Oltre il 56% dei cittadini pensa che il degrado morale nei partiti non sia cambiato dal 1992. L’ex premier può cavalcare la vicenda Bari per richiamare nel Movimento il valore dell’onestà

Un Paese deluso da corruzione e politica. Per gli italiani Tangentopoli non è mai finita

(ALESSANDRA GHISLERI – lastampa.it) – Il 56,8% degli italiani è convinto che rispetto a 10 anni fa la corruzione in politica è rimasta invariata e sempre molto diffusa. Un cittadino su 3 (30,1%) è addirittura convinto che sia aumentata. La denuncia attraversa tutti i partiti politici sfiorando il 70,0% tra gli elettori del Partito Democratico (68,1%) e quelli di Fratelli d’Italia (67,1%). Sono passati 32 anni dallo scandalo di Tangentopoli, eppure sembra che il connubio affari e politica non si sia mai estinto, ma anzi nel tempo, si sia rinvigorito e affinato negli assetti. Dal 1992 abbiamo assistito ad una profonda trasformazione del panorama politico italiano, con il declino dei partiti coinvolti nello scandalo e l’emergere di nuove forze politiche.

Questo ha segnato l’inizio di un periodo di transizione che ha cambiato la società e il suo rapporto con le istituzioni influenzando il corso della politica italiana moderna. La vicenda di Bari sta sensibilizzando – ancora una volta – l’opinione pubblica sul difficile rapporto tra politica, affari e partecipazione civica. Il 72,2% dei cittadini intervistati in un sondaggio condotto da Euromedia Research per la trasmissione «Porta a Porta» afferma che la corruzione in politica attraversa tutto l’arco politico in maniera trasversale, mettendo in discussione la credibilità e l’integrità delle istituzioni politiche non solo locali. Il tono del racconto delle vicende porta con sé un carico importante che mette gli elettori di fronte ad una riflessione: l’incontro tra politica e malaffare è un atto di normale sopravvivenza e convivenza per entrambi?

È bene tenere presente che una volta che il presunto scandalo viene esposto dai media è facile registrare una reazione più o meno forte dell’opinione pubblica. Le vicende che coinvolgono la politica e il malaffare spesso generano facile indignazione tra la gente sollecitando la richiesta di azioni correttive da parte delle autorità e della stessa società civile, ma con la recondita e solida convinzione che nulla possa cambiare. Tutto questo avviene sullo sfondo delle elezioni europee e il rinnovo dell’amministrazione comunale di Bari. Un cittadino su 2 (50,4%) crede che le indagini e le audizioni annunciate dalla commissione Antimafia porteranno a trasformazioni nel rinnovo del parterre politico locale.

Tra questi il 18,5% crede che i cambiamenti potranno essere significativi con una polarizzazione tra gli elettori di Forza Italia (27,5%) e quelli della nuova formazione politica di Matteo Renzi ed Emma Bonino Stati Uniti d’Europa (29,5%), mentre il 31,8% afferma che le modifiche saranno minori. La vicenda di Bari ha già portato all’estremo il rapporto tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

In campagna elettorale molto è concesso, anche cogliere l’attimo per mettere delle limitazioni e regole nuove ad un rapporto già di difficile convivenza. Entrambe le formazioni gravitano nel medesimo bacino elettorale e nel fare opposizione al governo di Giorgia Meloni hanno mostrato delle evidenti difficoltà nel sapersi distinguere, proprio perché le piattaforme politiche per molti versi sono troppo simili e a tratti totalmente sovrapponibili.

Il caso di Bari ha offerto a Giuseppe Conte la ghiotta opportunità di richiamare il senso dell’identità del Movimento sul valore dell’onestà su cui è stato fondato e spingere sui quei valori portati a bandiera e sempre difesi. Si può dire che la tabella delle intenzioni di voto inizia a registrare i primi movimenti dell’elettorato e, pur restando sempre nel campo degli esercizi matematici perché le formazioni in campo non sono ancora definitive, si evidenzia un avvicinamento tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Il concetto di «superiorità morale» è un tema attuale e dibattuto in politica, specialmente in contesti in cui emergono conflitti ideologici, etici o valoriali; tuttavia oggi non è un argomento che “buca” tra la gente anche se la coinvolge e crea engagement, perché sembra aver perso ogni suo legame con la realtà.

In conclusione, mentre la «superiorità morale» può svolgere un ruolo nell’orientare le azioni e le convinzioni politiche, è importante essere consapevoli dei rischi associati a questa impostazione e cercare di promuovere un dialogo costruttivo e inclusivo basato sulla comprensione reciproca e il rispetto delle differenze, perché affrontare un tema di questo tipo può essere percepito come ipocrita… allontanando – ancora una volta – la gente dal voto.