La siccità «per fortuna» e le cene antiguerra. I compagni di partito osano scherzare sul ministro-quasi cognato di Meloni

(di Fabrizio Roncone – corriere.it) – Si scherzava, l’altro giorno, in Transatlantico. Lollogaffe di qua, Lollogaffe di là. Insomma scopro che sono proprio certi deputati di Fratelli d’Italia ad aver dato un soprannome a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare (boh) e quasi cognato di Giorgia Meloni, essendo quasi marito di sua sorella Arianna, la potentissima e temuta Arianna. Come sappiamo il tasso di perfidia in un partito è direttamente proporzionale alle percentuali elettorali, e quindi al potere, alla sete di potere che si porta dietro invidie e rancori, ma più invidie. Tra di noi – tra noi cronisti, intendo, gente che segue la politica e cerca di raccontarvela così com’è – l’idea che addirittura qualche Fratello ironizzasse su Lollobrigida, è sembrata però davvero una stupida crudeltà. Nemmeno voi, un po’ di solidarietà? Siete così spietati? Allora barcollavano e se ne andavano fischiettando alla buvette, lasciandosi dietro il solito mantra dell’io non ti ho detto niente, non ci provare a mettermi in bocca niente, io poi sono pure amico di Lollo da vent’anni e se qualche volta non le azzecca, beh, non è certo colpa mia. In realtà, Lollogaffe ne infila una dietro l’altra. All’inizio, sembravano inciampi. Inizia con uno strafalcione sulla «sostituzione etnica», citando la teoria del filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove – Kalergi (chiese scusa: «Sono ignorante, non razzista. Fino a ieri non sapevo chi fosse il signor Kalergi»). Però, ci ricasca: «In Italia spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi». 

Un giorno, ferma addirittura un Frecciarossa. Esatto: un Frecciarossa. Una roba che fa infuriare l’opinione pubblica. Così da Palazzo Chigi sono costretti a raccontarci la storiella che chiunque, volendo, può fermare un Frecciarossa. Tutti pensiamo: beh, adesso Lollo si darà una calmata. Invece, niente. «Per fortuna la siccità colpirà molto di più alcune regioni del Sud, in particolare la Sicilia…» (forse voleva dire altro, forse ci ha messo un «per fortuna» di troppo, e però, insomma, no?). Poi, una botta alla Kissinger di Tivoli: «Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate?». Insomma: una gaffe al giorno. Ora, non per difenderlo: ma se dietro ci fosse una sofisticata strategia di comunicazione? (Dite che è improbabile, ve?).