
(ilfattoquotidiano.it) – Si è fermata la macchina dell’estradizione negli Stati Uniti per Julian Assange. L’Alta Corte di Londra ha accordato al fondatore di Wikileaks la possibilità di presentare un nuovo ricorso dinanzi alla giustizia britannica, riconoscendo come non infondate le argomentazioni della difesa sul timore di un processo non giusto oltreoceano, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere per aver diffuso documenti riservati del Pentagono e del Dipartimento di Stato contenenti rivelazioni imbarazzanti, inclusi crimini di guerra commessi fra Afghanistan e Iraq. Assange, che ha trascorso gli ultimi 5 anni nel penitenziario di massima sicurezza di Belmarsh, nella capitale britannica, non era presente in aula “per motivi di salute”, come ha spiegato il capo del collegio dei difensori, Edward Fitzgerald. Alla notizia, la folla che si era radunata all’esterno del tribunale per manifestare la sua contrarietà all’estradizione è scoppiata in urla di gioia.
I due giudici, dopo che il 26 marzo si era aperto uno spiraglio per la battaglia di libertà del giornalista australiano con il rovesciamento del no opposto in prima istanza all’ammissibilità di un estremo appello da parte della difesa, dovevano stabilire se la Corte si ritenesse soddisfatta o meno delle assicurazioni vincolanti preventive fornite da Washington sul fatto che l’attivista non sarà condannato a morte negli Usa e potrà invocare la tutela sulla libertà di espressione sancita dal Primo emendamento della Costituzione americana.
Quest’ultimo rappresenta un nodo nella vicenda giudiziaria, in quanto i sostenitori di Assange, temendo un ingiusto processo, non si sentono affatto tutelati in merito. Durante l’udienza Fitzgerald ha sostenuto che sotto questo punto di vista gli Stati Uniti hanno fornito garanzie “palesemente inadeguate“, in particolar modo perché i pubblici ministeri non sono riusciti a garantire che Assange possa godere della protezione per la stampa prevista dalla Carta costituzionale di Washington. Fitzgerald ha concluso la sua arringa bollando quelle americane come “non rassicurazioni” e ribadendo di considerare tuttora presente il rischio di un ingiusto processo per il quasi 53enne fondatore di WikiLeaks negli Usa, e di un trattamento “discriminatorio“, oltre che ai timori per la sua stessa vita date le precarie condizioni di salute psico-fisica correlate agli oltre 5 anni di detenzione dura a Belmarsh.
I giudici hanno “preso la decisione giusta”. A dichiararlo, parlando fuori dalla Royal Courts of Justice di Londra dopo che a Julian Assange è stato riconosciuto il diritto di ricorrere in appello contro la sua estradizione negli Stati Uniti, è stata la moglie Stella Assange.
“Come famiglia siamo sollevati, ma fino a quando si potrà andare avanti così? Gli Stati Uniti dovrebbero rinunciare subito al caso. È il momento di farlo. Abbandonare questo vergognoso attacco ai giornalisti, alla stampa e al pubblico che va avanti da 14 anni. Questo caso è vergognoso, e sta facendo pagare un tributo enorme a Julian. L’amministrazione Biden avrebbe dovuto abbandonarlo fin dal primo giorno, ma ora è il momento giusto per farlo. Quindi, per favore, coloro che negli Stati Uniti hanno il potere di prendere una decisione, per favore abbandonate questo caso ora. Non lasciate che questa cosa vada avanti ancora a lungo”.
Anche il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, è tornato a invocare la libertà per Assange. “Avrebbe dovuto vincere il premio Pulitzer per aver rivelato i segreti dei potenti, invece è stato imprigionato per 5 anni in Inghilterra”, ha scritto Lula sui social. “Condannato al silenzio di tutta la stampa che dovrebbe difendere la sua libertà come parte della lotta per la libertà di espressione. Spero che la persecuzione contro Assange finisca e che ritorni al più presto possibile alla libertà che merita”, ha aggiunto.
La scorsa settimana un gruppo di parlamentari avevano chiesto l’apertura di un’inchiesta sul ruolo avuto nella vicenda dal Crown Prosecution Service (Cps), la pubblica autorità che persegue i casi penali in Inghilterra e nel Galles (qui la versione in inglese dell’articolo di Stefania Maurizi).
Ma si ,allunghiamo l’ agonia !
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aspettano che muoia
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Mi unisco all’esultanza delle associazioni che da sempre sostengono la libertà di Assange, alla faccia dei rosiconi infosanniti (ai quali poco o nulla importa della sorte del povero giornalista, mentre cercano solo una scusa per dare sfogo al proprio pregiudizio antiamericano).
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Quindi, tutto quello che ha subito fino a qui A. sarebbe il frutto malato della fantasia dei disagiati affetti da pregiudizio antiamericano?
PS: ti avviso che è un’altra domanda retorica, nel caso il coraggio delle tue idee, di cui sei esclusivo titolare, prendesse il sopravvento
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Ti contraddici, Jonny… le associazioni che sostengono la libertà per JA, esultano perché la Corte gli ha dato un’altra possibilità di ricorso in appello, proprio in virtù del proprio “pregiudizio” (o dovremmo dire giudizio) sulla giustizia americana.
Intanto JA continua a languire…e questo smorza la mia esultanza… e credo anche quella degli altri infosanniti, se interpreto bene i loro post.
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Giustamente è un’agonia non sapere ancora la sorte di J A ma da un altro punto di vista è un bene, non abbiano ancora deciso.. e che la giustizia non sia di questo mondo è ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, più evidente! Criminali di guerra, assassini portatori di morte a bambini innocenti, sono sono ancora a capo dei loro Paesi.. un mondo completamente alla rovescia..
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Ma nell’altro senso, rispetto a quello che indica Vannacci…
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assolutamente Anail! Lui è un esaltato! Una persona che non sa veramente capire dove sta l’equilibrio.. “io penso così dunque ho ragione” questo è lui!! Cercare di capire di immedesimarmi negli altri, comprendere il perché esistono certe realtà, nemmeno a me piacciono determinate situazioni ma, tollero, passami il termine chi la pensa diversamente da me a meno che, non si imponga a sua volta nei miei confronti! Il fascismo è questo, la non accettazione nei confronti di chi è diverso o che la pensa diversamente.. è un mondo pazzo.. l’egoismo, l’individualismo stanno prendendo piede ogni giorno che passa!!
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Partiamo col dire che Assange, specialmente da parte di quella rumorosa minoranza che nutre un discreto pregiudizio antiamericano e non manca mai di farlo sapere, è stato utilitaristicamente trasformato in una sorta di paladino della libertà d’opinione, ma si dà il caso che Assange non sia affatto imputato per dei reati d’opinione: l’accusa è infatti quella di aver diffuso informazioni classificate ottenute fraudolentemente. Scusa, ma che ti aspettavi che gli facessero: una pacca sulla spalla e via, e chi s’è visto s’è visto?
Se negli Usa (come nel resto del mondo) questo è un reato, è piuttosto ovvio che occorra un processo per stabilirne l’eventuale colpevolezza (o innocenza: personalmente non conosco la giustizia americana così bene da avere tutta questa certezza).
Pertanto la giustizia americana sta solo facendo il suo mestiere, o meglio lo starebbe facendo se Assange si fosse fatto processare, invece di scegliere la via della latitanza, che lo ha condotto a questo stillicidio assistito.
Ciò premesso, la mia frecciatina era per quelli che, ogni volta che ricorre l’argomento “libertà d’espressione in Russia”, non avendo nulla da ribattere si risentono, e non trovano di meglio che tirare fuori il sempiterno “e allora Assange?”, così ben simboleggiato da quella sua famosa immagine in croce che qui viene postata spesso (come se un’eventuale ingiustizia nei suoi confronti, ad oggi peraltro solo teorica, potesse d’un colpo scagionare venticinque anni di regime), ai quali penso che quasi dispiacerebbe un’eventuale assoluzione di Assange, perché a loro serve su quella croce.
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Chiedo a Brezza: sei ancora del parere che un patetico dott. Pettola, azzeccagarbugli di serie B di questo tipo, possa meritare l’appellativo di Uomo con la maiuscola?
Invece al Titolare delle sue idee chiedo: informazioni come quelle ottenute da JA, le quali hanno dimostrato tutto il marcio che i tuoi beniamini (sì, proprio così: abbi almeno il coraggio che tanto sbandieri essere la cifra del tuo pensare e non fingere di essere l’arbitrino imparziale di Infosannio…) avrebbero voluto nascondere al mondo, come si sarebbero potute ottenere se non in modo fraudolento? O pensavi che alla prima assiciazione a delinquere del Pianeta si sarebbe potuto gentilmente chiedergliele, facendo domanda su carta bollata, una pacca sulla spalla e via, e chi s’è visto s’è visto? E perché mai, alla luce dell’ovvio, JA si sarebbe dato alla latitanza: per emulare Craxi?
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Domanda: poteva la giustizia americana agire diversamente da come ha fatto?
Avrebbe potuto decidere che, data la decisiva motivazione che Assange non poteva fare diversamente, allora è talmente speciale che per lui non si deve nemmeno celebrare un processo?
Se la risposta è no, qua abbiamo finito.
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e.c.:
sì, proprio così: abbi almeno il coraggio, che tanto sbandieri essere la cifra del tuo pensare, di ammetterlo, e non fingere di essere l’arbitrino imparziale di Infosannio
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uff… e.c.:
associazione a delinquere del Pianeta
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Se, come è ovvio pensare, la risposta è no, questo fa affettivamente finire il contendere, ma non nel modo che intendi tu, ché lo esaurisce nella vergogna!
E’ proprio questo no che è vergognoso: se la mafia viene smascherata senza troppi riguardi da chi ha il coraggio di ribellarsi, può la mafia fare a meno di farlo saltare in aria?
Questo è quello che con la tua domandina retorica stai, io credo inconsapevolmente, sostenendo.
Altro che pregiudizio antiamericano! Ma un po’ di vergogna assieme ai tuoi amichetti d’oltre oceano, la provi o il tuo ridicolo cinismo ti ha ridotto a un golem e tutto ti passa sopra senza il minimo disturbo?
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