LA PREMIER E LE OPPOSIZIONI – Timida: “C’è il nodo risorse sulla difesa comune ”

(DI WANDA MARRA – ilfattoquotidiano.it) – Rimandare la decisione sugli eurobond per la Difesa a dopo le Europee: se i 27 ieri di fatto non sono arrivati a una posizione comune sul tema, in Italia la questione è quantomeno altrettanto problematica. Perché la guerra è conclamata, il Consiglio europeo non si è praticamente occupato di altro, ma una posizione netta su come affrontarla da ora in poi, si scontra, da una parte con i calcoli elettorali, dall’altra con la volontà di rimanere sul carro dei più forti, a livello internazionale.
Nel nostro Paese non c’è alcun entusiasmo per la guerra, ed emettere titoli di debito comune per la Difesa significa anche dover spiegare che cosa si va a finanziare esattamente: la difesa europea o la difesa di Kiev? Un’ambiguità, prima di tutto politica, che è ben lontana dall’essere stata sciolta a Bruxelles. E dunque, la posizione più “istituzionale” è quella di Antonio Tajani, ministro degli Esteri: “Sono favorevole agli eurobond per finanziare la difesa europea, dobbiamo lavorare a livello industriale, alla compatibilità dei vari sistemi tecnologici”. Tra le righe, il fatto che l’Italia (come anche la Francia, da cui è arrivata la proposta) ha tutte le intenzioni di rafforzare l’industria della difesa. La premier Giorgia Meloni si tiene sul generico, parla della necessità di “rafforzare l’industria della difesa europea”, tenendo conto delle risorse. Poi, però, incontra Macron e ci tiene a presentarsi unita con il presidente francese nel sostegno a Kiev e nella riflessione sulle risorse da affiancare al miliardo e mezzo già assicurato nel contesto della revisione del Quadro finanziario pluriennale per il nuovo programma di difesa. Macron è quello che è arrivato a invocare l’invio delle truppe; e dunque, se anche Meloni modera i toni (e non arriva a parlare esplicitamente di eurobond), riconoscerlo come interlocutore privilegiato è già un’indicazione per capire come la vede.
E l’opposizione? Giuseppe Conte la mette così: “Noi siamo a favore di una difesa comune europea, ma bisogna vedere come la imposti e con quali finalità e obiettivi”. Poi, si rivolge al Pd: “Oggi c’è un grande tema su cui invito il Pd a battere un colpo con noi. Stiamo impostando un’economia europea di guerra. Ci stiamo preparando alla pace o alla guerra? Perché io di sforzi negoziali non ne vedo, ma noi diremo fermamente no e cercheremo di coagulare le forze progressiste attorno a questo secco no”.
In casa Pd, la riflessione è in corso da mesi. La segretaria Elly Schlein ieri sul tema non si è espressa. Anche lei, in passato, si è detta a favore di una Difesa comune. Ma sugli eurobond, i dem nicchiano, si riservano approfondimenti. D’altra parte anche nel Pse la discussione è aperta: in generale, sono una ipotesi sul tavolo, ma non solo per la Difesa, anche per altri settori, come la transizione ecologica e il digitale. Per ora, ci si limita a dire che non dovranno sottrarre risorse agli investimenti sociali. Il tema per il Pd è particolarmente delicato: perché cresce, anche dal basso, il pacifismo che vorrebbe mettere in discussione l’invio continuo di armi a Kiev, ma nei fatti il partito, sul punto, ha sempre detto sì in Parlamento,
Poi, c’è chi come Carlo Calenda non ha dubbi: “Una Ue che tentenna sull’emissione di eurobond per finanziare la difesa comune e il sostegno all’Ucraina è un’Europa morta nell’anima prima che politicamente. Contro questa assurda deriva ci batteremo alle elezioni europee”.
Insomma.., in Europa c’è qualcuno che tira le fila e l’Italia stà a guardare rimanendo nel vago ed eventualmente si adegua alla maggioranza.
L’opposizione italiana è combattuta sull’atteggiamento da tenere, non ha idee concrete riguardo al suo ruolo, non sa esattamente cosa fare nell’immediato per non danneggiare la sua campagna elettorale Europea.
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“Il tema per il Pd è particolarmente delicato: perché cresce, anche dal basso, il pacifismo che vorrebbe mettere in discussione l’invio continuo di armi a Kiev, ma nei fatti il partito, sul punto, ha sempre detto sì in Parlamento”
E ho detto tutto (De Filippo cit.).
Al sottoscritto non interessa, in modo particolare, attaccare il PD, si attaccano già da soli e sarebbe volgare scrivere dove gli consiglierei di farlo. Il problema grande – che il popolo non riesce, finge o non vuole vedere – è che il contorsionismo del PD su questo argomento è esattamente speculare a quello di TUTTI i partiti su altri. Ovvero dicono bianco e votano nero. Dicono popolo ma legiferano per i ricchi, dicono sanità, welfare poi inviano armi, dicono pace e mandano (noi) in guerra. Se ne SBATTONO i co..voni della Costituzione e ancor meno della “costituzione” nostra, perché loro sono l’oro (che difendono e accumulano) e noi non siamo un cactus.
Quando arriverà il giorno che noi italiani, come usano chiedere gli ultrà ai tifosi degli altri settori – “tutto lo stadio, tutto lo stadio” – ci uniremo per un coro univoco e rivolto a TUTTI quegli “imbecciabili” ipocriti e farisei, ovvero un bel “vaffa” gridato dall’Italia intera, sarà troppo tardi, perché un fungo, non l’amanitea falloide, potrebbe averci seppellito.
“La politica è l’arte di servirsi degli uomini facendo loro intendere di servirli.” (L. Dumur)
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Un bel vaffa era partito qualche anno fa ma purtroppo alla fine sono riusciti a rimandarlo al mittente.
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Hai ragione, ma da elettore che gli ha dato fiducia dall’inizio fino… al governo Draghi, cosa è servito? NULLA, perché i “controllori” non sono “controllati” da nessuno, quindi il sistema facilmente ingurgitò l’intruso. E non ci misero nemmeno tanto: dopo un anno li avevano già messi ai paletti (remember? Prima della caduta del 5s/Lega i sondaggi davano il partito di Salvini intorno al 35%!!), poi ancora una piccola fetta di torta (governo 5s/pd), per dargli il colpo definitivo grazie ad un partituccolo che valeva intorno il 5%. A quel punto “le jeux sont faits rien ne va plus”, 5s ormai disgregati (quanti erano i fuoriusciti? Circa il 50%) e anche tra i “duri” e “puri” crepe e dubbi sulla possibilità di cambiare hanno cominciato a farsi sentire. Io credo, anzi ne sono sicuro, che oggi i 5s facciano parte DEL sistema e votare loro sperando che qualcosa possa cambiare… beh, è pura utopia, dato che furono ingabbiati quando riuscirono nell’impresa di prendere il 33%. Infine non bisogna dimenticare un altro fattore fondamentale: chi è, in linea generale, l’italiano, voltagabbana e opportunista nel DNA. Dopo 2 anni quasi il 50% dei parlamentari 5s erano già migrati verso lidi più sicuri e, soprattutto, remunerativi. Il 50%, uno su due, dopo nemmeno 2 anni aveva TRADITO il mandato per il quale era stato eletto. Soluzione? L’unica potrebbe essere “La locomotiva”, anche se il rischio di finire su un binario morto, come nella canzone, sarebbe altissimo.
“Che cosa ti vuoi aspettare da un Paese che ha la forma di una scarpa?” Freak Antoni
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questa mattina, dopo un buon cappuccino ho avuto il piacere di conversare con un autotrasportatore, autotrasportatore dipendente che ha candidamente confessato di aver votato per la melona urlatrice, il motivo è stato la Campagna elettorale in cui la tapina prometteva un argine all’immigrazione, un argine allo strapotere delle banche, visto che con il suo stipendio e dovendo pagare il mutuo di casa stentava ad arrivare a fine mese, il taglio delle accise e un freno alle assurde normative europee, oltre ad altre promesse, promesse tutte disattese, ha detto che tanto sono tutte/i venditori di pentole pertanto eviterà di perder tempo votando.
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La maggior parte dei cittadini è lontana anni luce dalla politica e l’astensionismo lo dimostra inoltre abbiamo al governo persone che pur avendo giurato sulla costituzione la disattendono in modo quasi ostentato, i tapini invecchiati dietro le grandi scrivanie potranno solo tentennare la testa , distruggere i singulti di opposizione e adeguarsi alle richieste del cancro americano, privi di ogni dignità nei confronti di quel popolo da cui si sono smarcati usandolo come conveniente tappetino pur dichiarando di rappresentarlo. La politica della non rappresentanza del puro potere fine a se stesso, slegata dalle necessità non solo necessarie e oggettive ma pragmatica per una reale “crescita”? Che detta così non vuol dire proprio un bel niente . E la Meloni che non si renda conto che oltre a rappresentare un quindicesimo dei votanti , sta creando un clima di odio e di paura inoltre crede di poter usare la popolazione per le sue idiosincrasie da prima donna , in un panorama europeo dove, da molto abbiamo smesso di avere un peso da quando da settima potenza mondiale ci ritroviamo al ventesimo posto ma loro, LORO, sono sempre lì, sempre i soliti da trent’anni e non si vergognano perché rispetto al pastore, al camionista , alla parrucchiera ad un milite divengono re, i re della costituzione tradita.
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In casa Pd, la riflessione è in corso da mesi. La segretaria Elly Schlein ieri sul tema non si è espressa.
E che vuoi che dica? Che vuoi che esprima, se quando parla coi suoi vocaboli astrusi, desueti quanto ricercati a là Bertinotti, NEANCHE LEI sa che ca§§o dica… 🤦🏻♂️
Poi, c’è chi come Carlo Calenda non ha dubbi: “Una Ue che tentenna sull’emissione di eurobond per finanziare la difesa comune e il sostegno all’Ucraina, è un’Europa morta nell’anima prima che politicamente. Contro questa assurda deriva ci batteremo alle elezioni europee”.
Sì, bravo, vi batterete, vi sarete s-battuti e alla fine l’unica cosa che batterete sarà la capoccia con una botta mostruosa nel muro. Povero sciocco. Ti accorgi ORA che l’Europa sia morta, ma vah? Non è neanche mai VERAMENTE nata. Ri-sciocco, ma proprio fenomeno.
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Calenda-man è uno che per essere coerente dovrebbe partire per il fronte ucraino. I cosiddetti atlantisti dovrebbero partire per primi, dessero l’esempio.
La terra ucraina è grande, basta di sicuro per seppellirli fino alla prossima era geologica almeno.
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