A rilanciare l’allarme sono le sei associazioni che rappresentano le imprese del turismo organizzato

(ilsole24ore.com) – Dopo 13 mesi dal primo allarme non è cambiato nulla. Per ottenere o rinnovare il passaporto servono tempi biblici. A rilanciare l’allarme dalla prima volta (si veda Il Sole-24 Ore del 31 gennaio 2023, Ndr) sono le sei associazioni che rappresentano le imprese del turismo organizzato che due giorni fa hanno scritto una lettera a Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno chiedendo, anzi sollecitando, un incontro per tutelare il diritto degli italiani di viaggiare e a difesa degli imprenditori del comparto che continuano a perdere fatturato a causa della burocrazia. Il conto è presto fatto: nel biennio 2022-2023 agenzie di viaggio e tour operator hanno visto sfumare almeno 300 milioni di ricavi, pari a circa 167mila viaggi, perché i clienti non erano riusciti ad avere in tempo utile il passaporto. Questa la stima fatta da Astoi Confindustria Viaggi, Federazione Turismo Organizzato – Confcommercio (Fto), Fiavet – Confcommercio, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confersercenti e Maavi Conflavoro Pmi.

Dubbi anche sull’efficacia del sistema “Polis” di Poste Italiane che deve erogare passaporto e carta digitale elettronica nei piccoli comuni con meno di 15mila abitanti. Da scacciare il pensiero che per viaggiare possa bastare la carta d’identità. Si può usare per la vacanza sul Mar Rosso ma la filiera del turismo organizzato evidenzia che «per l’emissione delle carte di identità elettroniche si verificano problemi analoghi. Il tempo passa, ci si stanca di segnalare e chiedere soluzioni. Ma assuefarsi alla mediocrità vuol dire che l’Italia sta perdendo e noi italiani non dobbiamo permetterlo» si legge nella nota.

La situazione è difficile e Pier Ezhaya, presidente Astoi, ricorda che «il mondo del travel ha bisogno di velocità e fluidità e non può essere frenato da intoppi burocratici che lo costringono a subire danni ingenti direttamente causati dallo Stato», Franco Gattinoni, presidente Fto, ricorda che il passaporto «sia una chimera riceverlo a causa della complessità e delle tempistiche per fissare un semplice appuntamento» mentre Domenico Pellegrino, presidente Aidit Confindustria, mette il dito nella piaga e aggiunge «In un’era in cui si parla di digitalizzazione e intelligenza artificiale è paradossale metterci due anni per risolvere un problema che in tutti gli altri Paesi europei non esiste».

La cartina al tornasole che certifica la gravità della situazione arriva dalla cronaca. A Reggio Emilia la scorsa settimana è scattata una indagine della questura e della procura che ha preso il via dopo una segnalazione che ha fatto emergere un ”percorso” accelerato ma fraudolento per avere in tempi rapidi l’agognato documento di viaggio. Durante le indagini sono emersi 163 casi di iter sprint, cinque indagati oltre al sequestro preventivo di una società e di 16.300 euro.