato dalla Presidenza del Consiglio a Commissario straordinario per coordinare la presenza dell’Italia alla Buchmesse (per brevità CscpIB) – sprizza l’ideona di non invitare lo scrittore Roberto Saviano a Francoforte. La questione, a dire il vero, si presenta con certa complessità tutta italiana (chi invita e chi non invita chi), ma il risultato è che il Mazza fa strike e con un sol colpo abbatte la partecipazione di un plotone di scrittori indignati e solidali con l’autore di “Gomorra”. Tale è la forza propulsiva del PIMS che si sta letteralmente ingolfando la lista d’attesa di scrittori di sinistra (o comunque di quegli intellettuali, secondo Giorgia, frequentatori di salotti e terrazze radical chic) che anelano avidamente a una qualche censura o discriminazione onde essere inseriti nella appetita categoria VdR (Vittime del Regime). Presenza decisiva per spingere i libri in classifica e condividere selfie con masse adoranti.
Per non essere da meno, a sinistra opera indefessamente il Comitato che misura l’antifascismo della Meloni (per brevità CmaM), dirimpettaio dell’analoga struttura che tiene d’occhio i disprezzati salotti sciccosi. Accade inopinatamente che la premier, ancorché “stronza”, se ne esca con una celebrazione in chiave antifascista di Giacomo Matteotti che manco Sandro Pertini. Convocato in emergenza, il CmaM individua gigantesche lacune alla tardiva ammissione: per esempio, non avere ella citato come mandante del delitto il delinquente Mussolini (senza contare che non risulta l’Ignazio Benito La Russa essersi sbarazzato degli osceni busti e neppure del vergognoso secondo nome). Smascherata dunque l’ipocrisia meloniana, ecco che subito riacquistano vigore quelli del “Diamo una mano a quel fascista di Vannacci” (per brevità DumafV) che dopo avere menato scandalo del libercolo – che stampato in uno sgabuzzino del fellone si trasformò, grazie a “Repubblica” e alla stampa antifascista, in un boom di 300 mila copie – si adoperano, adesso, fattivamente per il suo successo elettorale. Infatti, il furbastro con le mostrine, che ben conosce i suoi polli, si fa effigiare mentre incrocia le dita ed evoca la X Mas. Orrore e ribrezzo promanano da sinistra, con il che egli può tranquillamente aspirare a un’altra infornata di voti nazifascisti, razzisti, omofobi eccetera. Si chiama eterogenesi dei fini, come accertò il mitico Tafazzi percuotendosi furiosamente le parti basse.
e bravo anche Padellaro , il materiale a disposizione è praticamente senza fine !
"Mi piace"Piace a 1 persona
"Mi piace"Piace a 3 people
Un modo per difenderla, anche sottilmente, Padellaro lo trova sempre. 💘
"Mi piace"Piace a 3 people