MINUTO PER MINUTO – Sì e poi no al contratto. E i pasticci di “Chesarà”. Le email prima dello stop: due settimane di accordi, fino alla nota improvvisa

(DI LORENZO GIARELLI E GIANLUCA ROSELLI – ilfattoquotidiano.it) – Mettere in fila i fatti del caso Scurati – la cui partecipazione al programma Chesarà… di sabato è saltata all’ultimo minuto – è l’unico modo per fare ordine tra le diverse versioni. La conduttrice Rai Serena Bortone parla di censura politica, Viale Mazzini si difende sostenendo di aver ricevuto l’ok alla partecipazione gratuita dello scrittore e di non aver mai sollevato obiezioni sul monologo. Che cosa è andato storto e come si è arrivati allo stop?
4-15 aprile
La trattativa. L’agenzia che segue Antonio Scurati e la produzione di Chesarà… iniziano le interlocuzioni il 4 aprile: l’obiettivo del programma è averlo in trasmissione ma c’è il problema del cachet. L’offerta parte da 1.000 euro, la richiesta è di 1.800. Il dialogo prosegue fino al 15 aprile, quando l’accordo viene chiuso su 1.500 euro di compenso per un monologo sul 25 aprile. Un accordo siglato dall’ufficio contratti di Viale Mazzini per “prestazione autoriale”.
Venerdì 19, mattina.
È il giorno prima della prevista messa in onda della puntata con ospite Scurati (sabato alle 20.15). Verso l’ora di pranzo, la redazione di Chesarà… riceve il monologo che lo scrittore leggerà in studio. A quel punto, Bortone e il suo staff lo inoltrano alla Direzione Approfondimento guidata da Paolo Corsini, come da prassi del programma. Passa qualche ora e gli uffici di Viale Mazzini bloccano il contratto. A quanto risulta al Fatto, in Rai giustificano lo stop con il motivo che il compenso è troppo oneroso e con l’ipotesi che lo stesso Scurati possa essere in promozione di una serie tv. Quando un artista partecipa a programmi presentando propri prodotti in uscita, di solito lo fa gratuitamente. Scurati sarà in effetti in promozione tra qualche giorno, visto che il 7 maggio arriverà in libreria la trasposizione in graphic novel di un suo romanzo (La seconda mezzanotte), che poi diventerà anche una serie tv. In quel momento, però, la promozione è ancora solo un’ipotesi a cui accenna la Rai. Dal programma si fa sapere che mai con Scurati si era parlato di promozione: lo scrittore era stato ingaggiato per scrivere e leggere il monologo.
Venerdì 19, pomeriggio.
Letto il monologo, fortemente critico con la premier Giorgia Meloni, la posizione della Rai quindi è: il compenso è alto, Scurati se vuole può partecipare, purché gratuitamente. Viene meno l’accordo da 1.500 euro. A metà pomeriggio, sono le 16:35, i collaboratori di Bortone rivedono la scaletta del programma e si accorgono che il contratto di Scurati è stato bloccato, senza che nessuno abbia comunicato nulla. Si mettono in contatto con la Direzione Approfondimenti, da dove rispondono che il costo è troppo alto e che lo scrittore, se vuole, può fare il suo monologo ma senza percepire denaro. Sono le 17:41 quando lo staff del programma invia a Giovanni Alibrandi (vice di Corsini all’Approfondimento) la bozza del comunicato stampa che di lì a breve sarà inviato alle redazioni: qui si annuncia la partecipazione di Scurati al programma del giorno dopo.
Un minuto più tardi, alle 17:42, dalla redazione parte un’altra email ad Alibrandi in cui vengono elencati gli ospiti del programma. Scurati è presente e, accanto al suo nome, c’è scritto “tg”. Nel gergo televisivo, significa “a titolo gratuito” e serve a distinguerlo da chi invece viene a “to”, a “titolo oneroso”. I dirigenti sono quindi portati a pensare che la produzione abbia trovato un accordo con lo scrittore, che abbia acconsentito alla partecipazione a titolo gratuito. Dalla Direzione Approfondimenti parte l’ok che dà il via libera al comunicato stampa che di lì a poco (alle 19:09) sarà inoltrato ai giornalisti.
Venerdì 19, sera.
In realtà Chesarà… non ha ancora avuto la conferma di Scurati. Quel “tg” inviato alla Direzione Approfondimenti è stato scritto in attesa di tenere aperta la trattativa. Bortone scrive ad Alibrandi, riferendo che ci sono problemi sul contratto di Scurati. Il dirigente non risponde: forse ritiene che si possa trovare una soluzione la mattina seguente oppure per lui continua a far fede il comunicato inviato nel pomeriggio per la sua approvazione. Fatto sta che qui si interrompe il dialogo tra Bortone (o i suoi collaboratori) e l’Approfondimento. Lei chiede spiegazioni, nessuno risponde più.
Sabato 20, mattina.
Bortone e i suoi parlano con Scurati, riferendo che per l’azienda gli accordi sono cambiati e l’intesa chiusa cinque giorni prima non è più valida. Lo scrittore rifiuta di partecipare gratuitamente, anche perché il pensiero di Bortone è chiaro: c’è un’anomalia, è avvenuta una censura. Scurati decide di non andare ospite, convinto che la Rai abbia cambiato atteggiamento per ragioni politiche. Bortone, che non parla con l’azienda dalla sera prima, pubblica un post su Instagram: “Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita a ottenere spiegazioni plausibili”.
"Mi piace""Mi piace"
Se 1500 sembrano tanti, milioni di euro gettati in programmi spazzatura sono pochini, vero? Perché gli intellettuali, se antifascisti, è noto che vivano d’aria.
"Mi piace""Mi piace"
Gli antifascisti “a titolo oneroso” sono una categoria della quale, francamente, non si avvertiva alcun bisogno.
A pensarci bene, tuttavia, anche Antonio Gramsci, in carcere, riceveva ogni giorno un gettone di presenza.
Gli veniva consegnato regolarmente il rancio che, elegantemente, chiamava “vitto”.
Scriveva alla carissima Tatiana “Il vitto consiste in ciò: 300 grammi di pane, 700 grammi di latte, circa 200 grammi di pasta al burro e 2 uova crude”.
Poiché non scriveva monologhi, ma soltanto quella monumentale opera che sono i “Quaderni dal carcere”, non si lamentava e si accontentava.
Spero che nessuno pensi che io stia criticando qualcuno…
Evviva il 25 Aprile!
Evviva gli antifascisti a titolo assolutamente gratuito!
"Mi piace""Mi piace"
Invece dei fascisti a titolo oneroso se ne ha un’esigenza spasmodica.
"Mi piace""Mi piace"
Se fosse andato a fare il ballo del quaqua lo avrebbero pagato di più, molto di più! Questo è il paese dei quacquaraqua: a titolo oneroso ci vai solo se balli il quaqua.
"Mi piace"Piace a 2 people
…..e siamo al secondo intellettuale che dovrebbe andare in onda a titolo gratuito. A prescindere dalle idee professate, l’unica costante alla quale stiamo arrivando è che il lavoro degli intellettuali “contro”, a seconda del potere vigente, deve, secondo divenire e professarsi come volontariato, ma le conseguenze di denunce e processi bisogna pagarli con le proprie tasche.
"Mi piace"Piace a 2 people