
(ilfattoquotidiano.it) – C’è da capirlo, Roberto Speranza, e forse da esercitare un po’ di indulgenza nei suoi confronti. L’ex ministro della Sanità, malgrado i natali lucani, a fare il governatore della Basilicata non ci voleva andare. Punto. L’hanno tirato per la giacca in tutti i modi, alimentando il senso di colpa per un candidato che non si trovava mai, per faide imbarazzanti e figure barbine del centrosinistra tutto. Ora la sfida per la conquista della Regione è quasi disperata, ma Speranza non ne ha colpa, gliel’ha detto in tutti modi: in Basilicata non ci vuole an-da-re. E basta.
Il triste epilogo della vicenda si è consumato ieri, quando l’ex ministro si è sentito in dovere di ribadirlo di nuovo. E stavolta ha usato un’argomentazione peculiare, diciamo: “Chi in queste ore ha accostato il mio nome alla candidatura a presidente della Regione Basilicata rimuove il carico di responsabilità che ho avuto sulle mie spalle negli oltre tre anni di mandato“ al ministero della Salute. Gli anni del Covid. “Sono continue le istigazioni all’odio personale sui social” e “questo clima mi costringe ancora a vivere sotto scorta, con tutto ciò che questo comporta per me e per i miei cari”. Colpa dei no vax. Lo stato d’animo di Speranza è comprensibile, massima solidarietà. Ma la Basilicata, con la scorta, che c’entra? Il Metaponto non è mica il Vietnam.
più facile farsi eleggere col LISTINO BLOCCATO, vuoi mettere…
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Se fosse solo per le minacce di morte ricevute, le scorte esistono anche in Basilicata. La verità è che vorrebbe tornare a fare il ministro. A me è stato sempre sulle gonadi, dal tempo in cui da capogruppo Pd alla Camera, un giorno sì e un giorno anche vomitava insulti ai 5stelle ogni volta che questi prendevano la parola. Ricordo che quando lo sentivo, mi trovavo a dire: “Questo è il peggiore!”. Ricordo quando Bersani lo presentò in aula come una novità (“Un giovane di lungo corso”). Ma era vecchio e stantio già da allora. Mi ricorda(va) Brad Pitt appena nato nel film Il curioso caso di Benjamin Button.
Con quello sguardo da jettatore e/o Ecce Homo, come ministro della sanità secondo me ha portato sfiga negli anni della pandemia. Più affine ai menagrami Fassino, Giuliano Ferrara e Renzi che a un normale deputato di medie fattezze che non verrebbe mai assunto per uno spot pubblicitario dell’UNICEF
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tra calenda e speranza è molto difficile scegliere chi dei 2 buttare dalla torre. alla fine ci si butta l’elettore.
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