VIGILANZA – Floridia, presidente, scrive all’Agcom

(DI GIANLUCA ROSELLI – ilfattoquotidiano.it) – Potrebbe essere a rischio il duello tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, annunciato da Bruno Vespa per il 23 maggio, in un’edizione speciale di Porta a porta di un’ora in prima serata. Il problema è il rispetto della par condicio, su cui domani si esprimerà l’Agcom con una riunione apposita. Ma pure la sollevazione delle altre forze politiche che si sentono danneggiate e dicono no: quel duello non s’ha da fare. Anche se Bruno Vespa potrebbe contare su un escamotage, facendo passare il confronto come un “approfondimento”.

Oggi, per cominciare, è attesa una lettera della presidente della Vigilanza Rai, Barbara Floridia (M5S), in cui si chiede all’autorità “particolari garanzie” affinché il confronto “avvenga nel pieno rispetto della par condicio” e della “delibera approvata dalla Vigilanza”. Insomma, un “warning” da parte di Floridia ad Agcom e Rai, alla vigilia di una riunione dell’autorità sulla questione. E, a quanto si apprende, il presidente Giacomo Lasorella aspetta da Viale Mazzini un programma completo sugli altri confronti televisivi. In teoria, dunque, l’autorità potrebbe dare il via libera al duello Meloni-Schlein solo a fronte di un piano preciso sugli altri, che dovranno essere ospitati nello stesso programma (Porta a porta), sulla stessa rete (Raiuno) e uguale fascia oraria (prime time). Se il piano non arriverà, l’Agcom potrebbe dire no al confronto a due. Come già fece alla vigilia delle Politiche 2022, quando negò il duello tra Meloni ed Enrico Letta. Lì le motivazioni erano diverse: con un sistema misto tra proporzionale e maggioritario, i due esponenti non potevano essere indicati come candidati premier, quindi non si poteva fare un confronto a due.

Ora, invece, la delibera consentirebbe il faccia a faccia perché, col proporzionale puro, “si tratterebbe di un normale dibattito tra due forze in campo, a patto di dare stesso tempo e spazio agli altri partiti”, spiega un commissario Agcom sotto anonimato. Ma che succede se qualcuno si rifiuta di partecipare? “Quello non è più un problema nostro e nemmeno della Rai, l’importante è che la tv pubblica conceda a tutti le stesse condizioni. Se poi qualcuno decide di astenersi, questo non esclude che gli altri confronti si facciano…”, fa sapere lo stesso commissario Agcom. Chi è favorevole al duello porta ad esempio l’articolo 4, secondo cui “il principio delle pari opportunità tra i partiti può essere realizzato anche nell’ambito di un ciclo di più trasmissioni dello stesso programma, organizzate secondo le stesse modalità e con le stesse opportunità di ascolto”. Mentre chi è contrario cita l’art. 6 che parla di “tribune politico-elettorali con un numero di partecipanti compreso tra 3 e 6, e di norma, se possibile, di 4 partecipanti…”.

La fattispecie del duello da Vespa andrebbe però sotto la casistica dell’approfondimento, che lascia più libertà al conduttore pur essendo comunque nella cornice della par condicio. Insomma, la delibera lascia maglie larghe in cui infilarsi. Così ha fatto Vespa, abituato a una certa libertà: basti ricordare la firma del famoso “contratto con gli italiani” di Silvio Berlusconi nel 2001, con tanto di scrivania in mogano e stilografica, che contribuì non poco alla vittoria del centrodestra.

Nel frattempo dai partiti esclusi potrebbero piovere ricorsi. Il primo è in arrivo da Angelo Bonelli. “Il duello va cancellato perché altera la campagna elettorale e danneggia tutti gli altri”, afferma il deputato Avs. Contrari anche i 5 Stelle. “Proprio perché si vota col proporzionale, questa impostazione è profondamente sbagliata”, afferma l’ex premier Giuseppe Conte. Per Antonio Tajani (FI), invece, il confronto tv “deve essere fatto con tutti i leader” in un’unica tranche.