L’attore del trio Aldo, Giovanni e Giacomo: «Stanno scomparendo, servono duemila anfore in mare per proteggerli»

La passione di Giovanni per i polpi. «Non vanno mangiati ma adottati»

(di Agostino Gramigna – corriere.it) – «Ogni volta che faccio un’azione mi chiedo: dove va a finire? Oppure: da dove viene quella cosa?». Giovanni Storti, noto comico e attore del trio Aldo Giovanni e Giacomo, è molto serio. Non scherza. Anzi. 

Il comico invita a raggiungere individualmente la consapevolezza di sé. Che nel suo ragionare filosofico ha un fine collettivo e politico: salvare il mondo dalla catastrofe naturale. Magari partendo anche dai polpi (spiegheremo tra poco cosa c’entrano).

Giovanni Storti ha appena finito di mangiare. Simpatia e spontaneità sono il suo marchio. Però, a tratti, si esprime come un santone. «Non sono diventato un profeta. Ma vedo indifferenza verso la natura. Sia nei più anziani sia nei giovani». L’attore è testimonial di un progetto, «La casa dei polpi», lanciato a Talamone (Grosseto) dall’associazione «La casa dei pesci». L’obiettivo è favorire il ripopolamento dei mari. Ecco l’entrata in scena del polpo. «Sta scomparendo, colpa dei moderni modi di pesca e dell’ingordigia umana». 

Lui, sempre più impegnato in campagne a favore dell’ambiente, ai polpi s’è appassionato dopo aver conosciuto un pescatore ambientalista. «Si chiama Paolo. Lotta contro un tipo di pesca che li sta facendo sparire. I polpi vengono intrappolati in migliaia di contenitori di plastica». L’obiettivo dell’associazione è far adottare un polpo buttando in mare 2.000 anfore». Il polpo è un animale che cerca le tane e ci si s’infila.

Il comico non mangia più polpi. Neanche pesci spada e tonni. «Sapendo come vengono catturati». Vegetariano? «Mangio carne, ma solo quella di allevamenti sani». È diventato «attivista» durante il lockdown. 

«Ho una casa in Monferrato. Io e mia moglie ci abbiamo passato la primavera. Mi son detto: perché non comunicare questa bellezza? Ho iniziato a fare dei video che andavano sul canale Aldo Giovanni e Giacomo. Poi ho continuato su uno tutto mio, Immedia. Bisogna comunicare, spiegare». 

Per la consapevolezza di sé? 
«Se sai che ogni tua azione ha un effetto ci fai più attenzione».

Soddisfatto? «Mica tanto. Solo un disastro ci può spingere a riconsiderare la natura. Per molti il verde è solo uno sfondo cromatico».

Pessimista. Di chi è la colpa? 
«La comodità». 

I giovani da salotto di papa Francesco? 
«Non sono credente ma il Papa ha raccontato perfettamente quello che sta succedendo. I ragazzi devono svegliarsi. Il problema è che anche quando lo fanno il sistema li mette a posto». 

Si riferisce agli attivisti che imbrattano o bloccano il traffico per attirare le attenzioni sul clima? 
«Si può discutere sulle forme ma il dissenso deve essere ascoltato. Senza dissenso non c’è cambiamento. Il consumismo e il capitalismo hanno fatto saltare questo mondo».

Giovanni fa degli esempi. 
«L’auto in città va limitata, la doccia tutti i giorni è un vizio, come mangiare alimenti fuori stagione o avere 100 magliette e cambiarle di continuo. Le vendite online sono un disastro». 

Lei è famoso e ricco. Qualcuno potrebbe obiettare che sono posizioni da comunista chic. 
«Non c’è bisogno di rinunciare al benessere, solo contenerlo». 

Ricapitolando: lei non si fa la doccia tutti i giorni e si contiene con vestiti e scarpe. 
«Sì, però non sono un santo. In Monferrato ci vado in auto pure io perché a Vignale non c’è la ferrovia. E a casa accendo i riscaldamenti».

Aldo e Giacomo sono sulla sua stessa linea? 
«Aldo vive principalmente in Sicilia e ha una campagna. Marcia bene». 

Giacomo? 
«Diciamo che è un po’ più difficile da convincere». 

E lei, come se lo immagina il suo futuro? Immerso nella natura lontano da Milano? 
«Sì, così. Milano sta diventando troppo…». Troppo cosa? «Troppo».