Confermato anche se sarà bocciato

(DI CARLO DI FOGGIA E GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Alla fine la decisione è stata presa: il governo affronterà il rischio, che considera certezza, di una figuraccia europea con pochi precedenti ma non ritirerà la candidatura del giudice italiano alla Corte dei conti europea. A Palazzo Chigi gli uomini di Meloni hanno scelto la linea della sfida aperta in vista di giovedì quando la Commissione per il controllo dei bilanci (Cont) dell’Europarlamento vaglierà la candidatura di Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, già presidente di sezione della corte dei conti italiana e da maggio scorso capo della struttura di missione del Pnrr, scelto dal ministro Raffele Fitto.
Il suo problema, come si intuisce, è che lavora a stretto riporto di Fitto, cioè lo stesso ministro che lo sta indicando alla Corte dei conti europea in sostituzione dell’italiano Pietro Russo, il cui mandato scade a marzo. Se già è spiacevole indicare in istituzioni di controllo indipendenti figure che lavorano nei governi nazionali, il rischio in questo caso è che Selvaggi si possa trovare in conflitto d’interessi a giudicare su tematiche che riguardano proprio il Pnrr italiano, in termini di risorse il più rilevante tra tutti i Paesi europei. E questo a non dire della sua non perfetta conoscenza dell’inglese, circostanza molto chiacchierata e che in alcuni casi ha richiesto l’aiuto di un interprete (non solo nelle riunioni in Italia).
Con la sua candidatura, Fitto ha violato una prassi consolidata. Alla scadenza del mandato del giudice italiano, il governo chiedeva un nome alla Corte dei conti che poi indicava in sede europea. Stavolta i magistrati contabili ne avevano forniti due, un uomo e una donna, ma Fitto ha deciso di non seguire l’indicazione preferendo pescare in casa. Non era mai successo.
Palazzo Chigi ha però sottovalutato la procedura, che prevede che i candidati nazionali siano vagliati dall’apposita commissione dell’Europarlamento che deve valutarne curriculum e potenziali incompatibilità. L’appuntamento, come detto, è per giovedì. Il parere non è vincolante, ma la bocciatura sarebbe una figuraccia notevole. Ed è questa l’aria che tira, visto che Socialisti, Verdi, Liberali e altri dovrebbero votare “no” e il Ppe potrebbe astenersi. A Chigi danno lo stop quasi per certo, per questo nei giorni scorsi si era pensato di ritirare la candidatura. Alla fine, però, ha prevalso la forzatura, caldeggiata anche dal braccio destro di Meloni, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. In caso di bocciatura, il governo chiederà al Consiglio Ue di approvare lo stesso la nomina di Selvaggi. La linea, pare, è che non si considera rilevante la valutazione di un Parlamento in scadenza. Selvaggi sarebbe il settimo caso in cui un candidato viene confermato nonostante la bocciatura. È già successo altre sei volte in passato, ad esempio nel 2022 con il polacco Marek Opiola. Fitto peraltro ha già violato un’altra prassi a gennaio, indicando alla Corte di giustizia Ue un suo dirigente.
Non un bel viatico per un ministro la cui ambizione è diventare il commissario italiano nella prossima Commissione.
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Fitto è quella nullità giustamente accusato da De Luca di avere tradito il Sud con l’appoggio all’autonomia differenziata e alla ripartizione dei fondi pubblici per lo sviluppo. Con che faccia si fa sentire ancora?
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Tu giustamente parli di faccia, ma uno come Fitto la faccia non l’ha più da una vita. Ammesso che mai l’abbia avuta, dico. Quindi che gliene fregherà mai di perderla? Questa è gente che ha dignità pari a zero, gente che non si vergogna di nulla, anzi, è quasi ulterior motivo di fierezza. Non è gente normale. In senso lato, intendo, eh?
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Un essere che non sa nemmeno come gestire i fondi del pnr , ma come si fa a parlarne ?
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