(di Nanni Delbecchi – ilfattoquotidiano.it) – Il talk show cerca nuove frontiere, gli autori studiano nuove forme di salotto ibrido, elettrico e termico, con qualche piazza in collegamento e qualche servizio pepato per farcire gli scazzi in studio, ma le sperimentazioni tendono a fallire perché tutti i salotti hanno gli stessi ospiti: poltrone e sofà, solo opinionisti di qualità. Ora però è stato lanciato sul mercato un prototipo rivoluzionario: l’ospite autoreggente, che come le famose calze femminili si regge da solo. Non c’è alcun bisogno non dico di fatti, ma nemmeno di temi, filmati, sondaggi. L’ospite autoreggente pensa a tutto lui: basta averlo in studio, come sta accadendo con Roberto Vannacci.

Il generale Vannacci, che in altri tempi avrebbe al massimo espugnato Alto gradimento, passerà alla storia come il primo ospite autoreggente: nel talk show al contrario non si fa nemmeno più finta di discutere di scuola, sanità, salario. Si discute invece di Vannacci. Negli anni 70 il filosofo Armando Plebe ebbe successo pubblicando bigini evoluti come Che cosa ha veramente detto Carlo MarxChe cosa ha veramente detto Hegel eccetera; invece l’Italia del 2024 si confronta su Che cosa ha veramente detto Vannacci. Ma mentre avere Marx e Hegel in studio era complicato, qui c’è il grosso vantaggio di avere in studio lo stesso Vannacci. Classi differenziali, Mussolini era uno statista, i gay non sono normali… per ognuno di questi profondi pensieri ci va un intero blocco. Vannacci è lì presente, autoreggente, pronto anche lui a fornire opinioni sulle sue opinioni, contento come una Pasqua, con la geniale maglietta che invita a ignorarlo confezionatagli dal Pd, così Salvini non deve nemmeno fargli la felpa. Ignorarlo? Ma se Vannacci è l’ennesimo effetto di una politica terminale, ridotta a bar sport televisivo, il modo più certo per fare pubblicità a qualcuno è invocarne l’oscuramento, come ha appena dimostrato il caso Scurati. E qui bisogna mettersi sull’attenti: sopra il generale Vannacci c’è sempre il Capo di stato maggiore del Pd, sua eccellenza Tafazzi.