(DI DANIELA RANIERI – ilfattoquotidiano.it) – A girare per Roma in questi giorni ci si imbatte in cartelloni elettorali che possono causare un frontale, se li si prende sul serio e ci si mette a ragionarci su.

Un furgone elettorale parcheggiato in piazza Guglielmo Marconi, all’Eur, colpisce per dimensioni e semantica: accanto alla foto di Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire che si candida alle Europee col Pd, una scritta dice: “La pace è meglio”. Pensiero automatico e sottinteso: ma anche continuare a votare invii di armi dall’Italia a Kiev per una vittoria che esiste solo nelle teste dei matti o di chi ha interessi nel traffico di armamenti, come fa il Pd da due anni e mezzo, non è male. Quindi ok la guerra, però la pace è meglio: “Se la guerra continua le risorse andranno sulle armi e saranno tolte alla salute, alla scuola”, ha detto saggiamente Tarquinio, suscitando nei logici-aristotelici l’obiezione: “Ma dillo al tuo partito!”. “Come può l’Europa essere ancora attrattiva se dà le armi a chi fa la guerra?”, ah boh. Aporia, questa, che si incista su quella principale, ossia perché la Schlein, a parole contraria all’invio di armi, sia segretaria di un partito pieno di gente che è a favore e che sotto l’insegna del “riformismo” ha spinto forsennatamente per la risibile guerra a Putin a “difesa dei nostri valori” (come no, da parte di un comico populista diventato presidente che ha eliminato i partiti di opposizione) stando più vicina alla Meloni e ai neocon statunitensi che ai pacifisti, in teoria la maggioranza dei suoi elettori. Quindi, se sei contro il Pd, devi votare uno del Pd. D’altronde la Schlein si candida pure lei alle Europee, ma per evitare di cozzare contro detta aporia, nel caso eletta, in Europa non ci andrà.

Sotto la circonvallazione gianicolense c’è Salvini, che con un’espressione del viso particolarmente stolida assicura di candidarsi “A difesa della casa e delle auto degli italiani”. Delle case, si può capire: metti che il Parlamento europeo vota che gli zingari ti possono entrare in casa e occuparla o prenderne la nuda proprietà, Salvini sarà lì a dire “No!”. Delle auto, è un po’ più oscuro: antifurti gratis? O si batterà contro le auto elettriche a favore di quelle tradizionali, più inquinanti? E gli italiani che hanno l’auto elettrica? Boh.

Tajani ai Parioli appare accanto a Berlusconi, riesumato per l’occasione: “Una forza rassicurante”, non si capisce se riferito a Berlusconi (che guida Tajani da lassù, circondato da 72 vergini) o a Tajani stesso, che comunque tra i due è quello che appare meno in forma.

Susanna Ceccardi (Lega) al Pigneto dice che in Europa saremo “padroni a casa nostra”, che palle; mentre sul web si fa photoshoppare per apparire più bella di come è e chiede di scegliere tra lei e Ilaria Salis, imbruttita (“Me o lei?”). Un chiaro messaggio all’elettore medio della Lega: “Non sei stupido, puoi avere tutto nella vita: guarda io dove sono arrivata”.

Renzi, poveretto (si fa per dire: prendendo soldi dal principe segaossa è diventato ricchissimo) toponomasticamente non lo abbiamo ancora visto a Roma; ma pare che abbia scelto sempre la solita insensata contrapposizione che lo ossessiona: “Chi sa dare solo sussidi”, cioè il M5S, vs “chi crea lavoro”, cioè lui, che quindi in teoria dovrebbe candidarsi con FdI, che ha tolto il Reddito di cittadinanza ai poveri come lui desiderava. Siccome è un uomo saggio e maturo, anche lui come Ceccardi ha fatto mettere le foto di Schlein e Conte in bianco e nero a significare sciagura: “Chi vota Pd vota la Cgil”. Chi vota Renzi, invece, vota uno che andrà in Europa a magnificare il Jobs Act, quel ferrovecchio che ha creato povertà, miseria e precarietà, ma soprattutto uno che, se sarà eletto, per le regole del Parlamento europeo dovrà rinunciare alle sue mega-entrate extra-politiche, comprese le mance dei dittatori sauditi (proposta: votiamolo in massa ed eleggiamolo. Siamo o non siamo marxisti dialettici?).