IL CANDIDATO 5S – “Questa tornata si gioca su due fronti: la politica fiscale e industriale e lo stop alle spese militari”

(DI SALVATORE CANNAVÒ – ilfattoquotidiano.it) – L’appartenenza a sinistra, la volontà di rinverdire i simboli della Resistenza e dell’antifascismo e la chiara rivendicazione della pace. Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps, candidato alle Europee per i 5S nella circoscrizione Sud, inizia la campagna elettorale.

Su cosa si giocano queste elezioni europee?

Su due partite: una è il rilancio della politica fiscale europea per rivedere il Patto di stabilità, promuovendo la transizione ecologica e digitale a partire dal lavoro, e con un piano industriale europeo. Va fatto a livello europeo perché Paesi come Cina e gli stessi Usa si stanno mobilitando. La seconda partita, non per ordine di importanza ma anzi prioritaria, è la pace, che dobbiamo coltivare, mentre stiamo vivendo una folle rincorsa alle spese e agli investimenti in armi. La pace non sembra essere una priorità nella politica europea e in quella nazionale, mentre sappiamo che è precondizione per il progresso e per la libertà.

La decisione del M5S di mettere la parola “Pace” nel simbolo viene derisa e Carlo Calenda si è detto “disgustato” da questa scelta.

Dire che chi professa la pace è naïf o strumentalizza dimostra che non si riesce a immaginare un orizzonte alternativo alla guerra. Ma se la politica non si ispira alla diplomazia che ci sta a fare? Che politica dovrebbe portare avanti la Ue se non la diplomazia? È disgustoso deridere chi porta avanti questa battaglia, non chi mette la pace nel simbolo.

Come giudica la scelta di vari leader di candidarsi pur sapendo che non saranno eletti? Elly Schlein ha nel frattempo rinunciato al proprio nome nel simbolo.

È irrispettoso nei confronti degli elettori candidarsi sapendo di non andare in Europa. E mi sembrava poco serio mettere il nome nel logo, soprattutto a sinistra, dove non eravamo abituati. Noi abbiamo messo la pace.

Si considera quindi nel campo della sinistra?

Certo, ma nel campo di una sinistra progressista, keynesiana, ispirata alla questione morale di Berlinguer, che oggi declina anche valori che la sinistra tradizionale aveva abbandonato come la giustizia ambientale, la lotta alla povertà e al precariato, il salario minimo e il reddito minimo, che il M5S ha rinvigorito con la sua agenda politica.

E che pensa allora delle polemiche sulla nostalgia del fascismo?

Che siamo in una situazione allarmante, da non sottovalutare. E alla luce di quel che sta succedendo, pensando al 25 Aprile che sta per arrivare, data in cui festeggiamo la Repubblica nata proprio dalla lotta al fascismo, un valore centrale resta quello di una Costituzione che si nutre dell’antifascismo.

Tornando ai temi europei, il governo propone una narrazione entusiasta sui temi del lavoro. Le torna?

No, perché i dati più recenti confermano la scarsa crescita che è quindi conseguenza o di un lavoro improduttivo o di un minor numero di ore lavorate. E questo accade perché il lavoro è scarsamente remunerato, è flessibilizzato e quindi ha un’efficienza minore. Aver indebolito il lavoro indebolisce la produttività e quindi la crescita.

Il governo si vanta di aver abolito il reddito di cittadinanza escludendo ripercussioni sulle fasce più deboli.

E invece la platea dell’Assegno di inclusione è il 40% di quella del Reddito di cittadinanza. Questo a causa dei criteri più restrittivi sia per gli anziani che per i minori.

In che senso?

Siccome le pensioni più basse sono cresciute per via dell’inflazione, si è avuto un aumento nominale della soglia della pensione, ma la soglia dell’Adi è rimasta la stessa. E così per i minori dove è stata ridotta la scala di equivalenza sfavorendo le famiglie più numerose.

L’Europa sembra essere a un punto morto. Francesco Giavazzi, qualche giorno fa, ha invece proposto un debito comune per darle una svolta. Che ne pensa e quali sono le vostre idee sul futuro dell’Europa?

Molti economisti arrivano con anni di ritardo a idee proposte da tempo. Noi pensiamo che servirebbe un Next generation permanente che possa guidare la transizione ecologica e gli investimenti industriali. Per questo proponiamo la Best, la Banca europea per lo sviluppo della transizione. L’obiettivo è creare un meccanismo comune di investimenti pubblici europei per competere sulla frontiera tecnologica con Usa e Cina. Rivedere il Patto di stabilità firmato da Meloni e Giorgetti che porta invece austerità, è necessario. E la seconda proposta è il Reddito di cittadinanza europeo. Un reddito minimo europeo, tarato sulla povertà relativa di ciascun paese, finanziato dal bilancio comune europeo.

Finanziato come e da chi?

Dalla revisione della tassazione dei capitali in Europa, dove c’è la rincorsa ad attrarre capitali mediante tassazioni più favorevoli: l’Olanda, l’Irlanda, la Slovacchia, il Lussemburgo sono in piena competizione. È invece ora di una tassa unica europea con una tassa comune analoga a quella italiana del 24%.