Duetto addio: Elly e Giorgia rosicano. E Vespa attacca Santoro-Travaglio. Vendetta. L’“artista” bocciato mercoledì (per la terza volta) dall’Agcom tira in ballo i censurati dell’editto bulgaro

(DI L. GIAR. E G. ROS. – ilfattoquotidiano.it) – Bruno Vespa prende malissimo il no dell’Agcom al duello televisivo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein a Porta a Porta. Ma prende ancora peggio il rifiuto di diversi partiti di confrontarsi nel suo salotto, unica condizione che avrebbe sdoganato le sfide tv tra i leader. Si sente tradito, Vespa, e reagisce male, prendendosela con Marco Travaglio, Daniele Luttazzi, Michele Santoro ed Enzo Biagi. Un goffo editto bulgaro, peraltro fuori tempo massimo.
Vespa si presenta in trasmissione a Cinque minuti e si sfoga: “Anche nel 2001 c’era la par condicio, proponemmo una prima serata con Berlusconi e una con Rutelli, ci furono negate. Al tempo stesso, sulle tre reti Rai andò in onda questo”. E parte il filmato della celebre puntata di Satyricon in cui Travaglio, intervistato da Luttazzi, spiegava la sua inchiesta sui soldi di B. Vespa si avvelena: “Travaglio e Santoro non tennero conto della richiesta di archiviazione per quelle accuse contro Berlusconi”. Come se bastasse a garantire per la storia del forzista.
Poi Vespa attacca Santoro (che è pure candidato alle Europee), reo di “aver dedicato 4 trasmissioni a Berlusconi”. Infine, si sdegna il giornalista, “entrano in campo Biagi e Benigni”, e parte il filmato dell’intervista in cui il comico scherzava su B., Umberto Bossi e Gianfranco Fini. Sacrilegi che “costarono da 1 a 3 milioni di voti” al Cav: “Questo è il pluralismo dell’informazione a cui dobbiamo fare riferimento?”.
Il sarcasmo di Vespa dimostra l’insofferenza per lo stop. Che però non è certo il primo e forse dovrebbe indurre il conduttore a qualche riflessione: nel 2022 l’Agcom dovette dirgli che la sfida tra Meloni ed Enrico Letta non rispettava le regole, nel 2016 l’Autorità fu costretta a richiamarlo dopo un’intervista piuttosto conciliante al figlio di Totò Riina. Ora invece i criminali sono Travaglio (peraltro mai condannato per quella trasmissione, come Luttazzi) e chi osava criticare Berlusconi.
D’altra parte la giornata era stata parecchio nervosa. Anche in FdI hanno preso malissimo la decisione dell’Agcom: “Meloni ha dato la disponibilità a un confronto con la principale forza di opposizione. Purtroppo Agcom ha fatto sue le argomentazioni di chi ha voluto impedire questo confronto”. Ergo, “FdI ne prende atto e conferma la disponibilità al confronto attraverso i propri rappresentanti politici, senza far perdere ulteriore tempo al presidente del Consiglio”. Un’accusa non da poco, quella di Via della Scrofa, secondo cui l’Authority avrebbe prestato il fianco a colui che quel duello a due ha contrastato fin dall’inizio: Giuseppe Conte. A cui poi sono andati dietro tutti gli altri: FI, Iv, Azione, Avs. Con questi numeri, il confronto è impossibile. Tanto che è la stessa Rai a ufficializzarlo, intorno a mezzogiorno: “In assenza della maggioranza richiesta da Agcom, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto”.
A quel punto, almeno a sentire le voci dal Transatlantico di Montecitorio, si riparte dalla possibilità di organizzare tutto da Enrico Mentana, con la proposta di due serate, il 5 e il 6 giugno, con tutte le liste divise in due tempi. Ma il mancato duello lascia scorie in circolo tra i partiti. Schlein, per esempio, accusa Conte, senza nominarlo. “C’è chi preferisce rinunciare a un’opportunità di confronto in prima serata pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia”, afferma la segretaria del Pd. Facendo poi sapere di “essere disponibile a un confronto con la premier dovunque e in qualunque momento”. Con Conte che, da parte sua, gongola sapendo che lo stop è anche frutto della lettera inviata all’Authority dalla presidente della Vigilanza, Barbara Floridia: “Il duello a due è stato giudicato lesivo della parità di trattamento nei confronti delle altre forze politiche. Si è provato a ingannare gli elettori, un po’ come le finte candidature dei leader”. L’ex premier si rivolge poi a Meloni: “Cara Giorgia, che farai adesso? Ti tirerai indietro rispetto a un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai, vieni da Mentana…”. Il colpo di grazia per Vespa.
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per ingraziarselo e farsi invitare, alcuni politici paraquli hanno definito il suo Por(caio)ta a Por(caio)ta la Terza Camera della Rep. italiana,
lo sventurato rispose e ci ha creduto, per cui pensa di comportarsi come tale.
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ma le peggiore in assoluto è stata la Elena detta Elly, che invece di riflettere sulla mal parata sul tentativo della furbata, accusa Conte, colpevole di aver richiamato tutti alle REGOLE che il PARLAMENTO (non Pinco Pallo) si è dato.
Al solito, con loro (PD) bisogna sempre indossare le mutande di ghisa.
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L’Italia è l’unico paese del mondo dove esiste una autority che decide quali ospiti si possono o non possono invitare in una trasmissione televisiva. E niente, fa già ridere così.
La soluzione di questi geni è il confronto tra tutti, cioè un immenso pollaio, stile Floris, con venti ospiti dove ognuno parla sì e no tre minuti e non si capisce niente e dove tutti applaudono tutti e non si capisce come accidenti sia possibile che la stessa gente applauda due testi agli antipodi.
Ovviamente non ci sarà alcun dibattito su nessuna rete e chi ci perde è chi sta a casa che si dovrà accontentare della tribuna elettorale autogestita (altra barzelletta che esiste solo in Italia).
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se hai 80anni come dici ti ricorderai che
una volta c’era Tribuna Politica, e non doveva intervenire l’AGCOM (che non esisteva) per far rispettare le regole.
11 ottobre 1960 – la prima Tribuna politica della storia
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Forse non l’hai notato ma “Tribuna politica” non esiste più.
Queste manfrine accadono solo in Italia, all’estero (dove ho vissuto per diversi anni in diversi paesi) non è nemmeno concepibile che ci sia qualche autorità o organismo di controllo che si mette lì col cronometro a vedere quanto tempo spetta a chi. La par condicio la fa il giornalista o il conduttore del programma.
Se io sono Vespa, Floris, Mentrana o Pinco Pallo, invito chi mi pare e amen.
Questa roba ridicola della par condicio è figlia di quella legge ridicola del 2000 (mai cambiata) fatta in un momento storico particolare. Ma visto che Berlusconi se n’è andato, pace all’anima sua, si potrebbe anche abolire sta caxxata.
Un’altra roba ridicola è il divieto di divulgare i sondaggi… ma stiamo scherzando? All’estero si mettono a ridere se glielo dici.
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Difficoltà di comprensione? “una volta c’era Tribuna Politica”
par condicio obsoleta?
hahahah con la voglia di prepotenza che c’è in Italia, per fortuna che è ancora in vigore.
Anch’io vorrei ridere, ma non hai specificato in quale paese estero sei vissuto.
Perchè, prima a causa del fattore K, poi di una destra arrogante e di una ex-sinistra demente, di democrazia vera in Italia, l’abbiamo vista a spiragli.
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Certo che passare da vespa a mentana non è un salto di qualità. entrambi sono figli del servilismo. anzi mentana oltre che servile nei confronti dei potenti (è nato, assieme ad emilio fido, con fininvest/mediaset) è anche più spocchioso. si potrebbe organizzare un confronto vespa/mentana, per vedere chi ha la lingua più lunga.
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Mah, alla fine della fiera, già il solo sapere che per questa ca§§ata il Vespa ci soffra indicibilmente mi fa godere come un cammello del Turkmenistan. E vabbè, mi accontento di poco, ma SO accontentarmi… (cosa che, detto tra noi, è un po’ un’arte). 😉
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