La ministra del turismo ci ha fatto recapitare dai suoi avvocati una lettera con questa richiesta di risarcimento per l’inchiesta “Santacrac” in cui raccontiamo, con documenti e dati non smentiti, i suoi guai imprenditoriali

(lespresso.it) – La ministra del Turismo Daniela Santanché ha avuto un’idea geniale per risolvere i problemi delle sue società sull’orlo del tracollo: chiedere i soldi ai giornalisti. Per la precisione, ha avanzato un risarcimento danni da cinque milioni all’Espresso e altrettanti ne ha chiesti al Fatto Quotidiano, rei di aver raccontato la storia di profondo insuccesso delle sue due galassie societarie, la Visibilia e e il gruppo Bioera, a cui fa riferimento anche la società di prodotti biologici Ki Group.
Che colpa ha l’Espresso? Nel numero uscito in edicola il 22 marzo il nostro giornale, partendo da notizie certe, ha riavvolto il nastro della storia imprenditoriale della ministra, che ama definirsi una donna d’affari. Peccato che, come racconta la nostra inchiesta, ogni azienda che ha toccato è finita a ridosso del tracollo finanziario. O meglio, come raccontano i periti Nicola Pecchiari, docente della Bocconi e consulente tecnico della Procura, e Daniela Ortelli, commercialista, se le poste a bilancio fossero state riclassificate la galassia Visibilia sarebbe già fallita da parecchi anni.
Ora, alla ministra servono soldi, molti soldi per puntellare le società. E allora deve aver pensato di chiedere una mano ai giornali liberi, ai pochi rimasti in Italia. Nella lettera giunta in redazione il 26 marzo, gli avvocati Paolo Fabris de Fabris e Barbara Berruto dello studio torinese Faber Legal dicono che «il titolo, le fotografie e passaggi della narrativa portano ad ingenerare nel lettore medio che l’onorevole Santanché sia una bancarottiera», scrivono gli avvocati.
Nel frattempo, venerdì scorso, la Procura di Milano ha chiuso le indagini per truffa ai danni dello Stato e notificato l’avviso di conclusione dell’indagine sull’utilizzo della cassa integrazione Covid concessa a Visibilia, l’azienda della ministra. La Procura ha chiamato in causa proprio Santanché, insieme al compagno Dimitri Kunz d’Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile della tesoreria del gruppo Visibilia, per truffa ai danni dello Stato.
Quasi contemporaneamente, è giunta la notizia che la Guardia di Finanza di Milano sta indagando per riciclaggio sui flussi di denaro e la destinazione della plusvalenza di un milione ottenuta dalla compravendita della villa Alberoni in Versilia. Insomma, un’altra tegola per la ministra. La villa in questione è stata acquistata dal compagno di Santanché, Dimitri Kunz, e dalla moglie di Ignazio La Russa, Laura De Cicco, per 2,45 milioni di euro e rivenduta un’ora dopo per 3,45 milioni all’imprenditore Antonio Rapisarda. Ora la Gdf sta indagando per capire se parte della somma sia servita per coprire i debiti di Visibilia.
Nonostante negli anni di carriera politica Santanché abbia spesso gridato la necessità di “Dimissioni” a questo e quel politico in difficoltà, stavolta la Pitonessa non intendere mollare lo scranno ministeriale. Anzi. Daniela Santanché si arrocca al governo, spiegando che «nessuno ha chiesto le mie dimissioni» e che «in tribunale ho sempre vinto». Anche se nella conferenza dei capigruppo del Parlamento, ieri, su richiesta del Movimento Cinque Stelle, è stata messa in calendario la mozione di sfiducia della ministra del Turismo di FdI. Il voto potrebbe essere in 9 aprile. Si vedrà come decideranno il Parlamento e il governo, anche se la linea seguita finora da Giorgia Meloni è che, se Santanché dovesse essere rinviata a giudizio, dovrebbe dimettersi.
Santanchè, Meloni nell’angolo. Arriva la mozione di sfiducia
CAUSE CIVILI – E chiede 5 milioni al Fatto per danni

(DI NICOLA BORZI E GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – La ministra del Turismo Daniela Santanchè si arrocca al governo spiegando che “nessuno ha chiesto le dimissioni” evitando i “processi mediatici” perché “in tribunale ho sempre vinto”, ma la prossima spina arriva dal Parlamento: ieri, su richiesta del M5S, la conferenza dei capigruppo ha messo nel calendario la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo di FdI, indagata con l’accusa di truffa ai danni dell’Inps.
La discussione inizierà il 3 e il giorno dopo la Camera voterà la mozione di sfiducia delle opposizioni nei confronti di Matteo Salvini, che Giorgia Meloni avrebbe voluto rinviare e invece è stata richiesta dal centrosinistra. La mozione di Salvini sarà respinta senza drammi, mentre quella nei confronti di Santanchè sta imbarazzando la maggioranza: il voto potrebbe essere il 9. La linea della destra è sempre stata quella di difendere i propri ministri evitando di votare mozioni di sfiducia, ma in questo caso esprimersi in favore di una esponente del governo la rafforzerebbe e renderebbe più complicato farla dimettere dopo, in caso di rinvio a giudizio.
D’altronde è questa la linea che ha dato Meloni: se Santanchè dovesse essere rinviata a giudizio, lei dovrebbe lasciare. Posizione ribadita sabato dal ministro Francesco Lollobrigida. Ieri la Lega, dopo l’articolo del Fatto in cui alcuni dirigenti del partito chiedevano il passo indietro della ministra, ha confermato che esiste un “caso Santanchè” spiegando però che la questione “confermerà per l’ennesima volta la compattezza della maggioranza e la piena sintonia tra i leader”. Le parole di ieri di Santanchè, che ha pranzato al Senato con Ignazio La Russa, vengono lette così all’interno del governo: spiegando che nessuno le aveva chiesto le dimissioni voleva mandare un messaggio soprattutto interno, tra Lega e FdI. A Palazzo Chigi dunque si stanno ponendo il problema in vista della mozione di sfiducia: farla dimettere prima o difenderla e aspettare ancora? A peggiorare le cose c’è il fatto che dopo Pasqua potrebbe arrivare una nuova chiusura delle indagini con l’ipotesi di falso in bilancio. Alla Camera il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani è imbarazzato: “Se la mozione arriva subito dopo Pasqua non succede nulla, perché non ci sono fatti nuovi, se arriva dopo, vediamo…”.
Nel frattempo, attraverso uno studio legale di Torino, Santanchè ha preannunciato cause civili contro il Fatto e l’Espresso per gli articoli delle ultime settimane. Cause fotocopia, ciascuna con una richiesta di danni calcolata in “almeno” 5 milioni, nelle quali intere pagine dei documenti legali sono copiate e incollate parola per parola da un atto all’altro. Il primo agosto dell’anno scorso lo stesso studio legale, per conto di Canio Mazzaro, aveva annunciato causa civile contro Report per le puntate dedicate a Bioera e Ki Group, reclamando danni per 900 mila euro.
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A DANIE’ FACCE RIDE
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Non so cogliete il dramma interiore di questa tipa di plastica, ma questa chiede danni per le copertine altrui, eppure tutti i giorni si vede allo specchio e non può neanche dir nulla. Non pretende risarcimenti né nulla del genere, ovviamente da sé stessa, per colpe che però sono oggettivamente di nessun altro se non sue proprie. Quindi soffre per quel che vede (altrimenti non chiederebbe risarcimenti agli altri che pur usano la stessa immagine, suppergiù all’incirca), ma è costretta al silenzio: doppia sofferenza, in pratica. E dunque voi, non pensate, come me, che sia una roba grottesca? 😅
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e come si fa a non pensare cone te? Ma sai ha bisogno di soldi tanti soldi per i nuovi interventi gommosi!! 🤭🤭🤭
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Forse ci ha rimesso la faccia con il fatto….. rifatta!
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Diciamo degna dell’Impero delle Tenebre. Ti sei mai chiesto cosa facesse in gioventù?
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Quando la politica serve per far soldi ,,,non un servizio come hanno fatto altri già da qualche anno!
E questo sarebbe il “costo della politica” una parte…poi viene il resto che si chiama : mazzette(riduttivo), peculato, abuso d’ufficio, appropriazione indebita, furto, consulenze, corruzione ecc… operando però con disciplina ed onore!
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Vista la protervia, il profondo disprezzo per gli altri e la disonestà olimpica dimostrata della zoccoministra non mi basta che venga scaraventata fuori dal governo.
Voglio vederla soffrire abbandonata da tutti mentre percorre uno ad uno tutti gradini della scala della discesa negli inferi della povertà più nera.
La stessa povertà che senza pietà derideva in televisione
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Si potessero chiedere risarcimenti per i giramenti di …..
Ops! Chiedo venia,
per i voltastomaco che certe persone ti procurano!!!
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A quanto pare, con il clima imperante di politici e potenti vari che querelano a raffica chiunque dissente, la ministra ha deciso di superare tutti in zeri richiesti.
Del resto che diceva di lei Pomicino: NON CONOSCE VERGOGNA.
Ricordo la Idem, la Guidi, persino Sgarbi si è dimesso per meno o molto meno.
Che cosa la rende così importante per restare dove sta malgrado le evidenze di quel che ha fatto?
Che poi va bene che la miglior difesa è l’attacco, ma querelare in maniera milionaria dei giornali serve solo per provare ad intimidirli e fatto poi da lei, che con i soldi ha un rapporto un pò al limite (sigh) è una cosa che sarebbe degna di una commedia all’italiana, nemmeno Checco Zalone e Cettolalaqualunqe sono al suo pari.
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vuole 5 milioni e pure na’ fetta de ¢ulo🤔
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