EUROPEE – Salvini commissaria Bignami, Lollo esclude Giorgetti e tratta con Leo: così premier e Matteo fanno campagna elettorale

(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Martedì scorso il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, fedelissimo di Matteo Salvini, ha incontrato il presidente dell’Ente Nazionale Aviazione Civile Pierluigi Di Palma per parlare dei principali dossier sul trasporto aereo. Il sottosegretario di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, tra i più vicini a Giorgia Meloni, che ha formalmente le deleghe all’aviazione civile, non ne sapeva niente e non era stato invitato. Lo ha scoperto da un post su Facebook, poi prontamente cancellato. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini da mesi viene gestito come se fosse un enclave leghista: Salvini ha affidato tutto al suo viceministro. L’incontro sul trasporto aereo non è la prima occasione: Salvini ha fatto un altro sgarbo al suo sottosegretario di Fratelli d’Italia sulla questione dei 30 chilometri orari a Bologna, la città di Bignami, intestandosi la battaglia e aprendo un conflitto con il sindaco per cambiare la direttiva. In generale Bignami, conosciuto per una vecchia foto in cui indossava una uniforme da gerarca nazista, viene tenuto fuori dai principali dossier che riguardano il ministero.

Ma quello che succede alle Infrastrutture non è l’unico caso di litigio su deleghe e competenze tra Lega e Fratelli d’Italia nei ministeri: a quattro mesi dalle elezioni europee anche così i due partiti di governo stanno facendo campagna elettorale. Gestire i principali dossier permette di rivendicare i risultati di fronte all’elettorato e tenersi buone le tante lobby che sono fondamentali alla vigilia del voto.

L’ultimo caso eclatante è stato quello della protesta dei trattori-agricoltori. Mentre Salvini ogni giorno alzava il tiro chiedendo al governo di fare di più per ripristinare l’esenzione dell’Irpef per gli agricoltori che protestavano, il ministro Francesco Lollobrigida ha voluto gestire tutta la partita con i suoi compagni di partito, tra cui il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra ignorando il leghista Luigi D’Eramo. Inoltre l’emendamento per ripristinare l’esenzione dell’Irpef agli agricoltori in toto sotto i 10 mila euro e in parte tra 10 e 15 mila è stata gestita da Lollobrigida con il viceministro dell’Economia meloniano Maurizio Leo, che in teoria avrebbe la delega al fisco. Il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti, stretto tra Salvini e Meloni, per giorni è rimasto in silenzio ma alla fine non voleva nemmeno firmare l’emendamento del governo al decreto Milleproroghe per il costo troppo elevato della misura (circa 250 milioni per il 2024) e per la proroga biennale dell’esenzione. Alla fine è dovuto intervenire Palazzo Chigi per convincerlo a firmare la norma.

Tensioni che si manifestano quotidianamente al ministero della Giustizia. Il sottosegretario leghista Andrea Ostellari e il meloniano Andrea Delmastro Delle Vedove hanno dissensi quasi quotidiani sulla gestione delle carceri e si contendono i rapporti con il Dap: la delega è del leghista ma la polizia penitenziaria spetta al fedelissimo di Meloni. Anche con la presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno ci sono litigi sulle competenze con Fratelli d’Italia: la prima dal Senato vuole gestire tutta la riforma delle intercettazioni, Delmastro invece vuole limitare il suo attivismo per evitare di scontrarsi apertamente con i magistrati.

Anche alla Cultura nelle ultime settimane la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni ha provato a imporsi su un dossier che agita il governo: il Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi. Mentre la commissione Cultura ne sta discutendo, la leghista starebbe fornendo una sponda alle piattaforme streaming NetflixPrime Video e Disney che chiedono di abbassare la quota per film e serie di produzioni indipendenti e italiane: il ministro Gennaro Sangiuliano e Fratelli d’Italia spingono per mantenere la quota al 20% per tutelare “la cultura nazionale”, mentre la Lega e Borgonzoni vorrebbero abbassarla al 15%.

La sfida tra Lega e Fratelli d’Italia si sta giocando anche sulle riforme da approvare prima delle europee: il premierato, voluto da Meloni, e l’autonomia di Salvini. Non è un caso che per velocizzare la prima si sta parlando di un sottosegretario da inserire dopo le elezioni di giugno: Palazzo Chigi vorrebbe affidare il dossier alla deputata Sara Kelany, molto vicina al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari.