Intervento rapido, opacità sulle armi ed esercitazioni. I segreti del patto con Kiev. Il testo. Intesa valida anche in caso di fine delle ostilità: se Mosca attacca, l’Italia si attiva in 24 ore. Zelensky: “Da voi troppi filo-Putin”

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Un accordo di cooperazione nel campo della Sicurezza che legherà l’Italia e l’Ucraina per i prossimi dieci anni – anche se la guerra con la Russia dovesse finire prima – e imporrà a Roma di intervenire in sostegno di Kiev entro 24 ore in caso di nuovo attacco di Mosca e di continuare a fornire aiuti economici e militari al governo ucraino. Inoltre l’Italia si impegna per favorire il processo di ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella Nato. Sono questi i punti centrali dell’accordo firmato sabato a Palazzo Mariinskij dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: ieri quest’ultimo ha ringraziato la premier spiegando però che ci sono “troppi filo-Putin in Italia e bisognerebbe levargli il visto. Stiamo preparando una lista di chi fa propaganda per Mosca”, ha aggiunto. Chissà se si riferisce a Matteo Salvini.
Il testo del patto – 15 pagine per 20 articoli – è stato pubblicato solo ieri sul sito del governo italiano ed è frutto del lavoro della presidenza del Consiglio: le trattative sono state portate avanti interamente dal consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio, tagliando fuori il ministero degli Esteri di Antonio Tajani. In molti punti il testo è quasi identico agli accordi firmati nelle ultime settimane da Francia, Germania, Gran Bretagna e Canada.
L’accordo è formato da otto parti, oltre a un preambolo iniziale in cui si ribadisce la condanna dell’invasione Russa del 24 febbraio 2022. L’accordo è decennale e, come ha spiegato Tajani in commissione Esteri, non sarà giuridicamente vincolante: quindi non passerà dal Parlamento per la ratifica.
Il primo articolo si concentra sulla cooperazione nell’ambito della Difesa e prevede una specificità rispetto agli accordi degli altri Paesi: l’Italia non comunica quante e quali tipologia di armi ha mandato finora, quanto ha speso e quanto ha intenzione di spendere anche per rimpiazzare equipaggiamenti e munizioni tolti alla nostra Difesa. Il comma 6 si limita a specificare che l’Italia ha inviato “8 pacchetti di armi all’Ucraina nel 2022 e nel 2023” e intende “mantenere lo stesso livello di supporto nel 2024”. Quale? Non è chiaro: questo sarà “determinato nel dettaglio attraverso le consultazioni tra i partecipanti e tenendo conto delle esigenze dell’Ucraina”. Un’assenza di trasparenza rispetto agli accordi firmati dagli altri governi: in quello tedesco, per fare solo un esempio, vengono specificate le tipologie di armi inviate e i soldi stanziati finora: circa 16 miliardi tra il 2022 e il 2024. Nell’accordo sono quantificati solo i fondi spesi extra armi, circa 2 miliardi: 110 milioni per il sostegno al bilancio, 200 per prestiti agevolati, 100 milioni per gli aiuti umanitari, 820 per il sostegno ai rifugiati ucraini in Italia, 400 per il sostegno macro finanziario, 213 per sostegno allo sviluppo, 200 per la sostenibilità energetica. Un funzionario di governo fa sapere che non era possibile indicare fondi e tipologia di armi perché l’Italia secreta gli aiuti.
L’articolo 4 si concentra sull’addestramento e le esercitazioni dell’esercito ucraino. Oltre alla missione europea EUMAM, si prevede anche una postilla ulteriore: la possibilità che l’esercito italiano possa condurre esercitazioni combinate “in Italia e in Ucraina” per “supportare il processo di standardizzazione e interoperabilità” dell’esercito ucraino. Diversamente da quel che avviene oggi, l’esercito di Roma potrà addestrare e fare esercitazioni in territorio ucraino “appena la situazione lo permetterà”.
La parte sulle “future aggressioni” però è quella più discussa. Come l’accordo firmato con gli altri Paesi, si specifica che in caso di nuovo attacco armato della Russia all’Ucraina da qui ai prossimi dieci anni, Italia e Ucraina “si consulteranno entro 24 ore per determinare le misure e le opportune misure successive necessarie per contrastare o contenere l’aggressione”. Roma si impegna a fornire aiuto nel campo della “sicurezza e difesa, industria della difesa, sviluppo militare ed economico”. Una sorta di obbligo che ricorda l’articolo 5 della Nato secondo cui tutti i Paesi devono intervenire in difesa di uno dei membri, se attaccato. L’accordo contiene anche un impegno economico: l’industria della Difesa interagirà con quella Ucraina “per sostenerla nel ripristino della produzione nazionale di attrezzature, materiali e munizioni”. Roma vuole inserirsi anche nella ricostruzione: nel 2025 ospiterà la Conferenza internazionale.
”e imporrà a Roma di intervenire in sostegno di Kiev entro 24 ore in caso di nuovo attacco di Mosca e di continuare a fornire aiuti economici e militari al governo ucraino.”
Cioé: questi gaglioffi hanno firmato un articolo che di fatto è uguale all’art.5 della NATO se non peggiore, e che ci porterà a combattere contro una potenza nucleare.
E poi si lamentano che Mattarella si lamenta dei pulotti violenti?
Ah, ma c’é la ricostruzione il prossimo anno, che furbacchiona Gioggia: massì, un missile Satan in più o in meno che sarà mai?
Peccato solo che Putin abbia acconsentito a questa pagliacciata per i ‘2 anni di aggressione’. Non l’avesse voluto, come segno di BUONA volontà nei confronti degli occidentali, adesso avremmo il vertice che si tiene a Londra come minimo.
Ah, Zelensky ha avuto il coraggio di dire che gli ucraini hanno perso ‘solo’ 31.000 uomini, mentre rastrellano gli uomini abili dalle strade del paese, proprio perché ne hanno persi così pochi in battaglia.
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Quel che trovo incredibile
è che solo il Fatto Quotidiano abbia il coraggio di denunciare le malefatte della fascistella in combutta col comico macellaio ucraino.
Per il resto solo nauseabondo silenzio omertoso generale.
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Non è un accordo e’ una PORCHERIA. E’ una sorta di artificio per cui l’Ucraina, non potendo entrare nella NATO dalla porta principale, ci entra dalla porta secondaria firmando trattati con ognuno dei principali membri dell’alleanza. In sostanza è come se l’Ucraina, pur non essendo nella NATO, grazie a questi accordi multipli, è come se lo fosse. Se poi, per disgrazia in Italia si arrivasse al premierato, inviare truppe italiane a combattere in Ucraina, per Giorgia, sarebbe un gioco da ragazzi. In ogni caso ora è chiaro, l’Accordo per la Sicurezza tra l’Italia e l’Ucraina non è stato altro che una velina redatta dagli Usa che i servi sciocchi sono stati chiamati a firmare, senza neanche capire quello che hanno fatto. I russi invece lo capiranno e bene. Siamo degli imbecilli, e ora applausi.
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UN PROTETTORATO ETERNO- Viviana Vivarelli.
Okei, l’Italia nel 1943 ha firmato una resa senza condizioni con gli alleati, siamo immediatamente diventati (cobelligeranti) e con questa specie di alleanza/sudditanza abbiamo avuto i primi morti nell’impegno delle rinate regie forze armate partecipando alla prima battaglia, a Montecassino, dove però, come popolo italiano, abbiamo subito anche le prime gravissime umiliazioni con stupri, violenze di massa su donne vecchi e bambini da parte delle truppe coloniali francesi cui i comandanti avevano concesso carta bianca di razzia come premio di guerra, non solo, i bombardamenti più feroci dopo otto settembre e causarono centinaia di vittime civili nonché distruzione e devastazione nelle nostre belle città d’arte, obbiettivi non certo militari, centri storici di città come Livorno e Pisa, per citarne solo alcuni.
Ora, a distanza di oltre 80 anni dalla firma della resa, credo sarebbe opportuno rivedere qualsiasi trattato internazionale che di fatto limiti la sovranità popolare in campo internazionale quindi modificare la nostra costituzione in tal senso.
La NATO, da quando non esiste più il Patto di Varsavia, non ha più ragion d’essere, le basi militari USA con tutto l’arsenale anche atomico nei territori italiani e tedeschi devono essere rimosse come i Sovietici hanno rimosso le loro basi in Europa orientale.
La nostra gagliarda figlia della Lupa avrebbe dovuto rispondere picche alla richiesta di maggior impegno di sostegno militare che Zelensky e il caro amico Biden le hanno rivolto o almeno, visto il debito e le condizioni di questo Paese, avrebbe potuto traccheggiare.
Ma vedere oggi la CapoGoverno prostrarsi a inchinarsi a un cocainomane come Zelensky e a un rimbambito come il Presidente Usa ci ha francamente schifati.
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La Meloni ha apparecchiato la Terza Guerra Mondiale!
Vista l’utilità del Parlamento, propongo di trasformare Palazzo Montecitorio in un fantastico night club con serate a tema!
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Ma poi, ma che se ridono?!?!
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Si mettesse l’elmetto e se ne vada al fronte la SCIMMIETTA AMMAESTRATA, gli italiani hanno altro a cui pensare, nel Donbass “festeggiano” il decimo anno sotto le bombe di questi “democratici”, anche BASTA c@zzo.
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Ad intervenire entro 24 ore ? E come ? La nostra costituzione che impedisce d’ intervenire militarmente in un altro stato, l’ ha dimenticata ? Cosa significa che il parlamento non deve votare l’ eventuale intervento ? Credo che sia arrivato il momento di prendere iniziative drastiche da parte dell’ opposizione, altrimenti è inutile che chiedano il voto per cose che diventano futili rispetto a una questione come questa.E già che ci siamo, se questo accordo è già in vigore, significa che le nostre truppe possono partire anche oggi.
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