
(corriere.it) – La speranza di vita? Dipende in buona misura da dove si nasce e ci si cura. Stando a quanto rileva l’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) di Istat, dopo l’esperienza della pandemia, il Sistema sanitario nazionale vive una crisi importante legata alla carenza di personale (con molti medici di medicina generale sono prossimi a lasciare il mercato del lavoro: il 77% è over 54) che impatta sulla qualità delle cure cpn dati diversi da regione a regione.
La crisi è evidente se si guarda all’indicatore della speranza di vita in buona salute alla nascita. L’Indicatore aveva raggiunto il picco massimo di 61,0 anni nel primo anno della pandemia, riducendosi a 60,5 anni nel 2021 e poi a 60,1 anni nel 2022. Nel 2023 la quota di popolazione che si dichiara in buona salute è stimata pari al 68,7%, assestandosi al livello del 2019 ( al 68,8), ma oltre 3 punti inferiore al valore del 2020 (72,0%).
Speranza di vita in buona salute
Si amplia però il divario territoriale Nord-Sud rispetto al 2022. Tra coloro che possono aspettarsi di vivere il maggior numero di anni in buona salute troviamo gli abitanti di Bolzano: 66,5 anni degli 84,1 anni di vita attesa alla nascita, pari a circa l’80% degli anni da vivere, a fronte dei 64,2 anni di Trento (pari al 76% della vita attesa). Bene anche regioni come Toscana e Veneto rispettivamente 62,5 e 62,3 anni in buona salute con 83,8 di vita attesa per entrambe mentre La Valle d’Aosta, pur presentando livelli di speranza di vita in buona salute tra i più elevati (64,0) risulta allineata alla media Italia per vita attesa (83,1 anni). Si legge: «Nel quadrante opposto si collocano quasi tutte le regioni del Mezzogiorno: la Basilicata è la regione con il più basso numero di anni di speranza di vita in buona salute (52,8 anni degli 82,5 da vivere) nel 2023, seguita da Molise (54,9) e Calabria (55,4) rispettivamente con 82,4 e 82,0 anni di speranza di vita. La Campania pur collocandosi ai più bassi livelli di vita media attesa in Italia, presenta un valore pari a 57,1 come anni di vita in buona salute, superata solo dall’Abruzzo (60,6 anni) considerando le regioni del Mezzogiorno».
Nel 2023 inoltre si registra un peggioramento dell’indicatore sulla fiducia nel personale sanitario negli ultimi 3 anni: il 20,1% dei cittadini ha assegnato un voto da 0 a 5 ai medici e il 21,3% all’altro personale sanitario; le percentuali sono massime nel Mezzogiorno (rispettivamente 24,2% 26,6%).
Torna ai livelli pre-Covid l’emigrazione ospedaliera extra-regione: nel 2022 l’8,3% dei ricoveri in regime ordinario per acuti. Basilicata, Calabria, Campania e Puglia sono le regioni con maggiori flussi in uscita non compensati da flussi in entrata. In Sicilia e Sardegna, sebbene l’indice di emigrazione ospedaliera sia contenuto, è molto superiore all’indice di immigrazione ospedaliera.
forse perché è una regione molto più ricca delle altre e con migliori servizi ?
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allora dovrebbero andare in pensione più tardi degli altri.
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quindi al sud si dovrebbe andare in pensione 14 anni prima dei polentoni del nord🤔 jamm jà facciamola questa legge cara George 👍
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