Via la copertura dopo 31 anni: nel 1993 arrestò Totò Riina. Sarà nella lista di Cateno De Luca. Le critiche al Corpo dei carabinieri: «L’Arma mi ripugna»

(di Giusi Fasano – corriere.it) – Il Capitano Ultimo risponde con un filo di voce. «Sono stato operato alle corde vocali», dice. «Quindi deve accontentarsi di questo tono basso».
Va bene. Del resto non sono le parole a riportarla sulla scena pubblica ma quel gesto, togliere il passamontagna…
«Non era programmato. Mi è venuto spontaneo quando ho cominciato a parlare. Non è che la gente può votare una persona in maschera, hanno diritto di guardarmi in faccia. E come ho detto: è stato un gesto d’amore per il popolo, per continuare a servirlo con la stessa umiltà che ho avuto da carabiniere. Sono sempre stato e sempre sarò un carabiniere degli ultimi».
La mafia — e lei lo sa bene — non dimentica e non perdona. Non ha paura che i mafiosi vedano questo gesto, questa candidatura, come una sfida?
«Devo dire la verità, un po’ di preoccupazione ce l’ho. Per la mia famiglia soprattutto. A casa non mi dicono nulla ma so bene che sono preoccupati. Però sono anche certo che l’amore vince su tutto ed è questo che conta».
Lei oggi è un generale in congedo.
«Sì, ma sono rimasto Capitano. Sono quello della squadra Crimor che catturò Totò Riina, gli altri gradi sono ridicoli. E le dirò di più: l’Arma dei generali mi ripugna, non mi appartiene. Io sono dell’Arma della gente, delle piccole stazioni, dei figli del popolo che ho a cuore e che abbraccio».
Lei ha sempre la scorta, giusto?
«Sì. Come sa è un argomento complicato ormai da sette anni. A settembre il Consiglio di Stato deciderà definitivamente se Bagarella è ancora pericoloso per me oppure no. Nel frattempo è venuto fuori che nel carteggio per decidere questa storia della scorta non ci sono i verbali dei collaboratori che raccontano dei piani per uccidermi. E sa cosa fa l’avvocatura dello Stato?»
Cosa?
«Dice che siccome Riina è morto il pericolo non esiste più. E quel che disse di me Provenzano? E il progetto di Bagarella per farmi fuori? Niente. I verbali non ci sono quindi il pericolo non c’è. E in questi sette anni avessi ricevuto una telefonata da un ministro, un prefetto…»
Deluso da tutti quanti?
«Beh, uno Stato che tratta così la vita di una persona… Dispiace. Ora il Consiglio di Stato ci dirà se Bagarella non è più un pericolo, ma se non lo è allora non ha senso tenerlo al 41 bis. E comunque posso dire una cosa?»
Dica.
«Se mi tolgono la scorta combatterò da solo. Del resto mi chiedo: ha senso avere una scorta contro il parere dei ministri degli Interni che si sono susseguiti in questi anni e contro il parere del comandante dei carabinieri?»
Torniamo alla candidatura. Come ha conosciuto Cateno De Luca?
«Lo conosco da quand’ero in Calabria a fare l’assessore con Jole Santelli. Ho visto una persona umile e per me l’umiltà vince».
Ha provato a immaginarsi eletto?
«Sì. Mi vedo come una persona che si dona al popolo. Noi faremo una lotta e una politica diversa, non quella dei potentati e dei partitoni».
Ci faccia degli esempi.
«Per esempio: faremo una lotta alla mafia in cui verranno sciolte le cosche, non i Comuni per infiltrazione mafiosa. Non allontaneremo dalla Sicilia una ragazza violentata perché qualcuno l’ha minacciata ma manderemo via lui, quello che l’ha minacciata. Non daremo la scorta a un uomo o a una donna in una città e non in un’altra, sennò la sua protezione è una commedia. Saremo attenti ai diritti dei sindacati dei carabinieri, spesso bistrattati dai vertici. Chiederemo il parere degli studenti delle scuole superiori per gli interventi comunali di programmazione urbanistica: per capire che cosa pensano e che città vogliono i ragazzi…».
Ha ancora le sue aquile reali Wahir e Lacrima?
«Certo. Sono sempre con loro in memoria del genocidio dei nativi americani e gli Apache delle bianche montagne».
E adesso che ne farà del suo passamontagna?
«Lo terrò sempre in tasca per ricordarmi da dove vengo e per ricordare una lotta che sarà finita solo quando le mafie saranno annientate».
Che tipo, con la cresta da Moichano oltretutto…
L’amore vince sempre sembra più il partito di Berlusconi, ad ogni modo… bah.
Un generale qui, un generale là…
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magari questo capitano si sarà fatto un’ idea – e ce la dirà – su chi ha “ripulito” la casa di Riina dopo l’arresto…
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