Salvini lo corteggia e punta con lui a incassare più voti: “È uomo di valore, scomodo per il palazzo”. Mal di pancia nel Carroccio

Matteo Salvini e Roberto Vannacci

(di Matteo Pucciarelli – repubblica.it) – È un complotto, detta in soldoni. L’apertura delle inchieste ai danni di Roberto Vannacci per danno erariale: solo un modo per provare a mettergli i bastoni tra le ruote, per rovinargli la reputazione. Lo pensano in parecchi nella Lega, lo pensano le persone più vicine al generale. La vicenda, per certi versi, conferma la narrazione fatta di sé dal militare stesso: un personaggio scomodo, che dice cose semplici ma scomode per le élite; quindi da provare a silenziare, in un modo o nell’altro.

In attesa del suo sì alla candidatura alle Europee con il Carroccio, da via Bellerio sono solerti nel diramare il classico “fonti Lega”. «Vannacci è un persona di valore, amata dai cittadini ma scomoda per il palazzo, se non riescono a intimidirlo con altri metodi ci provano con inchieste e minacce, storia già vista tante volte. La nostra stima per quest’uomo non cambia», recita il messaggio. C’è tutto un non detto ufficialmente ed è: chi sono quelli che “se non riescono a intimidirlo…”? L’inchiesta interna a suo carico è partita dal ministero della Difesa, cioè perlomeno con l’approvazione di Guido Crosetto. Di sicuro il ministro, in questi mesi, non ha mai lesinato critiche e rimproveri, per così dire, al generale. Sia per i contenuti del suo libro, sia per il comportamento avuto nei mesi successivi, quando di fatto si è tolto la divisa per diventare un personaggio pubblico, tra ospitate televisive ed eventi pubblici. Così il vicesegretario Andrea Crippa con Adnkronos parla di «un’inchiesta a orologeria in un momento in cui ci sono scadenze elettorali» e ritira fuori il “sistema” che vorrebbe colpirlo.

Ma l’obiettivo non è, o non sarebbe, solo Vannacci; bensì tutta la Lega. Del resto Matteo Salvini (così come faceva a suo tempo Umberto Bossi) si racconta da sempre, assai compiaciuto, come un capopopolo osteggiato dai poteri forti. Colpire Vannacci significa quindi voler arrecare danno alla possibile punta di diamante leghista al prossimo voto, in odor di candidatura da capolista in tutti i collegi. Uno sgarbo, uno sgambetto, che però — se di tale si trattasse — arriva più che altro dagli alleati di governo di FdI, visto che qui la “magistratura a orologeria” c’entra poco ma si tratta di un approfondimento richiesto dai vertici del mondo militare stesso, in accordo con la Difesa.

La replica leghista alla faccenda Vannacci conferma in toto la voglia di Salvini di averlo in lista; opzione che non è ben vista dai ras locali, al sud come al nord, che vedono catapultarsi dall’esterno un concorrente assai temibile in fatto di preferenze. L’inchiesta in corso porterebbe acqua al mulino dei dubbiosi ma c’è poco da fare, il Capitano tira dritto e confida nel fattore Vannacci per portare la Lega sopra il 10 per cento.