PIERCAMILLO DAVIGO – “Se prendi soldi in cambio di qualcosa è una tangente, anche se fatturata”

(DI GIANNI BARBACETTO – ilfattoquotidiano.it) – Se i soldi che un politico riceve da un imprenditore sono regolarmente registrati, non sono più una tangente? È quanto sostiene chi difende il presidente della Liguria, Giovanni Toti, coinvolto nel caso Genova. “Il problema non è se i soldi ricevuti sono fatturati o no, ma se c’è una contropartita o no”, risponde l’ex magistrato Piercamillo Davigo. “Il problema è se il funzionario pubblico o l’incaricato di pubblico servizio prende soldi da un imprenditore per dargli qualcosa in cambio”. E a Genova gli affari in discussione tra il presidente della Regione e gli imprenditori erano parecchi e di rilevante valore economico.
Gli imprenditori sostengono di voler semplicemente sostenere la politica.
È la causale che conta. Dipende da qual è l’obiettivo che l’imprenditore vuole raggiungere con i suoi finanziamenti. Se vuole qualcosa in cambio. Io sull’inchiesta di Genova parlo naturalmente da semplice lettore. Dobbiamo capire la differenza, per esempio, tra attività lobbistica e corruzione. Un imprenditore che fabbrica treni può legittimamente spendere soldi per convegni e attività volte a convincere i politici che il trasporto su rotaia è meglio di quello su gomma. Ma se invece paga il politico per far comprare i propri treni, allora non fa più lobbismo, ma corruzione. In teoria è ben chiaro, anche se in pratica è molto più complicato.
Altro argomento di chi difende gli indagati per corruzione: le decisioni degli amministratori pubblici sono di solito prese con atti collegiali, dunque la responsabilità non può essere individuale.
Ma questo riguarda soltanto il titolo di reato, non il fatto che sia lecito: quello che è illecito è che un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio, riceva delle utilità da un privato per compiere atti inerenti al suo ufficio. Questo è vietato dalla legge italiana e dalle convenzioni internazionali.
Ci sono anche le convenzioni internazionali: dunque non sarebbe sufficiente neppure cambiare, su queste materie, le norme italiane?
No. Adesso c’è la mania di fare “riforme” della giustizia e cambiare norme che sono però previste da convenzioni internazionali. Se le cambiassimo davvero, però, l’Italia diventerebbe uno “Stato canaglia”, che firma convenzioni che poi non rispetta.
C’è un altro metodo per risolvere il problema e rendere invisibile la corruzione: togliere ai magistrati gli strumenti per scoprirla. Per esempio proibendo l’impiego dei trojan nelle indagini, riducendo le intercettazioni…
A me l’hanno insegnato quando andavo al catechismo: “Settimo, non rubare”. Siamo ancora d’accordo con questo? Io vorrei che ce lo dicessero una volta per tutte, perché è inutile proclamare di volere una politica onesta e perbene, se poi tolgono gli strumenti per vedere se sono davvero tutti onesti e perbene. Le intercettazioni sono importanti, ma non sono l’unico strumento, ce ne sono anche di più efficaci: però non li introducono. Per esempio, l’Italia ha ratificato una convenzione internazionale che prevede l’impiego di operazioni sotto copertura. Ma non ha mai varato le norme d’attuazione, quindi che io sappia, nei casi di corruzione non sono mai state fatte indagini con infiltrati sotto copertura. Invece chi le avversa le paragona all’impiego di un “agente provocatore”, a quello che negli Stati Uniti chiamano “test d’integrità”: un agente va dal politico e gli offre dei soldi, se questo li accetta, lo arresta. In Italia potremmo almeno porci la domanda: perché da noi le opere pubbliche costano il doppio della media europea?
Una constatazione basata su dati fattuali, fin dai tempi di Mani pulite.
Non solo, le opere pubbliche sono spesso anche fatte male, e poi i ponti crollano… Ma è così difficile mandare un agente di polizia giudiziaria che si finge imprenditore a partecipare a una gara d’appalto, e quando gli offrono dei soldi o gli fanno delle minacce per farlo ritirare, far scattare gli arresti? È così riprovevole? Io penso che riprovevoli siano le gare d’appalto truccate, che raddoppiano i costi delle opere e spesso producono incompiute, opere inutili o mal fatte.
Chi critica le intercettazioni come metodo di indagine dice che al telefono tutti noi diciamo cose di cui potremmo pentirci, o che potrebbero essere fraintese.
Non tutti parlano al telefono di opere pubbliche da fare con soldi pubblici. E comunque è vero che le intercettazioni sono uno strumento complesso, ma proprio per questo non ha senso limitarle troppo, perché più materiale hai a disposizione e meno corri il rischio di incorrere in equivoci.
Dopo il caso Genova, la soluzione proposta da molti è il ritorno al finanziamento pubblico ai partiti.
Il finanziamento pubblico va benissimo, purché poi si controlli come vengono spesi i soldi pubblici distribuiti ai partiti. Ricordo un politico che dei rimborsi elettorali disse: “Sono soldi nostri, ne facciamo quello ci pare”. No, non sono soldi loro, sono soldi nostri, dei contribuenti. I partiti poi in Italia continuano a essere associazioni non riconosciute, così possono fare cose che una società di persone o una srl non potrebbe mai fare.
Ora, per raccogliere finanziamenti, i politici usano, anche nel caso Genova, le fondazioni.
Le fondazioni spesso sono schermi fittizi d’interposizione tra il politico e l’imprenditore che eroga i contributi. Comunque, più in generale: se i commentatori parlassero un po’ meno male dei magistrati e stigmatizzassero di più i comportamenti dei ladri, sarebbe meglio.
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Naturalmente tutto questo e’ possibile e tollerabile perche’ i tifosi-elettori assolvono i “loro” pur di non dar ragione agli “altri”. E’ un lento ed inesorabile generale inabissarsi nella bancarotta morale collettiva senza sussulti di dignita’ o di vergogna.
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Ma non è solo una questione di tifo.
Quegli elettori ritengono di anche di avere un tornaconto votando in quel modo.
C’è, per esempio, tutto un mondo di partite iva che, grazie al sistema di leggi attuali, ha convenienza a lavorare in nero e che, terrorizzato dagli spot della destra contro il binomio tasse=Sinistra, teme che con l’avvento di un governo diverso da quello destrorso (che ha un ventaglio “ideale”molto ampio in parlamento) venga messo in discussione il loro status sociale e tenore di vita seppur non di altissimo livello.
Ma non è solo questa categoria sociale intravedere un vantaggio nel voto a destra.
Anche nel mondo del lavoro dipendente si potrebbero elencare i tornaconti che fanno propendere a destra il voto. Pensiamo ai timori nei confronti dell’immigrazione non necessariamente per razzismo ma per i problemi annessi di rischi di aumento della criminalità, sui quali la destra lavora di demagogia urlata ad arte in tv garantendo pugni di ferro sbraitati in tutti i talk show. Insomma: tifo si, ma non credo sia basato solo sui colori delle maglie che indossano i politici ma sulle garanzie che questi danno ai loro interessi più o meno miseri.
Se poi aggiungiamo il problema dei rischi di dover partire per la guerra americana in Europa va detto che l’ambiguità della sinistra ufficiale non aiuta. E i Salvini e i Borghi giocano anche qui d’astuzia: si calano sempre braghe e mutande di fronte agli ordini di Biden spedendo armi che tengono in piedi la guerra, ma, in TV, indossano la maschera dei convinti pacifisti che si battono contro l’escalation.
Bugiardi matricolati e subdoli che trionfano davanti ad una Sinistra che soccombe per incapacità e per aver abbandonato i princìpi che le erano propri.
Ho visto solo alcuni esempi per dire che i destri votano anche per convenienza e così, in questo marasma di bugie di fronte alle quali una sinistra inesistente prende solo sberle e manrovesci, se la ridono e sguazzano i corrotti di cui è infarcita tutta la destra italica.
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*Ho visto=Ho elencato
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Gli articoli di Barbacetto sono sempre da incorniciare; un gigante.
Le risposte di Davigo una gioielleria.
“Per esempio, l’Italia ha ratificato una convenzione internazionale che prevede l’impiego di operazioni sotto copertura. Ma non ha mai varato le norme d’attuazione”
Chissà se in campagna elettorale, per le prossime politiche, qualcuno proporrà , in caso di vittoria elettorale, di varare i decreti attuativi per mettere in pratica le operazioni sotto copertura.
“In Italia potremmo almeno porci la domanda: perché da noi le opere pubbliche costano il doppio della media europea.”
“Non solo, le opere pubbliche sono spesso anche fatte male, e poi i ponti crollano…”
Qui Davigo perde un pò i contatti con la realtà
“Se le cambiassimo davvero, però, l’Italia diventerebbe uno “Stato canaglia”, che firma convenzioni che poi non rispetta.”
Prendiamo ad esempio la direttiva Bolkenstein; firmata e mai applicata, vero Balneari?
Meglio essere uno “stato canaglia” e favorire le m3rde che essere uno “stato perbene” e tutelare l’interesse generale, vero Matteo?, vero Giorgia?
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Mi pare che questo discorso torni a pennello con i commenti sulle fondazioni di alcuni giorni fa, dove qualcuno correva in soccorso dei suoi beniamini Boschi, Lotti e Renzi contro Travaglio che si occupava del passaggio di soldi dalla Fondazione ad Italia morta………e ovviamente come di prassi quello da criticare era Travaglio, non i ladri……..”Le fondazioni spesso sono schermi fittizi d’interposizione tra il politico e l’imprenditore che eroga i contributi. Comunque, più in generale: se i commentatori parlassero un po’ meno male dei magistrati e stigmatizzassero di più i comportamenti dei ladri, sarebbe meglio.”
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Questo Governo vuole la SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, come voleva Berlusconi e come chiedeva Licio Gelli e come la vuole la mafia.
Si vuole separare la funzione di pubblico ministero da quella di giudice, vietando l’attuale possibilità di passare dall’una all’altra.
In realtà le richieste di questi passaggi sono molto rare, perché non si può farlo più di 4 volte in carriera e servono 5 anni di permanenza e un concorso di idoneità ogni volta, ma soprattutto perché bisogna cambiare distretto e anche Regione e a volte nemmeno basta, perché è precluso anche l’ufficio competente per legge a occuparsi di indagini che coinvolgono magistrati del distretto di provenienza (quindi un Pm di Torino non può fare il giudice – e viceversa – nel distretto di Milano, uno di Roma nel distretto di Perugia e così seguitando). Poi per cambiare funzione bisogna andare più lontano: vorrebbe dire cambiare città, terremotare vite e infatti lo chiedono in pochi e sembra una cosa inutile, ma la separazione delle carriere sarebbe il primo passo per rendere i Pm dipendenti dal Governo così che sarebbero i Governi a decidere di volta in volta quali sono i reati da perseguire, per cui avremmo reati diversi per Governi diversi, praticamente reati stagionali, reati Prêt à Porter.
E’ chiaro che i partiti delinquenziali si gioverebbero di questo cambiamento, i cittadini e la giustizia no.
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Sto per fare ottant’anni, ne ho viste di cotte e di crude, ho superato cinque bypass, due interventi alle carotidi, una valvola cardiaca artificiale, il cancro, due rapine, una pallottola nella spalla eppure mi sembra sempre di aveva vent’anni perché da sessant’anni a questa parte sento, ciclicamente, fare sempre gli stessi discorsi.
A questo punto mi viene da pensare che gli italiani sono così e niente li/ci cambierà mai.
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hanno vinto loro.
Italiani per bene ce ne sono ma siamo in minoranza.
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Bravissimo… Tu ne hai viste e sentite più di me, questione anagrafica. Al sottoscritto è stato sufficiente lavorare, quando ero ragazzino, in un ambiente dove subito avevo capito come gira, e intorno cosa, il mondo. I SOLDI che, ipocritamente, nessuno nomina ma venderebbero i geni …tori o …tali per averne di più. Poi, partito per militare (18 mesi), ebbi conferma: il mondo è marcio non solo in politica. Corrotti e corruttori di piccolo cabotaggio, in DIVISA (parlo di marescialli e ufficiali, sia ben inteso), che spartivano il cibo migliore della mensa o qualsivoglia materiale del magazzino economale, nel silenzio “assenzio” dei pochi che non rubavano. Anni dopo, quando mio cognato divenne sindaco e venne subito sfiduciato perché non voleva partecipare ad una piccola mangiatoia…, ebbi ulteriore riprova che il tanfo non è solo nei palazzi romani. Poi qualcuno, anche su questo forum, insulta chi – pur a malincuore – non vuole votare, in quanto – citando il finale di un famosissimo libro – “da fuori guardavo dal m@iale all’uomo, dall’uomo al m@iale e ancora dal m@iale all’uomo, ma era impossibile distinguere fra i due”.
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Non credo che in realtà siano solo i soldi a far girare il mondo, probabilmente a livelli medio-alti, cioè per chi ne dispone, ma le utilità personali , che sono invece diffuse ed alla portata di tutti ! E’ un sistema clientelare che forma la mentalità, per cui dall’ avanzamento di carriera, ai concorsi pubblici, alle assunzioni per un posto di lavoro fino al posto letto in reparto o alla precedenza per una visita, tutto gira intorno alla raccomandazione, alla conoscenza, alla telefonata…..il punto del problema è che gli italiani invece di rivendicare un diritto, che può essere quello meritocratico o sociale del lavoro adeguatamente retribuito e non a rischio di mortalità o sanitario di accesso alle cure, usano quello clientelare per la soluzione personale della propria singola difficoltà! Per questo la mentalità è così diffusa, trasversale e senza distinzione di classe sociale o di ceto, la rivendicazione di un diritto, la protesta quando se ne è privati, e’ un’ azione collettiva, nell’ interesse collettivo, mentre la risoluzione del problema specifico, e’ individuale ed ovviamente usa mezzi alternativi, al diritto, alla norma, all’ etica e alla legalità, alimentando un sistema di cui una certa politica è espressione e prodotto! Se la parte sana di italiani abdica alla politica ritenendola la sola responsabile di ciò che invece coinvolge i propri concittadini, sarà questa parte ad esprimere la rappresentanza in un cortocircuito di sistema dalla base ai vertici e ritorno! Non è solo questione di alterata democrazia, dove una minoranza decide della vita di tutti, ma di sedimentazione e ripetizione di mentalità e sistema dannosi soprattutto per la parte sana! La via dell’ astensione sarà anche l’ unica perseguibile, ma in 30 o 40 anni non ha prodotto alcun risultato, anzi sembra aver selezionato la specie più virulenta dell’ elettorato e della rappresentanza politica, tanto che alcuni diritti precedentemente acquisiti sono stati tolti o messi in discussione, senza che nessuno abbia fiatato……questo perché, credo, si sia perso il significato di collettività in grado far sentire la propria voce e dissenso con mezzi, consentiti, ma di disturbo…..il silenzio serve solo a non disturbare il manovratore! E l’ attesa fino alla automatica implosione del sistema, mi pare la visione cattolica del sopportare l’ inferno in terra auspicando il paradiso post mortem……con una guerra mondiale nucleare altamente possibile!
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io, fossi in te , rispetterei di più i maiali !
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Infatti Pino Lucino, siamo proprio in piena “Fattoria degli animali”. Hai citato la chiosa orwelliana che di continuo mi viene in mente in questo periodo di grande schifo, dove ti guardi in giro disperata per cercare una ragione pur piccola per tirarti su, guardi i tuoi simili e li vedi abulici, assenti o, inspiegabilmente allegri… con una situazione economica, sociale, etica, che fa venire da piangere tanto è grave…
Le reazioni a questo sfasciume: menefreghismo superficiale, ignoranza infantile del problema, incazzature aggressive, o fede incrollabile in sistemi-associazioni-movimenti-persone che hanno la bacchetta magica e cambieranno un paese ormai agonizzante… ma le teste degli italiani chi le cambia?
Ormai il guaio fatto da B. è talmente enorme che ci vorranno anni per far capire alla gente che i soldi non sono tutto, che non tutti possono diventare colonnelli, che anche i soldati semplici possono avere dignità, eccetera…
Poi queste teste immature per vari casi arrivano in posti chiave ed ecco gli scandali che fanno indignare si fa per dire, la mattina e la sera nessuno se ne ricorda più.
Intanto i maiali ingrassano e se la ridono.
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@Alessandra “Non credo che in realtà siano solo i soldi a far girare il mondo, probabilmente a livelli medio-alti, cioè per chi ne dispone” Beh, ovviamente senza offesa alcuna, credi male ;-)) Guarda, io iniziai il mio percorso lavorativo in un porticciolo privato e non puoi nemmeno immaginare i soldi che davvero girano in certi ambienti. Ti faccio un esempio solo, ovviamente nessun nome. Famiglia ricchissima (fecero anche una trasmissione Report sull’evasione miliardaria (in euro) di costoro), uno dei figli spendeva, ogni santo week end, minimo 50 milioni (in lire) per i suoi c@zzi, soprattutto nei casinò. Figlio che a quei tempi aveva 22/23 anni. Questa persona, intendo il padre, si sentiva con politici importanti dell’epoca e gli parlava come fossero segretari… “I politici sono i camerieri dei banchieri” (E. Pound), NON è un modo di dire, credimi. Dovessi trovare quello serio, incorruttibile? Ah, beh… esistono altri sistemi ma la pianto qui. C’è la storia, o meglio la cronaca, che dovrebbe insegnarci quale fine fecero persone integerrime. A certi livelli il pelo sullo stomaco è l’ultimo dei problemi; mi sembra strano che, in un mondo da sempre attraversato dalle guerre, fatte sempre dal “sovrano macellaro” che non esita a mandare a morire migliaia (milioni) di persone, ci sia l’illusione di vivere dove multimiliardari, nel caso di problemi, non abbiano nessuna difficoltà – per risolverli – ad affidarsi a soluzioni anche estreme. Infine una chiosa: la “via dell’astensione” non è nemmeno iniziata, perché per parlare di astensione vera bisognerebbe arrivare oltre il 50% di non votanti mentre alle politiche nazionali, tranne le ultime comunque ben sopra il 60, oltre il 70% dei cittadini si recavano alle urne. Ciao, buona serata.
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@Chia Bia difatti, però il nuovo gioco dei social è dare addosso a chi non vota. Non so, forse qui su “infosannio” manca la contrapposizione politica “vera” (intendo destra/sinistra), perché ricordo che quando scrivevo su “Affari italiani” – parliamo di quasi 20 anni fa – ed io a quei tempi mi astenevo (il M5s doveva ancora nascere, anche se Grillo già iniziava a far parlare di se e, in un certo senso, i “grillini” c’erano già, tra i quali il sottoscritto), nessuno se la prendeva con chi non votava. Dirai, allora l’astensione era molto bassa, intorno al 18/20%, inoltre l’odio politico tra le due “fazioni” era decisamente maggiore, quindi il nemico non era chi si asteneva. Comunque, riflessioni “storiche” a parte, chi se la prende con gli astenuti dovrebbe pensare che: a) non essendo un partito non esiste una categoria eterogenea: ci sono mille motivi per i quali una persona non va alle urne, quindi, prima di criticare, bisognerebbe capire perché; b) l’astensione, per il sottoscritto, è voto di protesta ed ho legittimo diritto di annullare la scheda, tanto quanto loro di metter la crocetta: c) so semplicemente che 45 anni di elezioni, maggior parte delle quali molto partecipate, anni 70/80/90 e primi 2000 mai sotto l’80%, hanno sempre partorito governi di LADRI, non è cambiato mai niente, sempre solito, schifoso, andazzo; d) nel momento che vinsero “gli onesti”, anziché dimostrare di esserlo, vennero a patti con il diavolo (parlo delle elezioni del 1996, con la prima storica vittoria della sinistra) anziché combatterlo…, quindi, signori “sotutto” del “se non voti fai il gioco dei ladri”, come la mettiamo? e) se andasse a votare il 90% dell’elettorato, come succedeva 40 anni fa, non CAMBIEREBBE nulla, perché il risultato finale sarebbe più o meno uguale, a livello percentuale. Non è che chi non vota andrebbe a votare 5s o Santoro! Possibile non arrivare a capire che l’astenuto è comunque un possibile elettore e abbiamo tutti idee completamente diverse- Fossimo costretti al voto, rispetteremmo percentualmente le proiezioni dei sondaggi, quindi tot voterebbero Meloni, tot. Schlein, tot M5s etc. Non ci vuole un genio a capirlo, ma tant’è… Va beh, intanto è lo stesso: dietro questi forum c’è tanto malcontento, così come nei salotti buoni se la ridono e se ne sbattono i covoni di noi fessi che ci dividiamo, da sempre, in categorie. Ciao, buona serata.
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Non posso certo dire che abbia condotto un’esistenza monotona; non si può dire che la noia sia stata la compagna della sua vita; anche se, purtroppo, per fatti non piacevoli.
Battute a parte, non sono d’accordo sul fatto che niente e nulla ci cambierà mai.
Si tratta, come ho scritto in altri commenti, di un fatto culturale ( di mentalità, se vuole) e cambiare richiede tempo, parlo di decenni non di anni.
Può avvenire anche subito a condizione che si verifichi una situazione di shock ( politico, finanziario ecc ecc)
Resta il fatto che un sistema come il nostro attuale non è sostenibile ed il principale segnale di insostenibilità c’è già ed è la nostra demografia.
Non mi riferisco solo al tasso di natalità/fecondità dove entrano in gioco anche altri fattori, mi riferisco anche ai fenomeni migratori, sia che avvengano entro i nostri confini, quindi la migrazione da una regione all’altra, sia che vadano oltre i confini, quindi verso stati esteri.
Nei giorni appena trascorsi sono stati pubblicati anche su infosannio un paio di articoli relativi al tema della demografia; segno che comincia ad esserci consapevolezza del problema.
Al momento al problema viene data poca enfasi; il motivo di ciò, è, secondo me, dovuto al fatto che affrontare in modo efficace il problema significa scardinare il paradigma esistente.
L’altro motivo è che, in questo momento, dovrebbe risolvere il problema chi con la sua storia politica e culturale ha contribuito e tuttora contribuisce a crearlo e, a ben vedere, anche ad esacerbarlo, nonostante dichiari di volerlo affrontare.
Comunque il fatto che se ne parli significa che ci stiamo avvicinando ad un punto di svolta; rimane da stabilire quando arriva questo punto di svolta e chi rimane col cerino acceso in mano.
Un discorso del tutto analogo può essere fatto riguardo la situazione dei conti pubblici.
In bocca al lupo
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Invidio il tuo ottimismo, io è dal…. 1979 che aspetto cambiamenti. Quello che tendiamo – tutti, me compreso – a dimenticare è che la prima repubblica si concluse con tangentopoli, dunque una classe politica fondamentalmente corrotta fu sostituita (beh, si fa per dire..) da un’altra forse ancora peggiore. E, credimi, quello che m’impaurisce non sono i politici, bensì i miei concittadini. Potrei fare 1.000 esempi su come l’italiano medio si faccia passare addosso le situazioni: il ponte Morandi è una delle ultime “catastrofi” senza colpevoli. Perché? Perché lo sono tutti, politici, imprenditori e mass media quindi “shisss”, meglio non disturbare il manovratore. Retoricamente scrivo per l’ennesima volta che non gufo perché questo Paese possa migliorare, ma fossi costretto a scommettere… Beh, non punterei un centesimo su una “nuova Italia”, dove l’onesto vince sul malaffare. Vedremo, spero per davvero che la scommessa la vinca tu, per il bene delle prox generazioni.
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Io non ne faccio una questione di ottimismo o di pessimismo; scrivere “chi rimane col cerino acceso in mano” non è certo una frase che esprime ottimismo.
Io cerco di vedere i fatti e i fatti vanno in una sola direzione; siamo non alla frutta o all’ammazza caffè; siamo seduti in bagno.
A parte la demografia impietosa su cui ho fatto un breve accenno, gli altri fatti in corso sono
I balneari: categoria tutelata, se non quest’estate l’estate prossima rischia di prendere mazzate.
Stanno aumentando le licenze dei taxi; altra categoria tutelata
La NADEF non contiene elementi programmatici, il governo naviga a vista.
Si stanno inventando tutte le categorie possibili e immaginabili di BTP, sono arrivati al punto di non far rientrare il valore dei BTP acquistati nel calcolo ISEE pur di prendere qualche soldo; se la gente non ha soldi nemmeno per mangiare e pagare le bollette, chi vuoi che compri i BTP. ?
E’ di questi giorni la notizia che vorrebbero allungare le scadenze per pagare i crediti da superbonus; questa a casa mia si chiama ristrutturazione del debito; il debito lo ristruttura chi non riesce a pagare le rate; ristrutturazione del debito vuol dire che allunghi la durata del pagamento e riduci le rate; rimane da vedere se le rate pagate in tempi più lunghi contemplano interessi più alti oppure no: per un privato cittadino rate pagate con tempi più lunghi prevedono interessi più alti; per il governo non è detto; a giudicare dai piagnistei sembra che voglia pagare in tempi più lunghi ma senza ulteriori oneri.
Comunque ciò non toglie che si tratta di ristrutturazione del debito.
Quelli che ho citato sono il riassunto del riassunto di come stanno andando le cose
Come vedi c’è tutt’altro che ottimismo, c’è un pò di realtà e che non è bella per niente.
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