La strage degli affamati a Gaza, l’Europa verso l’economia di guerra e gli Stati Uniti che soffiano sul fuoco: appunti per le prossime elezioni europee.

(di Antonio Pitoni – lanotiziagiornale.it) – Nelle ultime 72 ore si sono susseguiti tre fatti che, tra un gossip sui Ferragn-ex e l’ennesima rissa da bar sulle esternazioni del generale Vannacci, meriterebbero forse un po’ di attenzione. Da parte di tutti. Magari come promemoria per le prossime elezioni europee di giugno.
REAZIONE SPROPORZIONATA
Primo. Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu gli Stati Uniti hanno bloccato, ponendo per l’ennesima volta il veto, la mozione di condanna nei confronti di Israele per quella che è stata ribattezzata “la strage degli affamati”, costata la vita ad oltre cento civili inermi in attesa degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. La mozione, che ha avuto il supporto di tutti gli altri 14 membri del Consiglio stesso, si è scontrata di nuovo con il muro dell’amministrazione guidata da Joe Biden.
Il presidente degli Stati Uniti che a parole ha reiterato con appelli quasi quotidiani a Netanyahu la richiesta di un accordo per il cessate il fuoco, è lo stesso Biden che, impedendo alla comunità internazionale una netta presa di distanze dalla strategia militare di Tel Aviv, è nei fatti il principale ostacolo ad iniziative che potrebbero fermare la carneficina in atto in Palestina.
Dal 7 ottobre scorso, dopo il vile attacco di Hamas costato la vita a circa 1.400 israeliani, la risposta militare dello Stato ebraico ha causato oltre 30mila vittime palestinesi, in gran parte bambini. All’articolo 51, il Progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato, stabilisce che “le contromisure devono essere commisurate al pregiudizio subito…”. In altre parole non devono violare il principio di proporzionalità. I numeri sono sotto gli occhi di tutti.
VON DER LEYEN ELMETTO & MOSCHETTO
Secondo. Dinanzi alla plenaria del Parlamento Ue, Ursula von der Leyen ha evocato un futuro apocalittico. “Dobbiamo muoverci velocemente. La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile”. E ancora: “I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma dovrebbero essere preparati. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri”.
Insomma, dopo il Covid, la nuova pandemia sarà la guerra. Che impone di rimpiazzare la corsa ai vaccini con quella al riarmo. “L’Europa deve spendere di più spendere meglio, spendere in modo europeo”. Con acquisti garantiti direttamente dall’Unione europea. Per questo, ha aggiunto la presidente della Commissione Ue candidata al secondo mandato, “uno degli obiettivi centrali sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della difesa. Proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale”. Sparita dai radar qualsiasi iniziativa diplomatica, opzione neppure sfiorata dalla presidente della Commissione europea. La lobby delle armi, sentitamente, ringrazia.
GUERRA USA & GETTA
Terzo. Mentre l’Europa e il Medioriente bruciano, gli Stati Uniti continuano a cimentarsi nella specialità della casa: giocare col fuoco. Ad accendere l’ultima miccia, per conto dello smemorato Biden, che nel giorno del debutto a Washington di Giorgia Meloni in veste di presidente di turno del G7 è riuscito a scambiare Kiev con Gaza, ci ha pensato il segretario alla Difesa, Lloyd Austin.
“Sappiamo che se Putin avrà successo (in Ucraina, ndr) continuerà ad essere più aggressivo nella regione. E altri leader in tutto il mondo, altri autocrati guarderanno a questo. E saranno incoraggiati dal fatto che ciò che è accaduto senza che noi siamo riusciti a sostenere uno stato democratico”, ha detto il ministro americano nel suo discorso alla Camera dei rappresentanti.
Ma non è tutto. “Se abiti in un Paese baltico, devi essere molto preoccupato perché il prossimo potresti essere tu: conosco Putin, so di cosa è capace. E francamente, se l’Ucraina cade, credo davvero che la Nato entrerà in guerra con la Russia”. Tradotto: prepariamoci alla Terza Guerra Mondiale. Parole che sommate a quelle del presidente francese Emmanuel Macron (tra le “opzioni sul campo” ha incluso quella di inviare “truppe di terra” in Ucraina), all’ultimo intervento di von der Leyen a Strasburgo e alla destabilizzazione della regione mediorientale in atto con l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, tracciano con drammatica chiarezza la strada senza ritorno che l’Occidente si sta avviando ad imboccare.
IN NOMINE PATRIS
Una deriva che ipoteca il futuro dei giovani e delle prossime generazioni. Tradendo lo spirito che ha animato il battesimo delle Nazioni Unite e della stessa Unione europea. Nate affinché gli orrori della guerra fossero consegnati definitivamente alla storia. Ma che un solo leader – e con notevole anticipo – ha avuto il coraggio di condannare. Quando nel 2022, “un gruppo di Stati”, compresa l’Italia allora guidata dal governo Draghi, “si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Pil per l’acquisto di armi”. Dalla scomunica di Papa Francesco sono trascorsi due anni. Ma quella parola è oggi più attuale che mai: “Pazzi!”.
L’Europa si immolerà nuovamente per salvare l’economia Usa e getta.
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Credo che dietro la provocazione di Macron e a seguire la volontà di escalation bellica di Frau Ursula, ovviamente non il placet della Casa Bianca, ci sia una sottile strategia militare mirante alla recrudescenza dello scontro Nato-Russia, eventualmente anche con l’invio di truppe dal resto del continente, ma solo con l’uso di armi convenzionali. Nella consapevolezza che se una delle due parti ricorresse all’atomica, l’altra risponderebbe ugualmente. In pratica è come se le due rispettive risorse nucleari si elidessero a vicenda e quindi non esistessero. Perfido progetto altrettanto pericoloso: quando infatti una delle due parti stesse sul punto di perdere il conflitto, non si farebbe certo scrupolo di ricorrere a ordigni all’uranio.
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Per ora, l’unica potenza nucleare che è stata disposta a usarla sulla popolazione è stata l’America. Se non altro, il dato scientifico certo è che gli USA sono disposti a usare l’atomica.
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Nulla di più vero, infatti, quel che non si dice pubblicamente, ma che in ambienti di esperti di geostrategie si discute, è lo smantellamento della Federazione Russa.
Questa, dovesse ritrovarsi in procinto di perdere la guerra, accetterebbe passivamente la sua dissoluzione, oppure si lancerebbe nel più classico” muoia Sansone con tutti i Filistei”, con conseguente olocausto nucleare?
Europa e USA stanno giocando un bell’azzardo sulla pelle dei loro popoli.
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Noi non siamo Americani ! Le guerre le fanno solo fuori dalla loro terra , la Nuland ha detto ” fuck the Europe” aspettate ancora gli angeli ..
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Si ok.
Io aggiungerei anche la mappa dell’Europa ridisegnata da Medvedev a Soci. Vedere per credere.
https://www.today.it/mondo/medvedev-ridisegna-mappa-europa-russia-ucraina.html
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Io aggiungerei : dona a loro Signore l’eterno riposo che dopo tutto questo affannarsi fra riarmo e guerra è meritato! E siccome il merito è collettivo e condiviso, come la pazzia, nel disegno di commiato ci infilo tutti…..questi dementi ci porteranno alla distruzione, se in attesa dell’ intervento del Signore, non reagiamo ed opponiamo!
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Queste votazioni europee sono le più importanti da quando esistono : votiamo per quelli che sono contrari a questi PAZZI
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Quando i competitor politici si dichiarano euroatlantisti pro nato e pro sanzioni vuol dire che sono asserviti al sistema guerrafondaio us
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“I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma dovrebbero essere preparati. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri”.
Disse la drag queen che a suo tempo, come ministro della guerra germanica, riuscì a ridurre al 25-30% l’efficienza della Wermacht.
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