
(di Stefano Intreccialagli – ANSA) – “Non attacchiamo l’Italia in quanto tale, ma se intralcia la nostra azione non ci lascia altra scelta”. Gli Houthi yemeniti rispondono con le minacce all’impegno italiano a difesa delle navi nel Mar Rosso. In un’intervista all’ANSA, Zayd al-Gharsi, direttore del dipartimento dei media della presidenza della Repubblica a Sanaa, ha ricordato l’episodio dell’Uav abbattuto lo scorso 2 marzo dalla nave Caio Duilio della Marina militare, e ha promesso una rappresaglia: “E’ un peccato che l’Italia abbia abbattuto un nostro drone. Noi ci comporteremo di conseguenza”, ha affermato, dopo aver voluto “ricordare che noi non abbiamo fatto la guerra all’Italia né agli altri Paesi europei. La nostra lotta è per la difesa dei palestinesi contro l’aggressione sionista” su Gaza.
“I nostri droni e le nostre armi sono puntate su Israele e su chi difende Israele di fronte alle nostre coste”, ha poi ribadito il funzionario proprio nel giorno in cui il gruppo sostenuto dall’Iran ha rivendicato il lancio di 37 droni contro “un certo numero di cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden”, in quello che sembra essere l’attacco più intenso dei ribelli dall’inizio delle loro operazioni contro il traffico marittimo a novembre. Il Comando Usa per il Medio Oriente (Centcom) sostiene di aver abbattuto 15 velivoli nemici prima dell’alba di sabato, definendo l’attacco “su larga scala” una minaccia per le navi mercantili, la Marina americana e le navi della coalizione nella regione.
“L’Italia è per noi un Paese amico, con una grande tradizione marinara e di cultura del mare”, ha poi sottolineato al-Gharsi. “Ci chiediamo perché abbia deciso di partecipare alla coalizione degli americani e degli inglesi”, ha aggiunto il funzionario. Cosa tuttavia non vera: il nostro Paese infatti non fa parte dell’operazione Prosperity Guardian lanciata da Washington con una coalizione per rispondere agli attacchi Houthi alle navi nel Mar Rosso. L’Italia è invece presente nella missione europea Atalanta – che da anni sorveglia l’area contro la pirateria somala e ora è passata sotto il comando italiano – e da qualche giorno anche nella missione Aspides, lo scudo europeo contro gli attacchi terroristici, dopo il voto favorevole del Parlamento.
La base operativa della missione è proprio la Caio Duilio, cacciatorpediniere della Marina Militare che la scorsa settimana ha intercettato e abbattuto il drone degli Houthi. Ma se preoccupano le minacce all’Italia, il lavoro delle missioni internazionali resta necessario: aumentano infatti gli attacchi del gruppo yemenita, che il 6 marzo per la prima volta hanno provocato anche tre morti e sei feriti dopo che un raid ha centrato un cargo di proprietà greca. Proteggere le navi mercantili è fondamentale, anche per l’economia italiana: in quella tratta passa il 40% dell’export del nostro Paese.
Tanto va la borgatara al largo che ci lascia in guerra
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La stagista terraquea avrà un’ossessione per battaglia navale……per ora si è presa il bacio accademico…ma non spera altro che ci scappi il morto italico, almeno avremo la scusa per mandare in guerra plotoni di giovani italiani con l’elmetto contro l’ennesimo popolo povero e mal armato….
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naturalmente manca una C
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Il traffico commerciale italiano verso l’oriente che prima passava da Suez è già rediretto su Capo di Buona Speranza da almeno due mesi.
L’Italia non fa parte della Prosperity Guardian ma è presente con la missione Aspides. Come fanno dei pecorai a non distinguere una nave da guerra ostile da una nave da guerra che difende il traffico mercantile (che non c’è)?
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Appunto: la missione Aspides è stata mandata a fare da bersaglio a battaglia navale.
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A quanto pare l’Occidente può coalizzarsi e soccorrere l’Ucraina mentre gli arabi se si schierano a favore dei palestinesi sono i soliti ribelli da soggiogare. Perché invece non vengono schierate navi da guerra di fronte a Gaza per garantire un decente sostegno umanitario ai moribondi di Gaza e costringere Israele a cessare il fuoco? Anche in questa maniera i preziosi traffici commerciali sarebbero preservati.
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A fronte di 11 mila morti (in gran parte bambini) palestinesi, è sacrosanta una reazione militare di DIFESA contro gli immani massacri di quel popolo. Ergo, ogni paese a cui sta a cuore l’esistenza in vita di una popolazione che Netanyahu vuole distruggere e/o espellere per fare della Palestina una estensione dello Stato di Israele perché l’avrebbe promesso Dio in persona a Mosè sul monte Sinai… ogni paese, dicevo, amante della pace fa bene a reagire nel modo che ritiene opportuno. Tra cui anche il blocco delle navi commerciali dei paesi direttamente o indirettamente responsabili della continuità di quella ecatombe di essere umani. Se l’Italia avesse votato, all’Onu, a favore del cessate il fuoco, dando un dispiacere a Biden, non si troverebbe nelle condizioni di far mancare le merci ad Amazon. Mentre il ministro della guerra Crosetto non farebbe salpare le navi militari alla volta del mar Rosso col rischio di macchiarlo di color rosso-sangue.
Domanda: quanti di quei tantissimi manifestanti pro Palestina voteranno per i partiti di governo e del Pd, anch’esso schierato con Israele?? La mia risposta è ZERO!
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I morti sono 31 mila. Maggioranza donne e bambini.
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scusate,
ma com’è la situazione a Sharm el-Sheikh, c’è la guerra anche lì? Perchè ho prenotato per la prossima settimana, chissà se mi rimborsano se annullo…
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Adriano anche tu? Prenotare in posti così in questo momento? Ma come si fa’ dico io!!
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che ci vuoi fare, ognuno ha le sue priorità…
chissà, magari telefono all’Unità di Crisi del Ministero degli esteri, se per caso la Missione Aspides passa da quelle parti, tanto per stare più tranquilli…
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Per chi se lo fosse perso, ripropongo l’esilarante (nonostante tutto) video di Pubble sull’argomento:
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Comunque come si dice: nazione avvisata….
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Yanis Varoufakis sul genocidio palestinese 👇
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ECCO IL “METODO CINESE” PER GESTIRE IL DISSENSO – PECHINO STRINGE LA MORSA SUL TIBET PER COMPLETARE IL PROCESSO DI “SINIZZAZIONE” DEL PAESE – LA CINA GIOCA SU PIU’ FRONTI, TRA COSTRUZIONE DI INFRASTRUTTURE, FORZE ARMATE AL CONFINE, BAMBINI TIBETANI SEPARATI DALLE FAMIGLIE E INDOTTRINATI NELLE SCUOLE CINESI, ARRESTI DI MASSA E LA RIVENDICAZIONE DELLA NUOVA REINCARNAZIONE DEL DALAI LAMA. – Pacifisti indignati cercasi o l’indignazione gli si ammoscia senza americani ?? –
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Pacifista indignata e incazzata: presente!
Il punto non è l’America in sé, il punto è la visione imperialista delle superpotenze. L’America si critica maggiormente perché ha l’ipocrita propaganda di democrazia esemplare e pronta all’esportazione del suo modello. Inutile continuare a mettere sulla bilancia gli orrori altrui per misurare i nostri: l’Occidente non può più raccontare la favoletta dei buoni contro i cattivi mentre compie stragi di civili, esporta armi, inquina e reprime le libertà dei suoi cittadini, erige muri e fa morire intere generazioni in mare o nella neve.
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Qualunque superpotenza egemone imperiale ha proposto la propria narrazione ipocrita per giustificare il proprio comportamento con una motivazione spendibile: l’URSS voleva “ unire i lavoratori di tutto il mondo “ ( nei gulag ? ) l’America “ esporta la democrazia “ ( ma tu guarda ), la Cina si autodefinisce con sprezzo del ridicolo “ nazione emergente “ ( povera piccola… ) . Aspettiamo quella dell’India, proporrei tanto per restare nel faceto “ lottiamo per un mondo senza caste “.
E quindi ???
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Questo intrecciacipolle considera ribelli le popolazioni locali .come i poveri pisani sotto la lega (manco fosse quella araba) bastonati ben bene perché ribelli alla prosperità del lombardo veneto.
Paro paro.
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