(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Io non sono ricattabile”: cosa volesse dire Giorgia Meloni a Paolo Celata, inviato di La7 nelle ore più tese della formazione del nuovo governo fu chiaro a tutti. Che avrebbe respinto le pressioni di Silvio Berlusconi per ottenere ministri di sua stretta fiducia. Che le erano estranei certi comportamenti assai diffusi nel ventennio berlusconiano nel considerare come cosa nostra (loro) la cosa pubblica. E che non avendo mai partecipato a “cene eleganti”, o ad altre situazioni compromettenti sul piano del buon costume, nessuno poteva minacciarla imponendole di fare o non fare qualcosa.

È trascorso del tempo (era il 17 ottobre 2022) da quella dichiarazione d’indipendenza, diciamo così, etica che ci ritorna in mente ogni qualvolta la cronaca giudiziaria presenta il conto a personaggi del suo governo, oppure intrinsechi alla maggioranza di destra. Ci domandiamo allora cosa avrà realmente pensato Giorgia Meloni del ministro Daniela Santanchè, a leggere di quelle gestioni societarie fortemente incasinate e dei gravi reati ipotizzati dalla magistratura. Per non parlare della lucrosa (per Danielona e principe consorte) compravendita di un villone in Versilia, stipulata nel tempo record mondiale di un’oretta. E che idea si sarà fatta la premier dell’attività mercantile di Vittorio Sgarbi, al centro di un vorticoso (e anche qui piuttosto vantaggioso) giro di dipinti veri e falsi, in una trama costellata da furti e ricettazioni degna di Arsenio Lupin? Mentre Io sono Giorgia non avrà sgranato gli occhi, incredula, davanti al cinepanettone ligure, fuori stagione, a base di champagne, aragoste, casinò, hotel superstellati bagasce&troione, dal titolo provvisorio Fronte del Porco? E la tragicomica vicenda del deputato Pozzolo, pistolero nonché Fratello d’Italia, Giorgia come l’avrà presa?

E la rivelazione di segreti d’ufficio spifferata dal sottosegretario alla Giustizia Delmastro al coinquilino Donzelli mentre scolavano la pasta? Forse ci sbagliamo, ma siamo convinti che se fosse stato per Meloni la Santanchè sarebbe stata dimessa su due piedi. Soluzione applicata a Sgarbi ma, tuttavia, subito dopo candidato alle Europee con FdI, come per un risarcimento concordato. Quanto a Giovanni Toti, che senso ha questo strano traccheggiare sulle dimissioni, questo dico e non dico che filtra da Palazzo Chigi? Ma soprattutto per quale motivo lei, Giorgia, che si dichiara a fronte alta non ricattabile, abbassa gli occhi davanti ai ricatti e ricattini politici di certi individui?